E' partita molto milanese, quest'estate, fatta di programmi che non si incastrano e restano lì, incompiuti come progetti senza intenzioni. Non mi dispiace la prospettiva di un'estate intervallata da brevi incursioni nell'altrove, di mare o di terra, ma senza mai abbandonare la base, che l'idea di "chiudere casa" mi ha sempre creato uno stato di malinconia agitata. E così mi godo il mio intorno immutato muovendomi con un altro ritmo, sostituendo saluti frettolosi con parole rilassate, allungando i giri con wish nel tempo e nello spazio, girellando per casa in costume e mangiando gelato a pranzo e cena.
E con le brutte, bruttissime notizie che oggi mi schiaffeggiano lasciandomi inebetita e rabbiosa senza un nemico anche quei pochi programmi smontati naufragano definitivamente, intervallando i miei progetti di spensieratezza con visite in ospedali, strutture di fine vita, e tutta la tristezza che non riesco nemmeno a urlare.
E sia maledetto il destino bastardo che offende gli indifesi.