Dicevano allo scientifico che sono una mente matematica,
forse è per questo che cerco sempre di scomporre tutto nei fondamentali, vita
compresa. Analizzo le mie infelicità quotidiane, alcune sono riedizioni, altre one
shot, alcune sono talmente piccole che quasi non le noto, altre mi levano il
fiato. Le classifico e le sommo, ma il risultato è stupefacente. Sono in preda
all’ansia sul breve e medio periodo, sul lungo non ne parliamo neanche, ho una
serie di angosce perfettamente classificate, ricorrenti e fondate, eppure mi
considero felice e molto, molto fortunata.
I casi sono due: o sono rimasta indietro sul censimento
delle felicità quotidiane o a furia di stare accanto all’Innominabile ho
imparato a cancellare i brutti ricordi.
O forse, come dice la Socia, dovrei solo pensare di meno.