venerdì 30 settembre 2011

Casi di casa

Arrivo da mia madre trafelata e puntuale, pronta per officiare l'ultimo atto del capitolo piede rotto. Mi imbatto in T., jeans e camicia bianca immacolata: "settimana prossima Max entra in comunità, e oggi è il mio compleanno, 68 ne faccio". Mi limito ad abbracciarla, cosa vuoi dirle di un figlio che era un raggio di sole e adesso è buio come la notte. Scompiglio i capelli dell'angelo di acciaio, che la sua perdita ce l'ha incisa nello sguardo, e parto, sentendomi utile come una lampada a casa di un cieco. Torno e incrocio M., che precede la mia domanda: "il funerale è stato ieri". La guardo in silenzio, non so cosa dirle. Seguo mia madre, tornata bambina anche nei passi sempre più incerti, e arriva S., 40 anni portati con la grazia e le fattezze di un'adolescente. Quanto dolore in questa casa, le dico. E' la vita, Giò, mi risponde, scappo in redazione che stasera esco prima. Ho quasi paura a chiederle perché, ma me lo dice lei, che va fuori a cena perché è il suo anniversario di matrimonio.
Finalmente una bella notizia, che celebro trasferendo  un piccolo ulivo sopravvissuto in un vaso più grande. E nelle sue foglie risorte trovo un barlume di pace.

giovedì 29 settembre 2011

Upside down

In assenza di certezze mi accontento di succedanei, e interrogo i tarocchi in rete.
Escono prevalentemente immagini capovolte che si contraddicono e, ovviamente, non dicono. Mi limito a guardare le figure come un'analfabeta, identificandomi in quelle a testa in giù e chiedendomi se a girare al contrario sono io o il mio intorno.
Eppure non mi dispiace, questa prospettiva rovesciata che mi insegna cose che aspettavano solo la scusa di essere imparate per uscire allo scoperto.
E i miei sogni assurdi diventano intuizioni di futuri che non fanno più paura.

martedì 27 settembre 2011

Cominciamo bene

Riesco ad andare a letto a un'ora decente e mi sveglio di conseguenza, dopo una serata di bellezza e indolenza. Sono sola, l'Innominabile latita e Wish con lui. Percorro veloce i resti del giorno e della notte, rifacendo il letto, rimuovendo bicchieri e posaceneri e giornali. E quando arrivano ci sorridiamo tutti e tre, lui che mi ha portato le brioche alla crema, Wish con un bell'appetito argentino e io che dismetto, almeno temporaneamente, la sindrome di Atlante. E la giornata parte prima e col piede giusto, con un sacco di cose già fatte, insieme.
Quanto sono grandi le cose piccole.

giovedì 22 settembre 2011

Il mio tempo

Non ce l'ho il mio tempo. Di notte lo rubano i sogni, e di giorno ha sempre un nome diverso dal mio.
Vorrei in regalo ore su misura, personali e non cedibili. Altro che cane, se rinasco faccio la lancetta.

lunedì 19 settembre 2011

Aridatece la mezza stagione

Sabato giornata di grandi pulizie. Al termine, sudata come una maratoneta, mi sposto in poggiolo a prendere un raggio di sole, pensando che sia l'ultimo della giornata. E invece è l'ultimo della stagione, scopro sotto la tempesta mentre torno da una spesa anacronistica di gelati e sorbetti.
Li mangio lo stesso, abbracciata alla stufetta mentre guardo le gocce che sui miei vetri appena lavati disegnano prospettive autunnali.

domenica 18 settembre 2011

Wish in the sky with diamonds

L'amo alla follia, la mia svampita con la coda, ma questo non mi impedisce di vederla per quello che è: una cagnona asociale, indolente, maldestra, ingombrante e pure zoppa. Il combinato disposto della sua avversione per la spazzola e della mia avversione per la toelettatura canina determina inoltre che il suo pelo oscilli tra il lurido e l'incolto.
Beatrice Costanza, la figlia della Socia, invece la vede così:
Wish ha un corpo muscoloso, il suo manto è morbido e lucente.... Quando cammina è un po' irruente soprattutto con la coda, forte e dura come il ferro che muove quando è contenta anche se lo si capisce già grazie allo sguardo penetrante e ai suoi occhi brillanti... Quando la vado a trovare e la porto a spasso tutti la guardano e sembra di camminare con dei diamanti.
La poesia è il risultato di uno sguardo d'amore.
Grazie Bea.



mercoledì 14 settembre 2011

From Merano with love

Inquilino dell'altrove da quando lo conosco, sotto la spinta degli ultimi eventi l'Innominabile si è trasformato ufficialmente in meteora. Non parte e non arriva, è solo di passaggio. Come poco fa, quando passa a scambiare la macchina con la moto e proseguire per la stazione, o forse l'aeroporto. Scendo a salutarti, gli dico. No, salgo io, ti ho portato un regalo. Un libro sullo strudel. E uno sui canederli.
Ah.
E il cioccolato, fondente e alla mela verde. E i canederli quelli veri.
E lo strudel quello vero non me l'hai portato?
Non ci ho pensato, ma tanto c'è quello di Picard che è buonissimo.
Lui è fatto così.

