sabato 17 novembre 2012

Dialoghi del risveglio

Mi sorprende arrivando in anticipo, l'Innominabile, che inaugura il weekend portando a cena me e Wish nel nostro ristorante preferito. Si adatta ai miei ritmi, proponendo un film quando mezzanotte è passata da un pezzo, e lo vede tutto con me. Mi sveglio pigramente, e invece di un biglietto nel letto trovo lui che disegna sull'Ipad.
"Cosa vedi?"
"La nostra stanza con Wish sotto il letto."
"Veramente sei tu dentro il letto."
"Ah."
"Del resto, siete identiche."
Buongiorno a tutti.

domenica 28 ottobre 2012

Le cimici

Il bello della campagna è che non serve guardare fuori per capire in che stagione ti trovi. Dopo coccinelle, grilli e cicale, vespe, rospi (pochi, quest'anno) mosche e formiche alate, a confermare l'autunno arrivano le cimici. Sono tra i pochi insetti che mi stanno simpatici, piccole foglie alate che mi fanno compagnia con il loro ronzio inatteso e prepotente. Popolano le tende e i divani, mentre un paio presidiano il lavandino di cucina, forse indecise se provare l'ebbrezza di un bagno.
Non sono un ricordo d'infanzia ma su di me hanno un effetto proustiano, che sa di nebbia, di rose dal profumo struggente e di cani sotto la pioggia in una campagna improbabile di tanti, tanti anni fa.
Se non fa freddo le accompagno fuori, oggi invece le tengo con me, compagne inconsapevoli di questa sospensione domenicale in cui rimandiamo valigie e ritorni cogliendo rose e bevendo caffè.

domenica 7 ottobre 2012

Arriva Saturno

E così alla fine è andato tutto bene, anzi benissimo, anche se non si capisce il motivo. A incarico concluso mi concedo una notte extra sull'isola, abbandonandomi alle scariche di assestamento dell'adrenalina. Alterno il sonno alla veglia, e quando infine mi alzo precipito in una sequenza di bellezza. Un'estate insperata, una colazione pigra e lussuosa, una passeggiata tra i viottoli, i faraglioni incorniciati tra plumbago e gelsomini, i conti che tornano, una pastiera che si aggiunge ai miei bagagli, una pizza al volo prima di prendere la funicolare. E poi il mare dall'aliscafo, il biglietto low cost comprato in anticipo che scopro essere in prima, il controllore anziano che mi accarezza i capelli e mi dice "signo', voi siete bellissima", il taxista che mi lascia sul marciapiede di fronte ma ferma il traffico per farmi attraversare. E nella casa ancora vuota mi aspettano una rosa, il letto rifatto, la cena pronta nel frigo e i primi boccioli delle orchidee che annunciano la prossima fioritura.
Disfo valigie, stendo bucati e aspetto Saturno, ma oggi c'è il sole e mi vien da sperare.

venerdì 28 settembre 2012

L'amore, di nuovo.

E così succede che megli ultimi mesi sono finita sullo sfondo, a furia di non voler pensare, trascinata in un gorgo di cose da fare ricordare realizzare. Vivo come una selvaggia, mangio quel che c'è, se c'è, spesso in piedi. Di me non mi curo, e nemmeno mi ricordo. Sempre così, la mia vita, fatta di alternanze tra vuoti e pieni, che non riesco mai a equilibrare.
E questo pieno che mi sovrasta lo svuoto la sera, quando riesco ed è buio. Passo a prendere Wish  che girella con me per vie silenziose che riempio di voci, come quella del mio fratello perso che da giorni mi parla d'amore. E sono attimi di felicità totale e inaspettata, domande e risposte da adolescenti consapevoli, e tu cos'hai detto e lei cos'ha fatto, che spezziamo ridendo per non commuoverci. Gliene rubo un po', di questa felicità inattesa e contagiosa, cancello il passato e scordo le offese, rido, sorrido e sto bene, testimone invisibile di un amore che nasce.

