Mi sorprende arrivando in anticipo, l'Innominabile, che inaugura il weekend portando a cena me e Wish nel nostro ristorante preferito. Si adatta ai miei ritmi, proponendo un film quando mezzanotte è passata da un pezzo, e lo vede tutto con me. Mi sveglio pigramente, e invece di un biglietto nel letto trovo lui che disegna sull'Ipad.
"Cosa vedi?"
"La nostra stanza con Wish sotto il letto."
"Veramente sei tu dentro il letto."
"Ah."
"Del resto, siete identiche."
Buongiorno a tutti.
sabato 17 novembre 2012
domenica 28 ottobre 2012
Le cimici
Il bello della campagna è che non serve guardare fuori per capire in che stagione ti trovi. Dopo coccinelle, grilli e cicale, vespe, rospi (pochi, quest'anno) mosche e formiche alate, a confermare l'autunno arrivano le cimici. Sono tra i pochi insetti che mi stanno simpatici, piccole foglie alate che mi fanno compagnia con il loro ronzio inatteso e prepotente. Popolano le tende e i divani, mentre un paio presidiano il lavandino di cucina, forse indecise se provare l'ebbrezza di un bagno.
Non sono un ricordo d'infanzia ma su di me hanno un effetto proustiano, che sa di nebbia, di rose dal profumo struggente e di cani sotto la pioggia in una campagna improbabile di tanti, tanti anni fa.
Se non fa freddo le accompagno fuori, oggi invece le tengo con me, compagne inconsapevoli di questa sospensione domenicale in cui rimandiamo valigie e ritorni cogliendo rose e bevendo caffè.
Non sono un ricordo d'infanzia ma su di me hanno un effetto proustiano, che sa di nebbia, di rose dal profumo struggente e di cani sotto la pioggia in una campagna improbabile di tanti, tanti anni fa.
Se non fa freddo le accompagno fuori, oggi invece le tengo con me, compagne inconsapevoli di questa sospensione domenicale in cui rimandiamo valigie e ritorni cogliendo rose e bevendo caffè.
domenica 7 ottobre 2012
Arriva Saturno
E così alla fine è andato tutto bene, anzi benissimo, anche se non si capisce il motivo. A incarico concluso mi concedo una notte extra sull'isola, abbandonandomi alle scariche di assestamento dell'adrenalina. Alterno il sonno alla veglia, e quando infine mi alzo precipito in una sequenza di bellezza. Un'estate insperata, una colazione pigra e lussuosa, una passeggiata tra i viottoli, i faraglioni incorniciati tra plumbago e gelsomini, i conti che tornano, una pastiera che si aggiunge ai miei bagagli, una pizza al volo prima di prendere la funicolare. E poi il mare dall'aliscafo, il biglietto low cost comprato in anticipo che scopro essere in prima, il controllore anziano che mi accarezza i capelli e mi dice "signo', voi siete bellissima", il taxista che mi lascia sul marciapiede di fronte ma ferma il traffico per farmi attraversare. E nella casa ancora vuota mi aspettano una rosa, il letto rifatto, la cena pronta nel frigo e i primi boccioli delle orchidee che annunciano la prossima fioritura.
Disfo valigie, stendo bucati e aspetto Saturno, ma oggi c'è il sole e mi vien da sperare.
Disfo valigie, stendo bucati e aspetto Saturno, ma oggi c'è il sole e mi vien da sperare.
venerdì 28 settembre 2012
L'amore, di nuovo.
E così succede che megli ultimi mesi sono finita sullo sfondo, a furia di non voler pensare, trascinata in un gorgo di cose da fare ricordare realizzare. Vivo come una selvaggia, mangio quel che c'è, se c'è, spesso in piedi. Di me non mi curo, e nemmeno mi ricordo. Sempre così, la mia vita, fatta di alternanze tra vuoti e pieni, che non riesco mai a equilibrare.
