sabato 17 dicembre 2011

Un giorno per me

Eccomi qua, in una casa inondata di luce, davanti al lusso di un sabato infinito che sembra un gomitolo di cui devo solo trovare il bandolo. Per sveglia, la voce dell'amica gemella e le nasate di Wish. Per colazione, cioccolata bollente e densa, rabboccata dopo la spesa da spremuta di arance e mandarini e cantucci alle mandorle. Rassetto pigramente la casa, avvio un bucato, raccolgo la solita matassa di peli misti alle foglie secche che arrivano da scorribande condivise su viali autunnali. Ho dodici ore di lavoro davanti, e non vedo l'ora. Non ho talenti, dai miei genitori ho ereditato le cose sbagliate, ma il mio lavoro non lo faccio solo per vivere. Lo faccio perché mi piace da morire, per quello mi è mancato tanto. E oggi i miei progetti planano sui bit ma atterrano sulla carta, e a sera voglio toccarli e annusarli come se venissero dalla terra e non dai miei pensieri.

4 commenti:

  1. ecco, io questa cosa la trovo bellissima. il sapore di terra che hanno i progetti quando cominciano a prendere forma.

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  2. ciao gap, che bello che hai esplicitato l'acronimo. non mi sembri persona da gap nel senso di carenza.
    no, decisamente no

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  3. no, a parte qualche carenza d'affetto, direi che sto a posto..
    grazie, eh
    :)

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