domenica 27 marzo 2011

Un'ora in più


L'ora legale io non l'ho mai capita. Non c'è verso. L'unico modo per spostare le lancette nel verso giusto consiste nel pensare che quando scatta in inverno si dorme un'ora di più ma quando si esce alle quattro è già buio pesto e ti viene lo spleen, mentre in estate la giornata vola come uno sparviero ma quando esci alle otto e c'è ancora luce poi sei contenta.
Mi alzo alle dieci e passa, stordita dall'abuso di caipirinha e in coma lipidico, pensando che se sono le dieci e passa in realtà sono le undici e passa e che ora che finisco la colazione sarà già mezzogiorno passato, quindi la giornata inizia all'una insomma è già inoltrata e mi incupisco. Poi guardo l'orologio di cucina che segna le nove e passa e capisco che cellulare e pc hanno già fatto tutto da soli, e quindi sono veramente solo le dieci e passa, che dopo aver ballato, mangiato e bevuto in equilibrio sui tacchi mi sembra un orario dignitoso, e capisco che invece di un'ora in meno ho un'ora in più. Un'ora di luce, di coccole con wish, di cincischiamenti e di pensieri tra me e me.
Che lusso, il tempo.

2 commenti:

  1. mi sta in antipatia l'ora legale... che il MIO tempo, io, me lo sento sulla pelle.

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  2. Come ti capisco. E' per quello che l'orologio ho smesso di portarlo. E' tatuato nella mia testa e mi scorre nel sangue, il mio tempo.

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