mercoledì 19 ottobre 2011

Dell'utilità della sfiga, ovvero dell'inutilità assoluta

E' brutta, la notizia che mi raggiunge a metà giornata, e mi colpisce come una sberla nel sonno. Brutta e definitiva, di quelle che non ci sono gesti o parole, solo conseguenze. Sono piena di rabbia, e mi fermo in mezzo alla strada col cuore a pezzi e e il cervello che va a mille.
Non sto nemmeno a chiederlo, se posso fare qualcosa, perché la risposta la conosco già.
Nessuno può cambiare il destino.
Ed è questa consapevolezza che, paradossalmente, allevia il mio senso di inutilità. Quante sberle ho già preso. Una diagnosi che spegne la luce sui ricordi, un cuore che non batte in un'ecografia, la morte di un amore che era la mia vita. Sono caduta e mi sono rialzata. Apparentemente da sola, in realtà sorretta da chi, per sangue o per scelta, mi ha rubato ogni giorno un pezzo di dolore, l'ha lavato con le parole, l'ha nascosto tra le pieghe di una risata inattesa, e alla fine l'ha allontanato da me.
Solo questo posso fare, sorellina, rubare il tuo dolore e nasconderlo lontano.
Da oggi sono una ladra.

5 commenti:

  1. forse non conterà molto, ma ti sono vicina con i miei pensieri...
    è davvero difficile rialzarsi dopo batoste del genere e quando le viviamo sulle persone a cui vogliamo bene spesso è ancora peggio, ci si sente inutili e si perde il senso delle cose...
    ti mando un bacio

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  2. Vorrei che tu rileggessi la bellissima mail che mi hai mandato qualche giorno fa. E' tutto lì mia carissima Gio. Ti abbraccio.

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  3. ed è a quella e al tuo post sull'immobilità che mi sono ispirata. mi hai fatto capire che quando ci sentiamo inutili, in realtà, non lo siamo.

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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