martedì 8 novembre 2011

Il deserto dei tartari

Che là fuori ci fosse di tutto e il suo contrario l'avevamo intuito, ma così tutto e così contrario non me l'aspettavo. La Socia e io, da qualche tempo sostenute dalla Terza con il claim "tri gust is megl che du" ci imbattiamo in fenomeni indescrivibili e ai confini dell'immaginazione, come in un racconto di Buzzati. Mediamente, i progetti che ci presentano sono accomunati da due elementi: la follia dell'intuizione fondante e la certezza che mentre a noi vengono richiesti obbligazione di mezzi e possibilmente di risultati, l'obbligazione del compenso viene considerata del tutto secondaria. Come se accompagnare per un tratto un'armata Brancaleone fosse di per sè un piacere e un onore.
Interrogo smarrita la Socia chiedendole se secondo lei sono io che ho un Alzheimer particolarmente precoce, e quasi ci conto, perchè la mia ultima speranza non è più quella di aver capito, ma capire di non aver capito.
Andiamo avanti, tenente Drogo, la fortezza ci attende.

4 commenti:

  1. quando capisci e speri di non aver capito è sempre un casino. ecco. quanto al tenente drogo, io lo seguirei ovunque. anche per il nome.

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  2. In effetti non si lavora solo per la gloria. Oddio, non sono sicura.

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  3. per la gloria posso anche lavorare, la mia però. per quella di terzi e pure pro bono mi sembra eccessivo.

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