venerdì 11 febbraio 2011

Sociologia di parchi e giardini


Girelliamo, io e Wish che è in calore per l'ennesima volta, seguendo i percorsi meno battuti. Parchi e giardini non sono posti per anime solitarie, tutti accompagnano qualcuno: un cane, un bambino o una persona anziana. Poi ci sono le coppie, quelle di giovanissimi, di immigrati e clandestine, le amiche che camminano a braccetto, i turisti, gli studenti che hanno balzato scuola e fumano canne seduti in cerchio.
E chi ci viene da solo attraversa veloce questo polmone verde, come se non volesse farsi scoprire.

2 commenti:

  1. Sono i giardini della Guastalla, vero?
    Il posto preferito per spuntini veloci, ripassi dell'ultimo minuto e improvvisate mini-assemblee studentesche, dietro la mia università.
    Ci ho lasciato un pezzetto di cuore lì, sotto un ippocastano.

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  2. Certo. Il mio pezzo di cuore l'ho lasciato sotto una magnolia giapponese. Mia madre mi ci portava quando ero ancora nella sua pancia, poi in carrozzina. Ho imparato ad andare in bicicletta, mi ci sono innamorata e disperata. E anch'io ero in Statale.

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