Diagramma piatto

Sono in macchina, circondata da notizie talmente grevi da sembrare contronatura. Mi chiama l'amica gemella in modalità indovina un po', e dopo un minuto sono al telefono con XY, il mio grande amore prima degli amori quelli veri.
Dubito che lui lo sappia, del resto lo amavo soprattutto in contumacia. Vent'anni che non ci vediamo, nemmeno per caso, e la sua voce che non riconosco mi raggiunge davanti alla sua casa di allora, forse anche di adesso, chissà. Glielo dico, che sono in Piazzale Libia, sembra l'inizio di un romanzo, e invece è solo un Bignami che condensa una vita in capitoli principali (figli, genitori, case, lavori) tralasciando le ore i minuti e i secondi che fanno di un copione scontato una storia unica, la nostra. Eppure siamo sinceri, quando ci salutiamo con un in bocca al lupo che resta privo di complementi, e la voce è ferma.
Cerco qualche vibrazione nel file dei ricordi, forse le ho ancora le lettere che non gli ho mai dato, conservate perchè si perdessero solo a metà, i suoi sguardi azzurri, le ore rubate alla notte in una casa prestata, la vertigine di una felicità giovane che ti dà i brividi e poi ti sfugge tra le dita.
Non so cosa pensare. Se il passato non mi regala più emozioni, forse, è arrivato il tempo di chiedere certezze al presente.

Voglia d'inverno

Questo caldo innaturale sa di marcio. Vorrei svegliarmi sotto la neve senza la parentesi dell'autunno, che mi emoziona troppo e di emozioni per quest'anno ne ho subite abbastanza.

martedì 13 settembre 2011

Riti di passaggio

Leggo su facebook che il primo dei miei fratelli persi ha accompagnato sua figlia a scuola per il primo giorno di liceo. A distanza di sicurezza, si intende, per evitare figure a lei e anche a sè, essendo immediatamente incappato in un pianto scomposto. Lui ha tre settimane meno di me e sua figlia un mese in più della mia figlioccia, quindi mi ritrovo clusterizzata tra quelli che hanno l'età per avere figli adolescenti, pensiero dal quale mi ha protetto finora il fatto che io di figli non ne ho. E in effetti lo zampino nel primo giorno di liceo della Coccinella ce l'ho messo, regalandole una Smemoranda fucsia, tra i suoi colori preferiti da quando, piccolissima, diceva "pucsia". La chiamo per farmi raccontare com'è andata e le chiedo se ha fatto una foto. Mi risponde, perplessa ma con la sua voce sempre a filo sul sorriso, che la foto del primo giorno non l'ha fatta ma se ci tengo mi farà avere una foto del secondo giorno. Non importa, le dico passando al mio augurio per il suo nuovo cammino.
Sono nata nel tempo e nel posto sbagliato, io che vorrei erigere un totem di pietra per ogni prima volta mia e di chi amo e devo invece contare sull'archivio intangibile dei ricordi.

lunedì 12 settembre 2011

Over the moon

Non che la giornata sia iniziata bene, in compenso è continuata peggio. Eppure sono stranamente calma, come se la cosa non mi riguardasse, penso picchiettando sui tasti come la pioggia d'aprile.
Poi mi rendo conto che questa mattina ad accogliermi è stata una panciutissima luna rossa, che vestita di bianco è tornata a darmi la buonanotte.
Siamo entrambe nascoste tra le nuvole, e cerchiamo di dar luce alla notte.

domenica 11 settembre 2011

Immobili di pregio

Ci andiamo a dormire a metà vacanza, dopo la breve traversata dall'Argentario al Monte di Portofino, e ci torniamo ai primi di settembre per dare gli ultimi ritocchi al capolavoro del Preferito, che in due giorni ha trasformato una specie di ostello in una stanza bianca di luci e lanterne e magie. L'attrezziamo come una barca, questo rifugio minuscolo sottratto alla roccia, e quando al mattino usciamo con i piedi nell'erba intuiamo il mare, sprazzi di blu tra i rami del fico e del limone che si allargano a ogni passo. Così tu hai la terra e io il mare, mi sorride l'Innominabile mentre mi aggiro tra salvia e rosmarino, basilico e limoni, nocciole e ortensie.
Che lusso, avere una cantina e pensare che sia un castello.

venerdì 9 settembre 2011

La voce dei pensieri

E' da luglio che i miei post restano intenzioni, e mi sento una ladra a leggere le mie blogger del cuore senza lasciare tracce del mio passaggio.
Poi V. mi scrive che le piace leggermi perché a volte dò voce ai suoi pensieri. Ed è una cosa talmente semplice e assoluta che vorrei ritrovarle tutte, queste sequenze di parole che ho regalato al vento d'agosto, solo per essere certa che nessun pensiero vada sprecato.
E mentre riprendo a postare mi faccio una tale tenerezza che mi darei i bacini da sola.

I progressi della medicina

La felicità non ha storia, dice la Socia, e rientro da questi giorni sospesi tra cielo e mare e terra che non ho niente da dire. Mi accoglie un crescendo di notizie orrende, che anneriscono l'azzurro e il verde dei miei pensieri. Dove posso agisco, e dove non posso ascolto e aspetto.
L'attesa mi premia, e la voce delll'amica gemella che mi parla di diagnosi frettolose e soprattutto infondate me la bevo d'un sorso.
E l'incredulità dei medici che si aggirano intorno alla mamma dell'Innominabile la centellino come un armagnac davanti al camino. Perchè parole, movimenti e ricordi in quella voragine scura che si è aperta nel suo cervello non ci sono caduti, e lei, minuta come uno scricciolo e grande dei suoi quattro figli, si alza da sola e va a fumare in terrazzo, perchè in camera ci sono i sensori e se suonano le danno fastidio.