E' la colonna sonora delle mie serate, oramai. Sono i tasti del mio Vaietto che dialogano con i tasti dell'Ipad dell'Imprevedibile che ha deciso di diventare Innominabile. E mi fanno pensare che nemmeno la rivoluzione digitale riesce a cambiare noi umani, che la sera, dopo cena, restiamo a portata di vista anche mentre inseguiamo i nostri pensieri. E per catturarli non usiamo il retino, ma la memoria posticcia dei nostri PC.
E balliamo solitari su lettere, numeri e tasti funzione, come libellule digitali.
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