venerdì 30 settembre 2011

Casi di casa

Arrivo da mia madre trafelata e puntuale, pronta per officiare l'ultimo atto del capitolo piede rotto. Mi imbatto in T., jeans e camicia bianca immacolata: "settimana prossima Max entra in comunità, e oggi è il mio compleanno, 68 ne faccio". Mi limito ad abbracciarla, cosa vuoi dirle di un figlio che era un raggio di sole e adesso è buio come la notte. Scompiglio i capelli dell'angelo di acciaio, che la sua perdita ce l'ha incisa nello sguardo, e parto, sentendomi utile come una lampada a casa di un cieco. Torno e incrocio M., che precede la mia domanda: "il funerale è stato ieri". La guardo in silenzio, non so cosa dirle. Seguo mia madre, tornata bambina anche nei passi sempre più incerti, e arriva S., 40 anni portati con la grazia e le fattezze di un'adolescente. Quanto dolore in questa casa, le dico. E' la vita, Giò, mi risponde, scappo in redazione che stasera esco prima. Ho quasi paura a chiederle perché, ma me lo dice lei, che va fuori a cena perché è il suo anniversario di matrimonio.
Finalmente una bella notizia, che celebro trasferendo  un piccolo ulivo sopravvissuto in un vaso più grande. E nelle sue foglie risorte trovo un barlume di pace.

5 commenti:

  1. Un abbraccio. Prenditi cura di quell'ulivo. Se è sopravvissuto ci sarà un motivo.

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  2. Calzino, adoro quando ci sei, ma non mi piace farti piangere.
    Matteo, per te una parola abusata: grazie. Leggerò i tuoi post e cercherò anche i tuoi libri. E comunque ho già messo da parte un vaso ancora più grande, per il mio ulivo sfortunato e coraggioso. Dovrò dargli un nome, prima o poi.

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  3. mauro corona - le voci del bosco.
    (quanto è vero, quanto.)

    L’ulivo è un albero serio, dal dolore contenuto e dignitoso e dalla sofferenza non gridata. Non ama il chiacchiericcio salottiero, le assemblee, le tavole rotonde. Vive del suo passato doloroso e non parla di radiosi avvenire o ricchi futuri. E’ un albero nobile, bello e disperato. Cresce nutrendosi di un dolore antico, che lo deforma e lo contorce in curve impressionanti. L’ulivo non vuole attirare l’attenzione, anzi, cerca di nascondersi il più possibile. Ma non ce la fa. Le sue forme lo tradiscono e anche un bambino noterebbe in esse qualcosa di tremendo, di tragico e di drammatico che esce dalla terra. Il dolore sopportato in silenzio rende forti nello spirito, ma anche fragili, disinteressati alla vita e privi di ogni difesa. Per questo il freddo lo uccide con facilità. L’ulivo è un albero universale che rispecchia la vita di ogni uomo vivente. Nessuno infatti, sulla terra, dallo spazzino al re è immune dal dolore che piega l’animo e contorce i giorni fino al limite estremo.

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  4. sono atroci e bellissime queste parole, e probabilmente vere. l'ulivo di cui parlo è solo un'intenzione, e l'unico tormento che ha subito è la negligenza. ha accompagnato mia madre in campagna e tornato a casa ha messo foglie nuove e verdi come la primavera, troppo grandi per il suo tronco breve. ora si espande in un vaso appena più grande, ma è più basso del basilico, se si ambienta lo trasferiremo in vasi sempre più grandi e gli daremo un nome e un futuro, e se arriverà a mille anni come i suoi colleghi che ho visto in puglia spero che le sue fibre si ricordino di noi.

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