martedì 21 febbraio 2012

Lontano da qui

Sono un animale da tana, adoro la casa improbabile in cui casualmente mi trovo e spostarmi, facendomi largo tra i fili invisibili che vincolano da che ho memoria la mia esistenza, non è facile. In compenso è da stamattina che ho voglia di essere altrove, in qualche posto in cui ancora non ho scavato tane, annusato l'aria e la terra. Un posto di cui non conosco la lingua e l'orizzonte, dove il tempo scorre diverso, dove il cibo ha un altro sapore. Ho voglia di sentirmi straniera in una terra che non mi appartiene, di perdermi senza una casa cui fare ritorno. Ho voglia di svegliarmi tra acqua e terra, di galoppare nell'erba alta, di nuotare in un fiume, di navigare nel vento. Da oggi il mio progetto è viaggiare, ma con un biglietto di sola andata.
E parlo di viaggio, non di fuga.

venerdì 17 febbraio 2012

Piccoli e grandi edonismi

Ringalluzzita dalla timida ripresa delle mie finanze e obnubilata dal cocktail di antibiotici che stamattina ha sostituito la mia colazione, all'uscita da un appuntamento mi lascio tentare da un paio di orecchini, il terzo questo mese. Proseguo con l'acquisto di una batteria di padelle, piccola media e grande, con il fondo in ceramica antiaderente, cui aggiungo pure il wok coordinato. Mi tuffo nell'Esselunga, orientata verso generi di conforto più che di consumo. Riempio il carrello di acquisti d'impulso a base di teobromina, mentre da Picard faccio incetta di minikrapfen, pancakes e tarte tatin. Una bottiglia di rosso per i vicini di mia madre, che vigilano discreti quando l'angelo d'acciaio non c'è e io nemmeno. E poi un regalino per le mie donne, e biscotti e una pappa speciale per Wish. Non paga mi compro anche Vanity Fair, e corono il mio inaspettato Natale con un mascara che milionizzerà le mie ciglia, allungandole. E il regalo più bello me lo godo mentre scrivo e penso e lavoro con Sanremo sullo sfondo, quando la voce inattesa e inconfondibile di Patti Smith mi restituisce i miei 17 anni. E quando parte because the night mi alzo e ballo ad occhi chiusi, stringendo nel cuore tutti gli amori e gli amici che hanno rubato la notte insieme a me.

mercoledì 8 febbraio 2012

Torta caprese verace. E pure il tortino di zucca e gorgonzola, tie'

No, non ho imparato a cucinare. Mi limito a continuare in quello che mi riesce meglio, cioè a mangiare con entusiasmo piatti cucinati da terzi, anche prezzolati. E siccome lunedì sera il mio entusiasmo è sconfinato nell'estasi, oggi vi regalo due ricette nella conclamata speranza che qualcuno, mosso a pietà dal mio delirante regime alimentare, me le rifaccia. Per il momento grazie alle mani d'oro di Marta e di Paola, che il cielo vi sia propizio.
 Tortino di zucca
Sfoglia Buitoni (“alto” spessore) - 700 gr. di zucca - 300 gr. di gorgonzola tagliato a cubetti - 250 gr. di ricotta - 50 gr. di parmigiano grattugiato - 2 uova - sale
Far bollire la zucca, scolarla e schiacciarla bene con una forchetta, fino a renderla una crema. Amalgamarla con tutti gli altri ingredienti, creando un composto morbido. Stendere la sfoglia nella teglia, bucherellarla e stendervi il composto. Infornare a 180° per circa 40/50 minuti.
 Torta caprese
250 gr. mandorle pelate - 200 gr. di burro - 200 gr. di cioccolato fondente - 200 gr. di zucchero - 5 uova. Tritare le mandorle (devono avere la consistenza dello zucchero di canna).  Sciogliere il burro con il cioccolato a bagnomaria. Sbattere in una ciotola lo zucchero con le uova, poi aggiungere le mandorle e poi il burro e il cioccolato fusi. Imburrare una teglia da 24/26 cm e versarci il composto. Mettere nel forno preriscaldato a 180° e cuocere per 30/40 minuti (dipende dal forno e dalle dimensioni della teglia); controllare la cottura infilando uno stecchino, se esce asciutto, è pronta. Quando è fredda, capovolgere e coprire di zucchero a velo.

martedì 7 febbraio 2012

Uso, possesso e custodia

La perdita del mio telefonino, bianco come la neve, dentro la neve stessa, mi ha fatto riflettere sul concetto di possesso. La perdita dell'apparecchio in sè l'ho superata subito, oltretutto avevamo un rapporto complesso. L'orrore per la perdita dei miei numeri telefonici è stato abissale, ma si è attenuato quando ho ritrovato un backup, parziale ma significativo. L'unica cosa che ho perso veramente sono foto e messaggi, quasi due anni di albe e tramonti, frasi d'amore e scambi d'affetto, di fiori che ho visto sbocciare, di volti che amo. E mi sono resa conto che le cose quelle che si toccano non le possediamo mai veramente, perchè finiscono prima di noi o dopo di noi, mentre l'unica cosa che veramente ci appartiene, perché vive e muore con  noi, sono pensieri e ricordi.
E in questa luce la mia condizione di nullatenente acquista il sapore di una straordinaria libertà.

Metti una sera a cena

Sempre in ritardo, avvolta come sono nel mio jetlag esistenziale, anche stasera non mi smentisco e arrivo per ultima, un po' a piedi e un po' in tram, con una bottiglia nella borsa e una teglia di focaccia su cui sciolgo stracchino e acciughe. La cosa più bella sono le voci e le risate che mi accolgono già in ascensore, come alle feste dei bambini, e invece siamo noi, che se i figli li abbiamo sono già grandi. Ci siamo tutte tranne una, a salutare Madda che tra un mese passa la dogana, non va lontano ma comunque va, e questo ci lascia tutte un po' stranite. Condividiamo, oltre al cibo, stralci di passato e ipotesi di futuro e il nostro buon viaggio lo mettiamo in una scatolina azzurra col fiocco bianco accompagnato da una foto tutte insieme, non oggetti ma simboli, e ci lasciamo tra sorrisi e parole che non hanno bisogno di essere dette.
E mentre ci salutiamo nella notte gelata pensiamo già a chissà come e chissà dove ci vedremo la prossima volta.