E questo pieno che mi sovrasta lo svuoto la sera, quando riesco ed è buio. Passo a prendere Wish che girella con me per vie silenziose che riempio di voci, come quella del mio fratello perso che da giorni mi parla d'amore. E sono attimi di felicità totale e inaspettata, domande e risposte da adolescenti consapevoli, e tu cos'hai detto e lei cos'ha fatto, che spezziamo ridendo per non commuoverci. Gliene rubo un po', di questa felicità inattesa e contagiosa, cancello il passato e scordo le offese, rido, sorrido e sto bene, testimone invisibile di un amore che nasce.
E questo pieno che mi sovrasta lo svuoto la sera, quando riesco ed è buio. Passo a prendere Wish che girella con me per vie silenziose che riempio di voci, come quella del mio fratello perso che da giorni mi parla d'amore. E sono attimi di felicità totale e inaspettata, domande e risposte da adolescenti consapevoli, e tu cos'hai detto e lei cos'ha fatto, che spezziamo ridendo per non commuoverci. Gliene rubo un po', di questa felicità inattesa e contagiosa, cancello il passato e scordo le offese, rido, sorrido e sto bene, testimone invisibile di un amore che nasce.
domenica 23 settembre 2012
22 settembre 2012
Marta era fatta a modo suo, un paradosso con gli occhi più azzurri del mondo. Quando l'ho vista la prima volta avevo vent'anni, lei qualcuno meno di me oggi. Non riuscivo a incasellarla nel mio immaginario di mamma, sembrava piuttosto una di noi ma decideva da sola. Adoravo la sua voce, che vestiva le sue parole di sogno e stupore, e ogni frase terminava con un sorriso. Sempre elegante, mai banale, l'incontravo ogni volta che nella sua famiglia succedeva qualcosa di bello e importante: un matrimonio, una nascita, un compleanno. Mi ha chiamata a marzo, quando la mia famiglia è finita, per offrirmi ancora una volta la sua. Era già oltre il tempo che i medici le avevano accordato, ma la sua voce era la stessa. Adorava, come me, i suoi ritmi e i suoi spazi, e restava a Milano anche in estate, tra le sue cose e i suoi alberi.
Adesso è altrove, forse dovunque, e io mi dò tutto il tempo che serve per imparare a crederci.
Adesso è altrove, forse dovunque, e io mi dò tutto il tempo che serve per imparare a crederci.
sabato 23 giugno 2012
Sanculotta senza un perché
Il lavoro è arrivato, tutto insieme, senza farsi annunciare. E sono giorni e ore di scavi nelle nostre memorie, la mia e quella del mio Vaietto, tra idee che prendono forma e si fanno quasi toccare. Oppresso da sollecitazioni inconsuete il mio neurone residuo si vendica, e io mi guardo da fuori e rido, mentre cerco di dominare l'aria condizionata con il cordless, mi aggiro tra bucati impostati all'alba che ricordo di stendere al tramonto, invio mail tronche, mi perdo i pezzi le chiavi e gli occhiali. Il culmine lo raggiungo quando esco di corsa e per strada mi accorgo che manca qualcosa.
E torno indietro, di fronte allo sguardo perplesso di Wish, che lei senza mutande si trova benissimo.
E torno indietro, di fronte allo sguardo perplesso di Wish, che lei senza mutande si trova benissimo.
venerdì 15 giugno 2012
Urbanità
Il debito di tre euro con il panettiere che fa la focaccia genovese più buona del mondo mi perseguita. Lo chiamo per dirgli che non mi sono dimenticata, e già che ci sono ordino una mezza teglia, che non si sa mai. In estate chiudo prima, si ricordi, ma certo. Arrivo trafelata con Wish che mi trotta al fianco e lo vedo subito, che la saracinesca è abbassata. Intuisco un cartello, e col mio solito ottimismo ipotizzo un lutto repentino. Incuriosita mi avvicino, il cartello porta il mio nome e mi dirotta al civico di fronte, in una minimalista bottega di sete e cose orientali, dove il mio carico unto e prezioso riposa tra antiche teiere e un sontuoso kimono.
