domenica 27 marzo 2011
Sabato monocromatico
Verde come la farcitura al pistacchio della brioche che l'Innominabile mi lascia per colazione vicino a Corriere e allegato con dedica autografa. Verde come i ranuncoli del bouquet meraviglioso che mi manda a metà mattina, verde come la macchina per il caffè che stasera regaliamo alla festeggiata. Verde come i biglietti da visita della nostra piccola società che il nostro stampatore storico ci regala in segno di augurio. Verde come le gemme che scopro sugli arbusti in terrazzo, verde come l'erba in cui ho voglia di camminare scalza, verde come le speranze che come ogni anno la primavera porta con sè.
Verde come il piccolo ulivo che mi saluta al risveglio e al quale voglio regalare un vaso più grande, testimone muto di felicità preziose e inattese.
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Verde come la speranza che ci siano giorni migliori di questi in cui ho saputo che probabilmente a fine anno non mi rinnovano il contratto di lavoro. Leggerti è sempre una gioia.
RispondiEliminaConosco la situazione. La conosco così bene che ti ho scritto una mail.
RispondiEliminaVerde, Giò e Calzino: le cose vanno guardate dall'alto e sono tutte un'altra cosa. Sempre molto più bella di quella che ci pareva all'inizio. Vi abbraccio.
RispondiEliminaHai ragione, Petulia, diglielo anche tu a Calzino, che sei una mamma sul serio e molto più autorevole.
RispondiEliminaVerde come la mia faccia oggi, durante un appuntamento in cui il mio vaso dei problemi altrui mi è straripato in petto. Calzino, nell'instabile c'è più avvenire. Lo diceva heiddeger, poi se è vero lo scopriremo. Gio, verde come come il Prato dove non cammino, come la coperta davanti al camino nella casa lontano da tutto che non ho, come le ginocchia dei ragazzini al parco, come le rane d'estate quando esce l'umidità. Come il mio livido sulla caviglia e l'henne nero sui capelli decolorati. Giuro.
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