Ci andiamo a dormire a metà vacanza, dopo la breve traversata dall'Argentario al Monte di Portofino, e ci torniamo ai primi di settembre per dare gli ultimi ritocchi al capolavoro del Preferito, che in due giorni ha trasformato una specie di ostello in una stanza bianca di luci e lanterne e magie. L'attrezziamo come una barca, questo rifugio minuscolo sottratto alla roccia, e quando al mattino usciamo con i piedi nell'erba intuiamo il mare, sprazzi di blu tra i rami del fico e del limone che si allargano a ogni passo. Così tu hai la terra e io il mare, mi sorride l'Innominabile mentre mi aggiro tra salvia e rosmarino, basilico e limoni, nocciole e ortensie.
Che lusso, avere una cantina e pensare che sia un castello.
Nessun commento:
Posta un commento