E questa città diventa un borgo, dove il tuo nome si scrive sui muri e i debiti si pagano ai vicini dei tuoi creditori. E tu sei quella con tanti capelli e il cane bello e grande, e buonasera la stavamo aspettando.
E questa città diventa un borgo, dove il tuo nome si scrive sui muri e i debiti si pagano ai vicini dei tuoi creditori. E tu sei quella con tanti capelli e il cane bello e grande, e buonasera la stavamo aspettando.
mercoledì 13 giugno 2012
13 giugno 2002
Ero infinitamente stanca, allora come oggi. Era un lutto diverso quello che mi appannava lo sguardo e mi accorciava il respiro, mentre io cercavo solo amore. L'ho trovato, era il 13 giugno. I miei ricordi sono lampi di lucidità, ci sono io, commossa al matrimonio della Socia, che ha tra le mani un bouquet di fiordalisi, edera e delphinium e al suo fianco un grande uomo. E poi ancora io, che non mi reggo in piedi, il vino non lo tocco ma mi ubriaco di parole, auguri e sorrisi.
Finita la festa lo raggiungo attraversando la notte, la città è chiusa e afosa, e ci sediamo ai bordi della fontana. L'acqua è fresca, le sue mani calde e grandi, e i suoi occhi di carbone si fanno di velluto quando ci guardiamo e smettiamo di parlare.
E dopo dieci anni i suoi occhi sono l'unico specchio in cui mi trovo quando nemmeno io riesco più a vedermi.
Finita la festa lo raggiungo attraversando la notte, la città è chiusa e afosa, e ci sediamo ai bordi della fontana. L'acqua è fresca, le sue mani calde e grandi, e i suoi occhi di carbone si fanno di velluto quando ci guardiamo e smettiamo di parlare.
E dopo dieci anni i suoi occhi sono l'unico specchio in cui mi trovo quando nemmeno io riesco più a vedermi.
martedì 22 maggio 2012
Il terremoto
Ci svegliamo nel letto che balla con Wish che caprioleggia sotto di noi. Terremoto? mi chiede l'Innominabile, oscillante in quella terra di nessuno tra il sonno e la veglia. Tutto è fermo nella stanza, solo Wish continua ad affannarsi, e dopo un rimbrotto affettuoso torniamo a dormire. Lo scopriamo l'indomani, che a pochi chilometri di distanza i nostri sogni interrotti sono l'inizio di un incubo. E busso sulle pareti di tutte le stanze per mappare i muri maestri di questo posto strano e meraviglioso abitato da folli, un uomo e una donna che scambiano un terremoto con un cane che si gratta.
Persa nella rete
Incuriosita da una serie di fenomeni intellettuali involutivi mi autodiagnostico un esaurimento nervoso e mi rivolgo alla Rete per aiuto. Saltabecco da un sito all'altro, finché mi imbatto nella seguente e rassicurante considerazione, che trascrivo testualmente: Per fortuna tutti questi disturbi non compaiono sempre in tutte le donne altrimenti avremmo una serie di suicidi che in realtà in quest’epoca non sono aumentati!!!
E pensare che, dopo essermi disperata a cercare le chiavi dell'auto mentre la guidavo, cercavo solo notizie sulla mia memoria a breve. Da ora in poi mi rivolgo solo al medico condotto.
E pensare che, dopo essermi disperata a cercare le chiavi dell'auto mentre la guidavo, cercavo solo notizie sulla mia memoria a breve. Da ora in poi mi rivolgo solo al medico condotto.
venerdì 18 maggio 2012
Non c'è più la mezza stagione
Non parlo del tempo, ma dei miei pensieri, che ultimamente sono fatti o d'estate o d'inverno. Bianchi come calce sotto il sole o neri come un corvo, non si lasciano più sfumare, si rincorrono e mi sfuggono, e pensarli mi stanca. E che voglia che ho di un un po' di grigio, come il maglione di mio padre che mi metto quando sono a casa, di sera, e scende il freddo.
martedì 17 aprile 2012
All'imbrunire
E così la risposta alla mia domanda la trovo camminando in mezzo a una sera che ha i rumori e gli odori del vento tra gli alberi. Non è la mia fede vacillante, ma una speranza granitica a dirmi che chi non è più da nessuna parte é ovunque. Nel sussurro delle foglie al mio passaggio, nella luce della sera ad aprile, nel rumore dei miei passi, nello stordimento di essere rimasta qui, da sola.
