martedì 26 ottobre 2010

Vergognamoci per loro

La TV, da piccola, l'adoravo. Due canali più la Svizzera, e poi Capodistria, e TeleMontecarlo, un lusso. Il negoziato su Carosello, lo guardi ma in pigiama e poi fili a letto. Mi piacevano pure le pecore e le vedute dei paesini dell'intervallo, anche se il sommo godimento arrivava con le comiche o i cartoni animati fuori programma. Soprattutto Tom & Jerry, che secondo me si volevano bene da morire. Silvestro con Titti invece si odiavano, e io speravo sempre di vedere il petulante canarino trasformato in salma, ma niente. Topo Gigio, il Mago Zurlì, la faccia perbene di Corrado, i costumi delle ballerine di Canzonissima. Una TV gentile, che entrava in casa facendosi annunciare, e io rispondevo al saluto con la mano, pensando che che se io vedevo le signorine buonasera loro, simmetricamente, vedessero me. In pigiama, naturalmente, e con la vestaglia, da brava bambina composta.
Poi l'ho frequentata a fasi alterne, con picchi di dipendenza, come per le trasmissioni di Arbore. Quando ha iniziato ad essere molesta l'ho allontanata da casa, sostituendola con un acquario meraviglioso, moltissimi libri e uno schermo a tutta parete con un proiettore per i nostri film preferiti.
Oggi è tornata, e con MySky ho una compagnia gradevole per le mie lavorate notturne.
Ogni tanto però mi capita qualche incursione nel trash generalista. Ai fatti di Avetrana non ci voglio neanche pensare, e non vorrei essere Vinci che il picco di share con Matrix l'ha fatto rovistando nel pattume. Ma stasera assisto ad uno spettacolo inquietante, la caccia al gigolò del GF11. Se non avessero adombrato la storia triste del cassintegrato che vende il suo corpo per tirare avanti, sarebbe stato grottesco e basta. Ma questa cosa un po' da varietà, tipo "chi fa marchette faccia un passo avanti" con tanto di musichetta mi crea un disagio fisico, e molti interrogativi. Di natura etologica, più che sociologica. Nemmeno gli animali sono spietati come un autore televisivo in lotta con l'Auditel: la legge del branco è basata sulla gerarchia e sul rispetto, ma la gogna non è contemplata.
E mi viene in mente Cuore, il mio giornale preferito, che proponeva un servizio di pubblica utilità per chi non è in grado di vergognarsi da solo. Se "vergognamoci per loro" avesse un call center, stasera sarebbe sempre occupato. Altro che Chi l'ha visto.

4 commenti:

  1. Sono talmente d'accordo con te che ti darei un bacio in fronte. anzi, te lo do. smack. è virtuale ma vero.
    ps. per quanto riguarda le parigine...ma se non le compri tu, chi altro potrà comprarle? io non posso perchè arrivata a questo punto è un attimo che mi inseguono col coltello elettrico. sembrerei un arrosto prima di essere affettato.
    quindi fai così, comprale, mettile e se ti gira escici pure.
    buona giornata!

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  2. Capodistria, i cartoni fuori programma, Tom e Jerry, le signorine dietro lo schermo che ci vedevano sedute lì in pigiama...e poi i programmi di Arbore...dì la verità, ma tu vivevi nascosta da qualche parte in casa mia??? :o)))
    Ma quello che mi colpisce di più è che anche tu amavi Cuore...!
    Raccoglievo i numeri come i pezzi di una collezione...e ce l'ho ancora, in una vecchia scatola. "Vergognamoci per loro", un rubrica geniale già fin dal titolo.
    La Tv di oggi è davvero vergognosa, la maggior parte non la guardo perché mi fa fare gli incubi, e quella poca che sarebbe buona cercano di non farcela vedere....
    Non ho Sky, ma stiamo bene così.
    Vuoi mettere un bel Dvd, e guardare quello che si sceglie noi da soli?
    Un abbraccio e grazie del bel giro nel passato.
    Sally

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  3. Grazie a te, Sally, se per caso la scatola con la collezione di Cuore dovesse sparire sai dove trovarla. Un anno pubblicarono un modello 740 che se ci penso mi sento ancora male.

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