domenica 23 settembre 2012

22 settembre 2012

Marta era fatta a modo suo, un paradosso con gli occhi più azzurri del mondo. Quando l'ho vista la prima volta avevo vent'anni, lei qualcuno meno di me oggi. Non riuscivo a incasellarla nel mio immaginario di mamma, sembrava piuttosto una di noi ma decideva da sola. Adoravo la sua voce, che vestiva le sue parole di sogno e stupore, e ogni frase terminava con un sorriso. Sempre elegante, mai banale, l'incontravo ogni volta che nella sua famiglia succedeva qualcosa di bello e importante: un matrimonio, una nascita, un compleanno. Mi ha chiamata a marzo, quando la mia famiglia è finita, per offrirmi ancora una volta la sua. Era già oltre il tempo che i medici le avevano accordato, ma la sua voce era la stessa. Adorava, come me, i suoi ritmi e i suoi spazi, e restava a Milano anche in estate, tra le sue cose e i suoi alberi.
Adesso è altrove, forse dovunque, e io mi dò tutto il tempo che serve per imparare a crederci.

sabato 23 giugno 2012

Sanculotta senza un perché

Il lavoro è arrivato, tutto insieme, senza farsi annunciare. E sono giorni e ore di scavi nelle nostre memorie, la mia e quella del mio Vaietto, tra idee che prendono forma e si fanno quasi toccare. Oppresso da sollecitazioni inconsuete il mio neurone residuo si vendica, e io mi guardo da fuori e rido, mentre cerco di dominare l'aria condizionata con il cordless, mi aggiro tra bucati impostati all'alba che ricordo di stendere al tramonto, invio mail tronche, mi perdo i pezzi le chiavi e gli occhiali. Il culmine lo raggiungo quando esco di corsa e per strada mi accorgo che manca qualcosa.
E torno indietro, di fronte allo sguardo perplesso di Wish, che lei senza mutande si trova benissimo.

venerdì 15 giugno 2012

Urbanità

Il debito di tre euro con il panettiere che fa la focaccia genovese più buona del mondo mi perseguita. Lo chiamo per dirgli che non mi sono dimenticata, e già che ci sono ordino una mezza teglia, che non si sa mai. In estate chiudo prima, si ricordi, ma certo. Arrivo trafelata con Wish che mi trotta al fianco e lo vedo subito, che la saracinesca è abbassata. Intuisco un cartello, e col mio solito ottimismo ipotizzo un lutto repentino. Incuriosita mi avvicino, il cartello porta il mio nome e mi dirotta al civico di fronte, in una minimalista bottega di sete e cose orientali, dove il mio carico unto e prezioso riposa tra antiche teiere e un sontuoso kimono.
E questa città diventa un borgo, dove il tuo nome si scrive sui muri e i debiti si pagano ai vicini dei tuoi creditori. E tu sei quella con tanti capelli e il cane bello e grande, e buonasera la stavamo aspettando.

mercoledì 13 giugno 2012

13 giugno 2002

Ero infinitamente stanca, allora come oggi. Era un lutto diverso quello che mi appannava lo sguardo e mi accorciava il respiro, mentre io cercavo solo amore. L'ho trovato, era il 13 giugno. I miei ricordi sono lampi di lucidità, ci sono io, commossa al matrimonio della Socia, che ha tra le mani un bouquet di fiordalisi, edera e delphinium e al suo fianco un grande uomo. E poi ancora io, che non mi reggo in piedi, il vino non lo tocco ma mi ubriaco di parole, auguri e sorrisi.
Finita la festa lo raggiungo attraversando la notte, la città è chiusa e afosa, e ci sediamo ai bordi della fontana. L'acqua è fresca, le sue mani calde e grandi, e i suoi occhi di carbone si fanno di velluto quando ci guardiamo e smettiamo di parlare.
E dopo dieci anni i suoi occhi sono l'unico specchio in cui mi trovo quando nemmeno io riesco più a vedermi.

martedì 22 maggio 2012

Il terremoto

Ci svegliamo nel letto che balla con Wish che caprioleggia sotto di noi. Terremoto? mi chiede  l'Innominabile, oscillante in quella terra di nessuno tra il sonno e la veglia. Tutto è fermo nella stanza, solo Wish continua ad affannarsi, e dopo un rimbrotto affettuoso torniamo a dormire. Lo scopriamo l'indomani, che a pochi chilometri di distanza i nostri sogni interrotti sono l'inizio di un incubo. E busso sulle pareti di tutte le stanze per mappare i muri maestri di questo posto strano e meraviglioso abitato da folli, un uomo e una donna che scambiano un terremoto con un cane che si gratta.