Ti ritrovo nel mio respiro che all'inizio era il tuo, e io che ho dimenticato le emozioni le ritrovo tutte, in un attimo perfetto che sembra lunghissimo e finisce subito, come i sogni al mattino.
Ti ritrovo nel mio respiro che all'inizio era il tuo, e io che ho dimenticato le emozioni le ritrovo tutte, in un attimo perfetto che sembra lunghissimo e finisce subito, come i sogni al mattino.
martedì 13 marzo 2012
La vita che volevo

E in questa notte strana, così silenziosa e perfetta, mi accorgo che i sogni che mi restano sono più grandi e potenti degli incubi che ancora mi oscurano i pensieri.
sabato 10 marzo 2012
Privilegi inaspettati

Ora devo solo procurarmi gli ingredienti e una tiara, e l'illusione sarà perfetta.
Photo: courtesy of www.kitcheninthecity.it
venerdì 9 marzo 2012
Le intenzioni

sabato 3 marzo 2012
L'odore della vita

E l'odore del futuro, che ancora non conosci ma che è già lì, e ti aspetta.
giovedì 1 marzo 2012
Assenze

martedì 21 febbraio 2012
Lontano da qui

E parlo di viaggio, non di fuga.
venerdì 17 febbraio 2012
Piccoli e grandi edonismi

mercoledì 8 febbraio 2012
Torta caprese verace. E pure il tortino di zucca e gorgonzola, tie'
No, non ho imparato a cucinare. Mi limito a continuare in quello che mi riesce meglio, cioè a mangiare con entusiasmo piatti cucinati da terzi, anche prezzolati. E siccome lunedì sera il mio entusiasmo è sconfinato nell'estasi, oggi vi regalo due ricette nella conclamata speranza che qualcuno, mosso a pietà dal mio delirante regime alimentare, me le rifaccia. Per il momento grazie alle mani d'oro di Marta e di Paola, che il cielo vi sia propizio.
Tortino di zucca
Sfoglia Buitoni (“alto” spessore) - 700 gr. di zucca - 300 gr. di gorgonzola tagliato a cubetti - 250 gr. di ricotta - 50 gr. di parmigiano grattugiato - 2 uova - sale
Far bollire la zucca, scolarla e schiacciarla bene con una forchetta, fino a renderla una crema. Amalgamarla con tutti gli altri ingredienti, creando un composto morbido. Stendere la sfoglia nella teglia, bucherellarla e stendervi il composto. Infornare a 180° per circa 40/50 minuti.
Torta caprese
250 gr. mandorle pelate - 200 gr. di burro - 200 gr. di cioccolato fondente - 200 gr. di zucchero - 5 uova. Tritare le mandorle (devono avere la consistenza dello zucchero di canna). Sciogliere il burro con il cioccolato a bagnomaria. Sbattere in una ciotola lo zucchero con le uova, poi aggiungere le mandorle e poi il burro e il cioccolato fusi. Imburrare una teglia da 24/26 cm e versarci il composto. Mettere nel forno preriscaldato a 180° e cuocere per 30/40 minuti (dipende dal forno e dalle dimensioni della teglia); controllare la cottura infilando uno stecchino, se esce asciutto, è pronta. Quando è fredda, capovolgere e coprire di zucchero a velo.
Tortino di zucca
Sfoglia Buitoni (“alto” spessore) - 700 gr. di zucca - 300 gr. di gorgonzola tagliato a cubetti - 250 gr. di ricotta - 50 gr. di parmigiano grattugiato - 2 uova - sale
Far bollire la zucca, scolarla e schiacciarla bene con una forchetta, fino a renderla una crema. Amalgamarla con tutti gli altri ingredienti, creando un composto morbido. Stendere la sfoglia nella teglia, bucherellarla e stendervi il composto. Infornare a 180° per circa 40/50 minuti.
