martedì 3 maggio 2011
3 maggio 1965
27 anni che ci inseguiamo nei compleanni, io alla fine di aprile, lei subito a maggio, nate e cresciute sotto lo stesso cielo.
Un cerchio e un quadrato, siamo, fatte della stessa materia. Ci siamo innamorate, come si innamorano le amiche, sui banchi dell'università, tra timpani e barchesse, coinemi e uroburos. Non è entrata nella mia vita, semplicemente ci si è accomodata, prendendo il posto che l'aspettava e le spettava.
Abbiamo condiviso lacrime e risate e tutto quello che c'è in mezzo, senza nemmeno accorgerci di quanta strada abbiamo fatto, complici e testimoni di amori e di abissi e felicità ritrovate.
E ogni volta che ci parliamo lasciamo mille discorsi sospesi come i caffè nei bar di Napoli, perchè le parole non ci bastano mai.
Le più belle sono le sue di tanti, tanti anni fa, quando per farmi gli auguri mi scrisse "24 aprile 1964 - la gioia che hai donato ai tuoi genitori nascendo la doni a me vivendo".
Le ho conservate per te e adesso te le rendo, quelle parole meravigliose
che non mi hai mai pèrmesso di dimenticare.
Buon compleanno, sorellina. E grazie, sempre.
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Questo post è il più bello che tu abbia mai scritto, mi sembra di avere le parole stampate sulla pelle come le squame di un serpente reale. Che bello Gio, che belle che siete, che bello mangiare queste emozioni che ci regali.
RispondiEliminaE tanti auguri, ma tanti, alla tua amica speciale.
Grazie Calzino, hai ragione. Perchè è talmente speciale da essere unica.
RispondiEliminaquello che hai scritto rende omaggio al fantastico, irrinunciabile e raro dono dell'amicizia. io che mi ritengo una super vincitrice al superenalotto delle amicizie ti capisco e ti supporto.
RispondiEliminaNon è un caso se quando decisi di farmi un tatuaggio non pensai nè all'amore in corso nè all'amore in generale, ma alla pianta meravigliosa che nasce germoglio e si insedia nel cuore e che si chiama "amica".
senza le mie due sorelle scelte senza possibilità di dissolvenza, ormai, dato il cemento fatto di ore e ore che si sommano in 25 anni di quotidianità e di silenzi e di risate e di lacrime e di screzi, io non potrei vivere. mentre ahimè ho scoperto che senza un uomo si riesce anche a vivere dignitosamente e coerentemente, e felici.
e quindi un grido di gioia per le amiche di sempre e per quelle nuove, e per quelle che verranno. incredibile ma vero. mentre nell'amore per un uomo l'arrivo di qualcuno che ti fa girare la testa crea problemi, nell'amicizia succede solo che si allarga il cerchio. e nella tua vita c'è solo più gioia, più amore, più scambio, più risate, più confronto.
e comunque sarà un caso ma le due amiche sorelle di cui parlo sono nate rispettivamente 10 giorni prima e 10 giorni dopo di me.
ps. auguri a te e alla tua amica.
caso? ma esiste davvero?
RispondiEliminaevviva le amiche sorelle, sempre
Non mi farò fermare da un insieme di lettere sparse che ieri hanno deliberatamente abdicato alla loro presenza sul tuo blog: vedremo quindi questa volta di salvar bene il mio flusso di parole sul tasto “commenta”.
RispondiEliminaEccomi qui, con una nuova rivoluzione solare che schiude questo mio quarantasettesimo anno appena abbozzato.
Da ieri, più che mai, i ricordi si affastellano nella mente e mi accorgo che, se rivolgo lo sguardo al passato, i fotogrammi che si inseguono, inquadrano immancabilmente una persona accanto a me.
Difficilmente ci si vede camminare da soli in qualche tempo e in qualche luogo, non perché questo non sia mai avvenuto, ma perché la zona del cervello dove risiedono gli impulsi visivi credo si intersechi necessariamente con la dimensione emotiva.
Tradotto, senza una persona accanto con cui condividere le emozioni, la vita non avrebbe ragion d’essere.
Non tutti, però, sono dotati di ugual fortuna.
Il mio karma, chiamalo pure buona stella o semplicemente buon Dio, in questa vita ha deciso di farmi sentire molto amata.
I miei genitori, accogliendo tutte le linee psicanalitiche suggerite nei tardi anni sessanta, sono riusciti a far di me una donna gioiosa e al contempo dotata di una sana consapevolezza e di un robusto realismo.
I rappresentanti del sesso antagonista, spinti inizialmente da curiosità ormonale, sono rimasti incagliati nella mia ragnatela che non occulta solo doni effimeri.
Le mie amiche, pressoché di sempre, approdate nel mio cuore, restano lì tenacemente ancorate, perdonandomi gli scivoloni dovuti a una passionalità mai sedata.
E poi ci sei tu che per me sei madre, sorella, figlia, amica, confidente, musa ispiratrice.
Sei stata la prima che sia riuscita a introdurmi agli scrittori moderni, quando il mio interesse non riusciva a scavalcare la soglia dei superclassici.
E’ con te che, ventenne, camminavo a piedi nudi per Londra, convinta che questa fosse la corretta modalità per comunicare al mondo il mio innato desiderio di trasgressione.
Sei tu che mi sei stata accanto quando Costanza ha emesso i primi vagiti.
Sei tu che ho scelto per condividere la stanza in cui Clarice si sarebbe addormentata, la prima notte della sua vita.
Tu sola hai saputo ridar fiducia ai miei quaranta chili, a tutto quello che del mio corpo era rimasto, consumato da troppo amore.
E allora dimmi , preziosa Giò, come potrei non ritenermi fortunata?
Monica
e qui si piange così tanto che le lacrime si fanno banchetto.
RispondiEliminanon mi hai mai chiamato musa ispiratrice, al massimo sorella maggiore. e hai buttato la sintesi alle ortiche. tu fortunata, io anche sbalestrata.
(grazie)