Persa nella rete

Incuriosita da una serie di fenomeni intellettuali involutivi mi autodiagnostico un esaurimento nervoso e mi rivolgo alla Rete per aiuto. Saltabecco da un sito all'altro, finché mi imbatto nella seguente e rassicurante considerazione, che trascrivo testualmente: Per fortuna tutti questi disturbi non compaiono sempre in tutte le donne altrimenti avremmo una serie di suicidi che in realtà in quest’epoca non sono aumentati!!!
E pensare che, dopo essermi disperata a cercare le chiavi dell'auto mentre la guidavo, cercavo solo notizie sulla mia memoria a breve. Da ora in poi mi rivolgo solo al medico condotto.

venerdì 18 maggio 2012

Non c'è più la mezza stagione

Non parlo del tempo, ma dei miei pensieri, che ultimamente sono fatti o d'estate o d'inverno. Bianchi come calce sotto il sole o neri come un corvo, non si lasciano più sfumare, si rincorrono e mi sfuggono, e pensarli mi stanca. E che voglia che ho di un un po' di grigio, come il maglione di mio padre che mi metto quando sono a casa, di sera, e scende il freddo.

martedì 17 aprile 2012

All'imbrunire

E così la risposta alla mia domanda la trovo camminando in mezzo a una sera che ha i rumori e gli odori del vento tra gli alberi. Non è la mia fede vacillante, ma una speranza granitica a dirmi che chi non è più da nessuna parte é ovunque. Nel sussurro delle foglie al mio passaggio, nella luce della sera ad aprile, nel rumore dei miei passi, nello stordimento di essere rimasta qui, da sola.
Ti ritrovo nel mio respiro che all'inizio era il tuo, e io che ho dimenticato le emozioni le ritrovo tutte, in un attimo perfetto che sembra lunghissimo e finisce subito, come i sogni al mattino.

martedì 13 marzo 2012

La vita che volevo

Ho sempre pensato che i grandi snodi esistenziali fossero automatici, come le stagioni. Non mi sono mai posta obiettivi definitivi o presunti tali: una famiglia, una casa, dei figli. Una carriera, un viaggio. Ho costruito ogni giorno con quello che ho trovato per strada, non ho mai incontrato l'illusione della certezza e ho conosciuto la disperazione e il tradimento, ma coltivo occasionalmente la speranza. Sono stata circondata da amore e bellezza, l'allegria l'ho trovata da sola. Ho spesso avuto più di quello che ho chiesto, a volte meno di quello che mi serviva. E arrivando a quell'età indecisa tra l'estate e l'autunno, in cui si fanno i primi bilanci, mi rendo conto che la vita, con me, è stata generosa.
E in questa notte strana, così silenziosa e perfetta, mi accorgo che i sogni che mi restano sono più grandi e potenti degli incubi che ancora mi oscurano i pensieri.

sabato 10 marzo 2012

Privilegi inaspettati

E' da quando ho capito di non esserlo che desidero essere una principessa. Da piccola nessuno mi ha mai chiesto perché, immaginando risposte cretine legate a favole, principi, vestiti e zucche magiche. Da quando sono cresciuta nessuno ha mai sospettato la pervicacia di questa mia aspirazione, e tantomeno la causa. Vorrei essere una principessa perché tutti mi regalerebbero fiori, e con un po' di fortuna me ne dedicherebbero anche uno. Magari una rosa o una peonia, forse un tulipano. In compenso, mossa a compassione dal mio delirante regime alimentare basato sui surgelati di Picard, la mia amica Maria mi ha dedicato una ricetta. Quindi non avrò un fiore che porta il mio nome, ma molto più snobisticamente un piatto, per la precisione linguine con calamari e zucchine trombetta.
Ora devo solo procurarmi gli ingredienti e una tiara, e l'illusione sarà perfetta.
Photo: courtesy of www.kitcheninthecity.it