Torta caprese
250 gr. mandorle pelate - 200 gr. di burro - 200 gr. di cioccolato fondente - 200 gr. di zucchero - 5 uova. Tritare le mandorle (devono avere la consistenza dello zucchero di canna). Sciogliere il burro con il cioccolato a bagnomaria. Sbattere in una ciotola lo zucchero con le uova, poi aggiungere le mandorle e poi il burro e il cioccolato fusi. Imburrare una teglia da 24/26 cm e versarci il composto. Mettere nel forno preriscaldato a 180° e cuocere per 30/40 minuti (dipende dal forno e dalle dimensioni della teglia); controllare la cottura infilando uno stecchino, se esce asciutto, è pronta. Quando è fredda, capovolgere e coprire di zucchero a velo.
martedì 7 febbraio 2012
Uso, possesso e custodia
La perdita del mio telefonino, bianco come la neve, dentro la neve stessa, mi ha fatto riflettere sul concetto di possesso. La perdita dell'apparecchio in sè l'ho superata subito, oltretutto avevamo un rapporto complesso. L'orrore per la perdita dei miei numeri telefonici è stato abissale, ma si è attenuato quando ho ritrovato un backup, parziale ma significativo. L'unica cosa che ho perso veramente sono foto e messaggi, quasi due anni di albe e tramonti, frasi d'amore e scambi d'affetto, di fiori che ho visto sbocciare, di volti che amo. E mi sono resa conto che le cose quelle che si toccano non le possediamo mai veramente, perchè finiscono prima di noi o dopo di noi, mentre l'unica cosa che veramente ci appartiene, perché vive e muore con noi, sono pensieri e ricordi.
E in questa luce la mia condizione di nullatenente acquista il sapore di una straordinaria libertà.
E in questa luce la mia condizione di nullatenente acquista il sapore di una straordinaria libertà.
Metti una sera a cena

E mentre ci salutiamo nella notte gelata pensiamo già a chissà come e chissà dove ci vedremo la prossima volta.
martedì 31 gennaio 2012
Amabili contraddizioni
Inaspettatamente, l'Innominabile e io facciamo a gara per portare fuori Wish all'ora di pranzo. La disputa finisce in pareggio, e usciamo tutti e tre, neri e ingombranti. Io non voglio perdermi l'occasione di scegliere i fiori per chi stasera ci prepara la cena, lui ha altri motivi, che non dichiara. Mentre scelgo ranuncoli di un rosa angelico da sdrammatizzare con anemoni fucsia mi molla con cane e guinzaglio e scompare. E mentre lui si allontana il fiorista mi consegna un mazzo uguale a quello che mandiamo stasera. Rientriamo a casa con comodo, io, Wish e questi fiori sublimi, e lo trovo che smista cartocci fragranti di rosticceria. Che ti ha preso, gli chiedo ridendo. Niente, avevo freddo e fame e sono andato a comprare il pranzo. Ma i fiori? Mi spiaceva che non li avessi anche tu, ti piacciono così tanto.
Il mio uomo è un incrocio tra un principe e un selvaggio.
Il mio uomo è un incrocio tra un principe e un selvaggio.
martedì 24 gennaio 2012
Sdoganiamo il lunedì
Da quando le mie preghiere sono state ascoltate (vorrei tanto lavoro da non sapere dove voltarmi) i giorni e le ore hanno perso qualunque fisionomia. Lavoro sempre, comunque e dovunque. In compenso, il giorno che preferisco è il lunedì. Per prima cosa ho un'intera settimana per fare tutte le cose che non sono riuscita a fare la settimana prima. E poi il sabato e la domenica faccio anche qualcosa d'altro, e il lunedì mi sveglio in una casa più pulita, con i bucati fatti, il letto fresco, i fiori nei vasi e le mani in ordine. Anche il caffè, che non mi piace ma bevo per abitudine, mi sembra migliore. E poi oggi è un lunedì difficile da dimenticare, ma la Socia e io ce lo meritiamo tutto. Ho paura, tantissima, ma avendo deciso che il modo migliore per fare una cosa è farla, vado avanti, e spero di arrivare lontano.
