martedì 23 novembre 2010

L'Occidente tramonta nello shampoo


Finisco lo shampoo e apro una nuova confezione. Confronto i due flaconi e noto che oltre al design qualcosa è cambiato. Il mio shampoo fa parte della linea "co-creations", come dimostrano foto e firma di un individuo, tale Thomas Taw, definito "esperto di capelli danneggiati, Londra".
Sono affascinata. Evidentemente i vecchi artifici del marketing, tipo "nuova formula", "basta coda il secondo giorno" o, con la crisi, "25% di prodotto gratis" non bastano più ad irretirci. Sunsilk ci mette il carico da novanta: un professionista che detiene un sapere specifico sulla genesi della doppia punta e sull'eziologia del capello sfibrato. Non sulla fenomenologia tricologica nel suo insieme, per carità: capelli decolorati, crespi, ricci, brillanti e voluminosi hanno il loro esperto ad hoc, mentre per quelli lisci, con evidente sprezzo del ridicolo, c'è una signora giapponese.
Mi viene in mente la Socia, che dopo l'ennesima riunione in cui fatichiamo a spiegare il nostro lavoro a interlocutori apparentemente normodotati e che parlano la nostra lingua mi dice "in effetti, come lo spiegheresti a un Maori?"
Mi vedo l'espressione di un capo-villaggio di fronte a questo Thomas, che cerca di spiegargli che per vivere mette faccia e firma su milioni di flaconi dalla sembianza fallica, così vendono di più.
E solo a pensarci rischio l'annegamento.

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