venerdì 9 marzo 2012

Le intenzioni

E' indecisa anche questa, di primavera. Va e viene, ma lascia tracce dovunque, nelle violette che colorano l'erba, sui rami che perdono la  malinconia, nei nidi e nelle siepi. E poi nelle vite, alcune che cambiano per sempre mentre altre prendono forma. Parlo con A., che con la voce in festa mi dice che l'ha vista sbadigliare, la piccola che vive nella sua pancia. E poi con S., che definendo la prossima riunione mi dice che la troverò cambiata, capisco e sorrido. Ma l'emozione più grande la trovo nella mail. E mi leva il fiato e mi sospende i pensieri, inattesa e sperata, quell'ecografia di un'intenzione che a me sembra già meravigliosa e perfetta. Penso al destino che stelle benevole stanno scrivendo sulle note di un battito veloce, e spero e prego che la sua vita ancora senza nome assomigli al sorriso di sua madre.


sabato 3 marzo 2012

L'odore della vita

C'è chi la vita la morde, io preferisco annusarla. Ho sempre pensato di essere la reincarnazione di un'ape, e la vita con Wish, che trascorre le rare ore di veglia collezionando gli odori del mondo ha ulteriormente acuito questa predisposizione. Non c'è niente che mi emozioni di più di un odore ritrovato, mentre gli odori nuovi li affronto un po' perplessa, cercando di scomporli. Gli odori che non trovo più, come quello della drogheria Formaggia, dove la spesa si faceva fermi davanti al bancone, un misto di spezie, caffè e promesse. L'odore della cartoleria De Magistris, che sapeva di quaderni, matite e ferro, di scuola che ricomincia e di tempo che passa, ma lentamente. L'odore dei corridoi della scuola, l'odore dei cani che ho accarezzato. L'odore di caldarroste, foglie e terra in autunno, quello della primavera, che alterna soffi di aria fresca a vibrazioni di sole, l'odore del freddo che prevale sul resto in inverno. Il trionfo prepotente e malinconico degli odori in estate, che sa di asfalto rovente, fiori bianchi e pesche mature. L'odore della pelle dopo la doccia, l'odore di due corpi innamorati, l'odore delle lacrime e dei pensieri. L'odore di erba e peperoni dolci dei cavalli, l'odore della partenza, l'odore della notte quando cede il passo all'alba. L'odore di tutte le cose che hai intorno, gli odori sinceri e quelli fittizi, l'odore delle case nuove, delle case degli altri, e quello di casa tua. L'odore dei libri nuovi e di quelli che che vivono con te da sempre, l'odore delle prime fragole, l'odore delle matite quando le temperi. L'odore delle persone che ami, l'odore delle lenzuola appena cambiate, gli odori che raccontano storie e quelli che incroci per caso.
E l'odore del futuro, che ancora non conosci ma che è già lì, e ti aspetta.

giovedì 1 marzo 2012

Assenze

E' su un aereo che lo porta dall'altra parte del mondo e del tempo, l'Innominabile, e io mi sento come se mi avessero levato una costola. Sono abituata all'intermittenza, ma questa volta mi aggiro incompleta  annusando l'aria come Wish. E invece di trasferirmi sul divano come faccio quando non c'è ma condividiamo lo stesso fuso mi addormento nella sua parte di letto, tocco le sue cose e sorrido alle tracce della sua anarchia esistenziale. La mia vita è fatta di assenze, ma io non sono mai sola. 

martedì 21 febbraio 2012

Lontano da qui

Sono un animale da tana, adoro la casa improbabile in cui casualmente mi trovo e spostarmi, facendomi largo tra i fili invisibili che vincolano da che ho memoria la mia esistenza, non è facile. In compenso è da stamattina che ho voglia di essere altrove, in qualche posto in cui ancora non ho scavato tane, annusato l'aria e la terra. Un posto di cui non conosco la lingua e l'orizzonte, dove il tempo scorre diverso, dove il cibo ha un altro sapore. Ho voglia di sentirmi straniera in una terra che non mi appartiene, di perdermi senza una casa cui fare ritorno. Ho voglia di svegliarmi tra acqua e terra, di galoppare nell'erba alta, di nuotare in un fiume, di navigare nel vento. Da oggi il mio progetto è viaggiare, ma con un biglietto di sola andata.
E parlo di viaggio, non di fuga.

