giovedì 28 ottobre 2010

Jet lag esistenziale

La stanchezza è come l'influenza, ogni volta presenta sintomi diversi. C'è chi diventa cattivo, chi stordito, chi catatonico. Alcuni, avvalendosi di una situazione familiare favorente, si limitano a svenire sul divano o direttamente con la testa nel piatto.  A causa dei miei ritmi circadiani invertiti dalla nascita (sono nata alle nove del mattino con servizio a domicilio, nel senso che mi hanno fatto nascere, ma io mi sono stancata lo stesso e quindi ho subito scambiato il giorno con la notte, un jet lag che dura da allora), subisco la stanchezza altrui come in un racconto di Buzzati. Così, mentre io inesorabilmente mi sveglio il mio intorno si affievolisce, dall'amica che mi sbadiglia nel telefono, al fidanzato che mi fissa ammutolito, alle mail che si diradano.
Il mio metabolismo peggiora la situazione, nel senso che funziona come una batteria: mi basta un po' di carboidrato e mio malgrado mi ricarico. Alle otto ho malinconicamente guardato Wish, che aspettava il suo giretto serale, scuotendo la testa: non ce la faccio, se vuoi sessione di coccole ma di uscire non se ne parla. Faticosamente, ho ripristinato la modalità sala da pranzo in quello che di giorno e di notte è il mio ufficio, e sognando il letto ho tirato le nove, quando ho presentato una cena con vivo senso estetico ma egualmente da vergogna.
E ora, maledizione, sono di nuovo pronta per qualunque sfida, fisica e intellettuale. Serve una mano per ridipingere la facciata, sistemare il solaio, attaccare piastrelle? Sono pronta, perfettamente lucida e disperatamente sola.
Wish russa, le luci della casa si spengono, per fortuna c'è la Madonnina, che è sempre illuminata. Ma secondo me fa finta, e dorme anche lei.

1 commento:

  1. puoi sempre contare su chi sta all'estero. col fuso confuso sono con te anche quando dormi. e ti leggono.
    complmenti per la foto, è fantastica.

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