La guardo e rivedo lei, me e noi nel passato che ci unisce e appartiene, ritrovo sua madre che veste di gioia e di blu il suo sguardo azzurro, suo padre che nella voce tradisce un’emozione giovane, sua figlia con un futuro tutto da inventare, l’amica preziosa che da mesi lavora, in parte alla luce in parte di nascosto, perché sia tutto come lei desidera.
Parliamo di lei e parliamo con lei, che accompagniamo con lo sguardo. Bella così non l’ho vista mai, con un vestito da urlo e il suo profilo regale, ma a emozionarmi è il sorriso senza tempo con cui guarda il suo uomo quando si abbracciano in un ballo che è l’ennesimo e il primo.
Non trovo parole per ringraziarla e le prendo in prestito da Nazim Hikmet, augurandole sul libro del matrimonio che il più bello dei mari sia quello che ancora non ha visto. E mentre torno a casa, dopo sorrisi e risate, finalmente mi commuovo.