venerdì 17 febbraio 2012

Piccoli e grandi edonismi

Ringalluzzita dalla timida ripresa delle mie finanze e obnubilata dal cocktail di antibiotici che stamattina ha sostituito la mia colazione, all'uscita da un appuntamento mi lascio tentare da un paio di orecchini, il terzo questo mese. Proseguo con l'acquisto di una batteria di padelle, piccola media e grande, con il fondo in ceramica antiaderente, cui aggiungo pure il wok coordinato. Mi tuffo nell'Esselunga, orientata verso generi di conforto più che di consumo. Riempio il carrello di acquisti d'impulso a base di teobromina, mentre da Picard faccio incetta di minikrapfen, pancakes e tarte tatin. Una bottiglia di rosso per i vicini di mia madre, che vigilano discreti quando l'angelo d'acciaio non c'è e io nemmeno. E poi un regalino per le mie donne, e biscotti e una pappa speciale per Wish. Non paga mi compro anche Vanity Fair, e corono il mio inaspettato Natale con un mascara che milionizzerà le mie ciglia, allungandole. E il regalo più bello me lo godo mentre scrivo e penso e lavoro con Sanremo sullo sfondo, quando la voce inattesa e inconfondibile di Patti Smith mi restituisce i miei 17 anni. E quando parte because the night mi alzo e ballo ad occhi chiusi, stringendo nel cuore tutti gli amori e gli amici che hanno rubato la notte insieme a me.

mercoledì 8 febbraio 2012

Torta caprese verace. E pure il tortino di zucca e gorgonzola, tie'

No, non ho imparato a cucinare. Mi limito a continuare in quello che mi riesce meglio, cioè a mangiare con entusiasmo piatti cucinati da terzi, anche prezzolati. E siccome lunedì sera il mio entusiasmo è sconfinato nell'estasi, oggi vi regalo due ricette nella conclamata speranza che qualcuno, mosso a pietà dal mio delirante regime alimentare, me le rifaccia. Per il momento grazie alle mani d'oro di Marta e di Paola, che il cielo vi sia propizio.
 Tortino di zucca
Sfoglia Buitoni (“alto” spessore) - 700 gr. di zucca - 300 gr. di gorgonzola tagliato a cubetti - 250 gr. di ricotta - 50 gr. di parmigiano grattugiato - 2 uova - sale
Far bollire la zucca, scolarla e schiacciarla bene con una forchetta, fino a renderla una crema. Amalgamarla con tutti gli altri ingredienti, creando un composto morbido. Stendere la sfoglia nella teglia, bucherellarla e stendervi il composto. Infornare a 180° per circa 40/50 minuti.
 Torta caprese
250 gr. mandorle pelate - 200 gr. di burro - 200 gr. di cioccolato fondente - 200 gr. di zucchero - 5 uova. Tritare le mandorle (devono avere la consistenza dello zucchero di canna).  Sciogliere il burro con il cioccolato a bagnomaria. Sbattere in una ciotola lo zucchero con le uova, poi aggiungere le mandorle e poi il burro e il cioccolato fusi. Imburrare una teglia da 24/26 cm e versarci il composto. Mettere nel forno preriscaldato a 180° e cuocere per 30/40 minuti (dipende dal forno e dalle dimensioni della teglia); controllare la cottura infilando uno stecchino, se esce asciutto, è pronta. Quando è fredda, capovolgere e coprire di zucchero a velo.

