mercoledì 19 gennaio 2011

E li chiamano rifiuti


Da quando non ho più chi mi aiuta ho ripreso il possesso emotivo della casa, ed è una sensazione struggente. Ne ho abitate diverse, una sola l'ho amata, un'altra la odio. Questa, invece, mi sta simpatica. Mi piace moltissimo, e io, che sono qui per caso, ci vado d'accordo, perchè mi assomiglia. Mi basta entrare in una stanza per capire che giorno è, come sto e cosa ho fatto. I vestiti buttati a terra quando vado a letto tardissimo, l'aumento dei bucati quando arriva l'Innominabile, i colori delle capsule del caffè quando la casa si riempie.
Anche la spazzatura ha qualcosa da raccontare. Quando sono da sola non c'è mai il vetro, al massimo una lampadina bruciata o un bicchiere rotto, perchè difficilmente bevo da sola. Il vino è come l'amore, in due è meglio. Ma questa mattina la bottiglia di Cervaro vuota che mi aspetta solitaria tra carta e plastica mi ricorda il brindisi di ieri sera, e la butto a malincuore.

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