
E' ufficiale. Come il mio cervello, la mia sim ha smesso di funzionare. Travolta da una quantità di informazioni anche non richieste, si è ripiegata su se stessa, trascinando nella sua involuzione il mio patrimonio di bit affettivi: piccoli capolavori in 160 caratteri, numeri di telefono, immagini.
E io, che mi sento menomata e colpevole, continuo a rimandare il redde rationem, per paura che mi dicano che non c'è niente da fare. Adesso mi faccio forza e la porto a fare un check up, sono disposta al day hospital, al trapianto, all'elettroshock pur di riaverla.
E mi chiedo se esiste un cimitero di informazioni perdute, pezzi di memoria sepolti anzitempo, per riuscire a elaborare il lutto.
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