martedì 7 febbraio 2012

Uso, possesso e custodia

La perdita del mio telefonino, bianco come la neve, dentro la neve stessa, mi ha fatto riflettere sul concetto di possesso. La perdita dell'apparecchio in sè l'ho superata subito, oltretutto avevamo un rapporto complesso. L'orrore per la perdita dei miei numeri telefonici è stato abissale, ma si è attenuato quando ho ritrovato un backup, parziale ma significativo. L'unica cosa che ho perso veramente sono foto e messaggi, quasi due anni di albe e tramonti, frasi d'amore e scambi d'affetto, di fiori che ho visto sbocciare, di volti che amo. E mi sono resa conto che le cose quelle che si toccano non le possediamo mai veramente, perchè finiscono prima di noi o dopo di noi, mentre l'unica cosa che veramente ci appartiene, perché vive e muore con  noi, sono pensieri e ricordi.
E in questa luce la mia condizione di nullatenente acquista il sapore di una straordinaria libertà.

Metti una sera a cena

Sempre in ritardo, avvolta come sono nel mio jetlag esistenziale, anche stasera non mi smentisco e arrivo per ultima, un po' a piedi e un po' in tram, con una bottiglia nella borsa e una teglia di focaccia su cui sciolgo stracchino e acciughe. La cosa più bella sono le voci e le risate che mi accolgono già in ascensore, come alle feste dei bambini, e invece siamo noi, che se i figli li abbiamo sono già grandi. Ci siamo tutte tranne una, a salutare Madda che tra un mese passa la dogana, non va lontano ma comunque va, e questo ci lascia tutte un po' stranite. Condividiamo, oltre al cibo, stralci di passato e ipotesi di futuro e il nostro buon viaggio lo mettiamo in una scatolina azzurra col fiocco bianco accompagnato da una foto tutte insieme, non oggetti ma simboli, e ci lasciamo tra sorrisi e parole che non hanno bisogno di essere dette.
E mentre ci salutiamo nella notte gelata pensiamo già a chissà come e chissà dove ci vedremo la prossima volta.

martedì 31 gennaio 2012

Amabili contraddizioni

Inaspettatamente, l'Innominabile e io facciamo a gara per portare fuori Wish all'ora di pranzo. La disputa finisce in pareggio, e usciamo tutti e tre, neri e ingombranti. Io non voglio perdermi l'occasione di scegliere i fiori per chi stasera ci prepara la cena, lui ha altri motivi, che non dichiara. Mentre scelgo ranuncoli di un rosa angelico da sdrammatizzare con anemoni fucsia mi molla con cane e guinzaglio e scompare. E mentre lui si allontana il fiorista mi consegna un mazzo uguale a quello che mandiamo stasera. Rientriamo a casa con comodo, io, Wish e questi fiori sublimi, e lo trovo che smista cartocci fragranti di rosticceria. Che ti ha preso, gli chiedo ridendo. Niente, avevo freddo e fame e sono andato a comprare il pranzo. Ma i fiori? Mi spiaceva che non li avessi anche tu, ti piacciono così tanto.
Il mio uomo è un incrocio tra un principe e un selvaggio.

martedì 24 gennaio 2012

Sdoganiamo il lunedì

Da quando le mie preghiere sono state ascoltate (vorrei tanto lavoro da non sapere dove voltarmi) i giorni e le ore hanno perso qualunque fisionomia. Lavoro sempre, comunque e dovunque. In compenso, il giorno che preferisco è il lunedì. Per prima cosa ho un'intera settimana per fare tutte le cose che non sono riuscita a fare la settimana prima. E poi il sabato e la domenica faccio anche qualcosa d'altro, e il lunedì mi sveglio in una casa più pulita, con i bucati fatti, il letto fresco, i fiori nei vasi e le mani in ordine. Anche il caffè, che non mi piace ma bevo per abitudine, mi sembra migliore. E poi oggi è un lunedì difficile da dimenticare, ma la Socia e io ce lo meritiamo tutto. Ho paura, tantissima, ma avendo deciso che il modo migliore per fare una cosa è farla, vado avanti, e spero di arrivare lontano.
A quanto capisco domani è martedì. Peccato.