A quanto capisco domani è martedì. Peccato.
A quanto capisco domani è martedì. Peccato.
domenica 22 gennaio 2012
Alti e bassi del weekend
Mi addormento sul divano, tra ciotole d'acqua e ghiaccio in cui ho messo a galleggiare le rose di sabato scorso, che senza i loro altissimi gambi ritrovano il loro splendore. Mi sveglio in uno scenario meno estetizzante: nel vano tentativo di svegliarmi per un'emergenza Wish ha rovesciato un vaso di orchidee e dato libero sfogo alle sue sontuosità intestinali nel corridoio. Raccolgo cocci, terra, cortecce e residui fecali per un'ora, stiro per altre due, e nervosa come un equino esco e compro due golfini in saldo perchè quello che voglio è a prezzo pieno. Rientro con i miei improvvidi acquisti, smanetto su Linkedin e sistemo idee e progetti. Esco di nuovo, come ogni domenica, per il turno da mia madre. La trovo tra altre rose e un bunet fresco che troneggia in cucina. Recupero una pizza e il sacchetto con gli avanzi che l'angelo d'acciaio conserva per Wish, ritorno a casa e preparo la cena per me e per la pelosa, che mi accoglie come il figliol prodigo. Decido che stasera andrò a letto a un'ora decente, che domani scambierò i due golfini inutili con uno che mi serve, e che questa vita che non ha niente a che vedere con quella che volevo è molto più divertente. Ecco.
venerdì 20 gennaio 2012
Sorella Lumière
Sono tutti cinefili. Chi al cinema ci va stasera, e parla con chi c'è stato ieri. L'amica gemella che nel weekend vede due film, ma ha già una lista lunga così. Io invece no. Anarchici e navigatori a vista l'Innominabile e io, semplicemente, non riusciamo ad andarci, e i film dell'anno li vediamo dopo mesi, su Sky.
Poi mi imbatto in un cult, la scena delle scuse nei Blues Brothers, e parte l'amarcord di quando il grande schermo era sempre abitato. Quello del cinema vicino a casa, quello dove si andava apposta dopo aver cercato parcheggio per ore, quello enorme che ci eravamo messi in casa nella vita precedente. E le scene che puoi vederle e rivederle e ridere, piangere o assaporartele ogni volta. Il valzer del Gattopardo, il maiale nella doccia di Operazione sottoveste, i baci tagliati di Nuovo Cinema Paradiso. La dettatura della lettera di Totò Peppino e la malafemmina, le gaffe di Quattro matrimoni e un funerale, Thelma e Louise che schiacciano l'acceleratore, Miss Daisy che insegna a leggere al suo autista, l'immobilità di Quel che resta del giorno. L'odore della disperazione di Gruppo di famiglia in un interno, lo sguardo di Micol deportata nel Giardino dei Finzi Contini, il mare metallico di Morte a Venezia. La quadriglia di Cary Grant in Indiscreto, la bellezza impossibile di Helmut Berger nella Caduta dei giganti, il twist di Pulp fiction, la pajata del Marchese del Grillo. Il "nessuno è perfetto" che chiude A qualcuno piace caldo, l'ineluttabilità del Sorpasso, la disperazione della Ciociara. L'orgasmo simulato di Harry ti presento Sally, le lacrime ritrovate di Filumena, le coreografie di Mamma mia. E vorrei ringraziarli uno per uno, gli attori i registi le comparse e le troupe che mi hanno fatto questo regalo sublime.
