martedì 14 dicembre 2010

Desiderio, lezione 1


Scriveva Beppe Severgnini, molti Natali fa, che sotto l'albero avrebbe voluto ritrovare la capacità di desiderare. Lo scriveva durante il canto del cigno del consumismo, nato all'ombra dell'edonismo reaganiano e tenuto in vita dalla finanza drogata delle dot.com. Mi rendo conto che anche oggi, nonostante il contesto economico da guerra dei poveri, se anche potessi scrivere a Babbo Natale non avrei niente da dirgli. Poi leggo il post di Petulia che nomina il mio sogno proibito dell'infanzia, il Dolce Forno, e ritrovo la pienezza del desiderio, quello insoddisfatto che ti accompagna tutta la vita. Decido che da oggi mi esercito a desiderare follemente qualcosa, e se non l'avrò tanto meglio. Parto da questo anello, trovato sui siti di moda che consulto con velleità sociologiche, e domani chissà.

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