domenica 22 gennaio 2012

Alti e bassi del weekend

Mi addormento sul divano, tra ciotole d'acqua e ghiaccio in cui ho messo a galleggiare le rose di sabato scorso, che senza i loro altissimi gambi ritrovano il loro splendore. Mi sveglio in uno scenario  meno estetizzante: nel vano tentativo di svegliarmi per un'emergenza Wish ha rovesciato un vaso di orchidee e dato libero sfogo alle sue sontuosità intestinali nel corridoio. Raccolgo cocci, terra, cortecce e residui fecali per un'ora, stiro per altre due, e nervosa come un equino esco e compro due golfini in saldo perchè quello che voglio è a prezzo pieno. Rientro con i miei improvvidi acquisti, smanetto su Linkedin e sistemo idee e progetti. Esco di nuovo, come ogni domenica, per il turno da mia madre. La trovo tra altre rose e un bunet fresco che troneggia in cucina. Recupero una pizza e il sacchetto con gli avanzi che l'angelo d'acciaio conserva per Wish, ritorno a casa e preparo la cena per me e per la pelosa, che mi accoglie come il figliol prodigo. Decido che stasera andrò a letto a un'ora decente, che domani scambierò i due golfini inutili con uno che mi serve, e che questa vita che non ha niente a che vedere con quella che volevo è molto più divertente. Ecco.

venerdì 20 gennaio 2012

Sorella Lumière

Sono tutti cinefili. Chi al cinema ci va stasera, e parla con chi c'è stato ieri. L'amica gemella che nel weekend vede due film, ma ha già una lista lunga così. Io invece no. Anarchici e navigatori a vista l'Innominabile e io, semplicemente, non riusciamo ad andarci, e i film dell'anno li vediamo dopo mesi, su Sky.
Poi mi imbatto in un cult, la scena delle scuse nei Blues Brothers, e parte l'amarcord di quando il grande schermo era sempre abitato. Quello del cinema vicino a casa, quello dove si andava apposta dopo aver cercato parcheggio per ore, quello enorme che ci eravamo messi in casa nella vita precedente. E le scene che puoi vederle e rivederle e ridere, piangere o assaporartele ogni volta. Il valzer del Gattopardo, il maiale nella doccia di Operazione sottoveste, i baci tagliati di Nuovo Cinema Paradiso. La dettatura della lettera di Totò Peppino e la malafemmina, le gaffe di Quattro matrimoni e un funerale, Thelma e Louise che schiacciano l'acceleratore, Miss Daisy che insegna a leggere al suo autista, l'immobilità di Quel che resta del giorno. L'odore della disperazione di Gruppo di famiglia in un interno, lo sguardo di Micol deportata nel Giardino dei Finzi Contini, il mare metallico di Morte a Venezia. La quadriglia di Cary Grant in Indiscreto, la bellezza impossibile di Helmut Berger nella Caduta dei giganti, il twist di Pulp fiction, la pajata del Marchese del Grillo. Il "nessuno è perfetto" che chiude A qualcuno piace caldo, l'ineluttabilità del Sorpasso, la disperazione della Ciociara. L'orgasmo simulato di Harry ti presento Sally, le lacrime ritrovate di Filumena, le coreografie di Mamma mia. E vorrei ringraziarli uno per uno, gli attori i registi le comparse e le troupe che mi hanno fatto questo regalo sublime.

martedì 17 gennaio 2012

Notte, rose e caffè

Ed eccomi pronta per la terza sessione di lavoro della giornata. Rinfrancata dal freddo glaciale della passeggiata con Wish mi accomodo nel mio nuovo ufficio, che da quando il lavoro ha preso l'abbrivio si è trasferito dal divano al tavolo di cucina. Sulla sedia vuota ci metto le rose, mi faccio un caffè lungo e bollente, accendo una sigaretta e una candela.
E non la baratterei con nulla, questa notte di lavoro che se la guardo mi sorride.

