giovedì 27 gennaio 2011

La legge di Archimede


Il karma è il karma, e non si sfugge. Il mio si ripropone costantemente su base dieci con una simpatica gita negli abissi. C'è però una differenza sostanziale, dopo la prima volta: alla paura si sostituisce una certa curiosità che sconfina nell'impazienza. Dopo che sei sopravvissuta una, due, tre volte, e anzi sei rinata, e le tue cicatrici le esibisci anche con un discreto orgoglio, non vedi l'ora di sapere come andrà a finire il prossimo round. E così, man mano che precipiti aspetti solo di toccare il fondo con le dita, sensazione che precede il contraccolpo sul tallone, e continui a precipitare ma in direzione opposta. Compensi, tendi i muscoli del collo, apri gli occhi e prepari i polmoni all'incontro abrasivo con l'ossigeno. Come il primo respiro della tua vita, solo che stavolta non piangi, ma ridi.
E sei di nuovo pronta a viaggiare leggera.

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