Ci alziamo da tavola allegri e decisamente brilli, io con la mia Ka di nome Karlotta che mi attende e l'Innominabile che si offre di scortarmi in moto. E io, che mi perdo camminando di giorno, figuriamoci guidando di notte, gli chiedo di precedermi, non di seguirmi. Così facciamo, metafora di noi due che giochiamo a perderci per ritrovarci nell'immobilità perplessa di una città svuotata.
Metto la musica a manetta, la mia banda suona il rock fino all'Arco della Pace, poi baby jane e poi la colonna sonora me la regalano i rumori ovattati, come di macchine nella neve, di noi che attraversiamo questo buio provvisorio. Ci affianchiamo ai semafori e mi accarezza con lo sguardo, nero di velluto liquido, mentre insieme percorriamo la strada di casa.
siete proprio l'Amore.
RispondiEliminae tu sei la Meraviglia.
RispondiEliminase mi dai notizie sul tuo status umore/lavoro te ne sarò grata.
un abbraccio