Opinioni inconciliabili

Non so se siano attribuibili al nostro regime alimentare basato su prodotti
surgelati, ma da qualche giorno accusiamo sintomi inquietanti: la mattina mi sveglio con labbra a canotto, estremità gonfie e occhi a fessura, mentre l'Innominabile lamenta un hangover giustificabile solo con una sbronza biblica anche se non assumiamo alcoolici. Nella notte si agita, si alza e torna a rivoltarsi sotto la trapunta, mentre io, sveglia come un grillo, lo interrogo alla ricerca di una diagnosi. Alla terza domanda, imbufalito, consuma la secessione e mentre percorre il corridoio verso la stanza degli ospiti aggiunge a considerazioni non proprio encomiastiche sulle mie attitudini culinarie un'accusa precisa: "tu mi avveleni". Mi guardo, pensando a come siamo diversi nei nostri occhi e in quelli altrui. Io mi vedo come una bovara bernese mancata, lui mi considera la riedizione di Lucrezia Borgia. E nel pieno di questo sano confronto democratico mi addormento ridendo.
Il mio uomo è irresistibile suo malgrado.

domenica 15 gennaio 2012

L'imperscrutabile fenomenologia dell'amore

No, lui non è l'altra metà della mela. Ma gira e rigira, alla fine ci incastriamo sempre perfettamente, io e quest'uomo imperfetto come me, che abita e coltiva i miei pensieri.Che strana storia, la nostra. Se la guardi ti sembra impossibile, se la vivi ti chiedi come hai fatto a star senza.

Sabato, sole, incontri

E finalmente dormo, abbracciata al sonno che avevo lasciato indietro. Mi sveglio con calma e col sole, in tempo per le rose dell'Innominabile che è già uscito, lasciandomi una mail e un'impronta nel letto. Esco con Wish e mentre sedo una diatriba canina mi imbatto per caso nell'amica gemella con le mie figliocce. Beviamo caffè e cioccolata, e mentre ci guardo da fuori, due donne, due figlie e un cane, sono felice. Recupero l'Innominabile, compriamo vino rosso e cose buone. Pranziamo insieme, io scaldo e scongelo, lui prepara il caffè. Facciamo nostri i minuti e le ore, ma finisce lo stesso, questa sosta leggera tra passi pesanti.
E nello specchio ritrovo il mio sguardo, e il sorriso timido di chi ha smesso di avere paura.

martedì 10 gennaio 2012

Tutta colpa di Picard

Picard, per chi non lo sapesse, è un supermercato che vende esclusivamente surgelati. Sfiziosi e succulenti, alcuni di una bontà devastante che quando li finisci ti viene la scimmia. Ci vado stasera e sotto la spinta congiunta di una fame atavica e delle promozioni mi carico di minikrapfen e pancakes, quiche gorgonzola e finferli, tortini al cioccolato con cuore fondente, olive ripiene, pretzel e sorbetti,  moussakà e crepes. Concludo con un empito salutistico, prelevando verdure croccanti e frutta tropicale. A casa stocco, smisto e pregusto, ma è inutile: i tempi di cottura non li leggo nemmeno con l'ipnosi. Avvilita e soprattutto affamata, con l'andatura entusiasta da dead man walking vado a prenderli e li inforco, gli occhiali che l'Innominabile mi ha preso dopo avermi visto sdraiata con il libro all'altezza delle anche. Li metterò a 48 anni compiuti, dicevo, se li metterò. Li metto eccome, a 47 abbondanti, e quello che mi si apre davanti è un mondo nuovo, fatto di pixel e contorni, di fibre e dettagli.
La mia resa l'annego in un semifreddo al pistacchio, e addolcisco il mio sguardo che vede oramai solo le cose lontane.

lunedì 2 gennaio 2012

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Entro nel 2012 con una coppa di crema al mascarpone, un sorso di champagne, la risata che io e l'Innominabile ridiamo nella notte, un risveglio pigro e sorridente che catturo nello specchio. E poi una passeggiata nei campi con Nina, Pongo e Wish, la luce di una giornata tersa e poi lattiginosa, il letto già rifatto, una doccia rovente, un portafortuna in regalo, un gelato allo zabajone, una casa meravigliosa da scoprire. E lacrime di commozione, voci e parole vicine e lontane, un burraco in cui sbanco tutti, una bottiglia che per vent'anni ha conservato la sua magia per un nuovo brindisi, il camino acceso, il film spalmata metà sul divano e metà sul mio uomo, le coccole ai caudati, i biscotti e la Nutella.
E' solo un giorno, ma vale una vita.