Poi mi imbatto in un cult, la scena delle scuse nei Blues Brothers, e parte l'amarcord di quando il grande schermo era sempre abitato. Quello del cinema vicino a casa, quello dove si andava apposta dopo aver cercato parcheggio per ore, quello enorme che ci eravamo messi in casa nella vita precedente. E le scene che puoi vederle e rivederle e ridere, piangere o assaporartele ogni volta. Il valzer del Gattopardo, il maiale nella doccia di Operazione sottoveste, i baci tagliati di Nuovo Cinema Paradiso. La dettatura della lettera di Totò Peppino e la malafemmina, le gaffe di Quattro matrimoni e un funerale, Thelma e Louise che schiacciano l'acceleratore, Miss Daisy che insegna a leggere al suo autista, l'immobilità di Quel che resta del giorno. L'odore della disperazione di Gruppo di famiglia in un interno, lo sguardo di Micol deportata nel Giardino dei Finzi Contini, il mare metallico di Morte a Venezia. La quadriglia di Cary Grant in Indiscreto, la bellezza impossibile di Helmut Berger nella Caduta dei giganti, il twist di Pulp fiction, la pajata del Marchese del Grillo. Il "nessuno è perfetto" che chiude A qualcuno piace caldo, l'ineluttabilità del Sorpasso, la disperazione della Ciociara. L'orgasmo simulato di Harry ti presento Sally, le lacrime ritrovate di Filumena, le coreografie di Mamma mia. E vorrei ringraziarli uno per uno, gli attori i registi le comparse e le troupe che mi hanno fatto questo regalo sublime.
martedì 17 gennaio 2012
Notte, rose e caffè
Ed eccomi pronta per la terza sessione di lavoro della giornata. Rinfrancata dal freddo glaciale della passeggiata con Wish mi accomodo nel mio nuovo ufficio, che da quando il lavoro ha preso l'abbrivio si è trasferito dal divano al tavolo di cucina. Sulla sedia vuota ci metto le rose, mi faccio un caffè lungo e bollente, accendo una sigaretta e una candela.
E non la baratterei con nulla, questa notte di lavoro che se la guardo mi sorride.
E non la baratterei con nulla, questa notte di lavoro che se la guardo mi sorride.
Opinioni inconciliabili
Non so se siano attribuibili al nostro regime alimentare basato su prodotti
surgelati, ma da qualche giorno accusiamo sintomi inquietanti: la mattina mi sveglio con labbra a canotto, estremità gonfie e occhi a fessura, mentre l'Innominabile lamenta un hangover giustificabile solo con una sbronza biblica anche se non assumiamo alcoolici. Nella notte si agita, si alza e torna a rivoltarsi sotto la trapunta, mentre io, sveglia come un grillo, lo interrogo alla ricerca di una diagnosi. Alla terza domanda, imbufalito, consuma la secessione e mentre percorre il corridoio verso la stanza degli ospiti aggiunge a considerazioni non proprio encomiastiche sulle mie attitudini culinarie un'accusa precisa: "tu mi avveleni". Mi guardo, pensando a come siamo diversi nei nostri occhi e in quelli altrui. Io mi vedo come una bovara bernese mancata, lui mi considera la riedizione di Lucrezia Borgia. E nel pieno di questo sano confronto democratico mi addormento ridendo.
Il mio uomo è irresistibile suo malgrado.
surgelati, ma da qualche giorno accusiamo sintomi inquietanti: la mattina mi sveglio con labbra a canotto, estremità gonfie e occhi a fessura, mentre l'Innominabile lamenta un hangover giustificabile solo con una sbronza biblica anche se non assumiamo alcoolici. Nella notte si agita, si alza e torna a rivoltarsi sotto la trapunta, mentre io, sveglia come un grillo, lo interrogo alla ricerca di una diagnosi. Alla terza domanda, imbufalito, consuma la secessione e mentre percorre il corridoio verso la stanza degli ospiti aggiunge a considerazioni non proprio encomiastiche sulle mie attitudini culinarie un'accusa precisa: "tu mi avveleni". Mi guardo, pensando a come siamo diversi nei nostri occhi e in quelli altrui. Io mi vedo come una bovara bernese mancata, lui mi considera la riedizione di Lucrezia Borgia. E nel pieno di questo sano confronto democratico mi addormento ridendo.
