giovedì 2 dicembre 2010

La spesa


Ho un rapporto di amore/odio con il supermercato. Da un lato, l'unico shopping che mi è rimasto, dall'altro un incubo che si rinnova ogni settimana. Cerco di ricordare esigenze e preferenze di tutti dimenticando le mie, che prima o poi mi farò gli spaghetti con il Pedigree di Wish. Da quando c'è l'angelo di acciaio, però, la spesa è diventata una festa. Andiamo all'Esselunga di Via Solari, quella su due piani con i carrelli grandi, e sembriamo due bambine in un negozio di giochi. Piccoli grandi lussi che mi riportano alle parole di Carlo Petrini, il fondatore di Slow Food, al convegno di ieri. Il cibo è sacro, dice. E' valore, storia, vita. E ha ragione.
In un mondo che ha abbandonato i riti di passaggio, ha ceduto il bipolarismo tra bene e male a favore di un multipolarismo che ci esalta come individui ma ci disorienta come umani, la spesa diventa una cerimonia. Officiata da me, che riesco ancora a nutrire chi amo.

2 commenti:

  1. Da sciopero generale. Ma ho camminato molto e pensato poco, e la fase acuta si è arrotondata. Tu ti sei rotolata sul divano con la tisana o hai tenuto aperta la bottega?

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