venerdì 11 marzo 2011

Ditelo con i fiori


Rientro a casa mentre le saracinesche si abbassano. Riesco a malapena a comprare le capsule del caffè, mentre Wish, più mondana di me, si intrattiene in area degustazione per il suo biscotto rituale. Anche il baracchino dei fiori sta chiudendo, e io non ho contanti. Il fioraio, altro fan di Wish, si blocca per coccolarla e io scopro in tasca due monetine che baratto al volo con una rosa bianca delle dimensioni di un cavolo. La porto all'Innominabile, che si alterna tra influenza, Ipad e cellulare. E' stanco, e l'accento romano è più marcato: "che te sei comprata'r fiore?" "Non per me, è per te". "Ah".
Eccolo lì. Ferreo per logica, inoppugnabile per dialettica, e poi davanti ar fiore non sa che dire.

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