giovedì 10 marzo 2011

Disintermediazione


Sarà la crisi, sarà l'inventiva italiota, ma a Milano ne vedo sempre più spesso. Sono furgoncini e apecar che portano merci dal produttore all'utente finale con evidenti benefici per tutti. Lo scontrino è spesso optional, ma alcuni hanno il loro bravo registratore di cassa con tanto di Bancomat. E se un'amica ha il suo pusher di pesce fresco e l'altra di verdura, io mi butto sull'edonismo. Accade così che mi trovi a salutare un relatore mentre, in spregio a comune senso del pudore e temperatura, provo un miniabito di pelle in mezzo alla pubblica via. Dialogo interessante.
Ieri, invece, sono caduta vittima di un napoletanissimo fiorista su ruote, da cui compro fresie e ranuncoli. I prezzi sono quelli del mio fornitore abituale, solo che per ciascun articolo mi dà 50 (sì, cin-quan-ta, cinque decine) di rami. E dopo un'ora di disboscamento la casa risuona di questo profumo struggente di fiori bianchi, che non potendo attrarre gli insetti con le lusinghe dei colori li stordiscono con la promessa di un aroma.

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