Il mio uomo è irresistibile suo malgrado.
domenica 15 gennaio 2012
L'imperscrutabile fenomenologia dell'amore
No, lui non è l'altra metà della mela. Ma gira e rigira, alla fine ci incastriamo sempre perfettamente, io e quest'uomo imperfetto come me, che abita e coltiva i miei pensieri.Che strana storia, la nostra. Se la guardi ti sembra impossibile, se la vivi ti chiedi come hai fatto a star senza.
Sabato, sole, incontri
E finalmente dormo, abbracciata al sonno che avevo lasciato indietro. Mi sveglio con calma e col sole, in tempo per le rose dell'Innominabile che è già uscito, lasciandomi una mail e un'impronta nel letto. Esco con Wish e mentre sedo una diatriba canina mi imbatto per caso nell'amica gemella con le mie figliocce. Beviamo caffè e cioccolata, e mentre ci guardo da fuori, due donne, due figlie e un cane, sono felice. Recupero l'Innominabile, compriamo vino rosso e cose buone. Pranziamo insieme, io scaldo e scongelo, lui prepara il caffè. Facciamo nostri i minuti e le ore, ma finisce lo stesso, questa sosta leggera tra passi pesanti.
E nello specchio ritrovo il mio sguardo, e il sorriso timido di chi ha smesso di avere paura.
E nello specchio ritrovo il mio sguardo, e il sorriso timido di chi ha smesso di avere paura.
martedì 10 gennaio 2012
Tutta colpa di Picard
Picard, per chi non lo sapesse, è un supermercato che vende esclusivamente surgelati. Sfiziosi e succulenti, alcuni di una bontà devastante che quando li finisci ti viene la scimmia. Ci vado stasera e sotto la spinta congiunta di una fame atavica e delle promozioni mi carico di minikrapfen e pancakes, quiche gorgonzola e finferli, tortini al cioccolato con cuore fondente, olive ripiene, pretzel e sorbetti, moussakà e crepes. Concludo con un empito salutistico, prelevando verdure croccanti e frutta tropicale. A casa stocco, smisto e pregusto, ma è inutile: i tempi di cottura non li leggo nemmeno con l'ipnosi. Avvilita e soprattutto affamata, con l'andatura entusiasta da dead man walking vado a prenderli e li inforco, gli occhiali che l'Innominabile mi ha preso dopo avermi visto sdraiata con il libro all'altezza delle anche. Li metterò a 48 anni compiuti, dicevo, se li metterò. Li metto eccome, a 47 abbondanti, e quello che mi si apre davanti è un mondo nuovo, fatto di pixel e contorni, di fibre e dettagli.
La mia resa l'annego in un semifreddo al pistacchio, e addolcisco il mio sguardo che vede oramai solo le cose lontane.
La mia resa l'annego in un semifreddo al pistacchio, e addolcisco il mio sguardo che vede oramai solo le cose lontane.
lunedì 2 gennaio 2012
1 1 12
Entro nel 2012 con una coppa di crema al mascarpone, un sorso di champagne, la risata che io e l'Innominabile ridiamo nella notte, un risveglio pigro e sorridente che catturo nello specchio. E poi una passeggiata nei campi con Nina, Pongo e Wish, la luce di una giornata tersa e poi lattiginosa, il letto già rifatto, una doccia rovente, un portafortuna in regalo, un gelato allo zabajone, una casa meravigliosa da scoprire. E lacrime di commozione, voci e parole vicine e lontane, un burraco in cui sbanco tutti, una bottiglia che per vent'anni ha conservato la sua magia per un nuovo brindisi, il camino acceso, il film spalmata metà sul divano e metà sul mio uomo, le coccole ai caudati, i biscotti e la Nutella.
E' solo un giorno, ma vale una vita.
E' solo un giorno, ma vale una vita.
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