Mentre cerco le mie ferite ne scopro di ben più gravi sui corpi di persone a me infinitamente care. Un lavoro perso, un amore finito, cose vere insomma. Ne resto inizialmente travolta, ma l'adrenalina riprende il suo flusso restituendomi un senso.
Penso a quanto è più semplice esserci per gli altri, alla chiarezza con cui dissezioniamo i loro dolori già percorsi, alla trasparenza con cui vediamo tappe e meta del viaggio che inizia sempre con una perdita talmente grande da offendere e una valigia di interrogativi irrisolti.
Faccio mio il suggerimento di Petulia, e lo sguardo che rivolgo sugli altri lo punto su di me, o almeno ci provo, in questa alternanza di sonno e veglia che ieri mi ha inchiodato al letto fino alle tre del pomeriggio e stamattina mi ha regalato l'emozione di un'alba che sa d'estate, di rondini frenetiche, di stanchezza di cose fatte.
Se posso esserci per gli altri è perchè ci sono per me. Dev'essere così, per forza.
Rivolgetevi a me con fiducia: the doctor is back.
brava Gio :)
RispondiEliminaposso capire la delusione che assale quando nel momento del bisogno ci si rende conto che alcune persone da cui ci si aspettava una mano latitano, ma magari se ne incontrano altre che inaspettatamente sono lì a braccia aperte....brutta sensazione davvero, ma passato il primo momento di sgomento, questo può essere il momento giusto per tirare una linea, per capire chi c'è e chi no, per fare spazio nella propria vita a cose nuove belle a scapito di altre vecchie, che magari son rimaste ferme lì a prendere posto senza motivo...troppo dura? no, in effetti non credo, perchè se davvero quelle persone fossero state amiche sul serio, sarebbero state accanto a te senza bisogno di una richiesta da parte tua...scusa...ma sono un po' rabbiosa verso chi si fregia del titolo di amico senza esserlo davvero...
un bacio Gio, sei una gran persona!
oh oh, dev'esserci stato un malinteso. non sto parlando di latitanze, ma di persone che hanno motivi più seri per stare male come o peggio di me, sempre che esista una graduatoria del malessere. e di come il desiderio di renderti utile sia una sferzata di energia e ti faccia sentire viva e importante, perché la depressione ti fa sentire trasparente e in disarmo. e capisco le tue parole per esperienza, ma questa volta all'appello non solo hanno risposto tutti, ma ho avuto anche sorprese straordinarie.
RispondiEliminacome il fatto che anche tu, che non sai chi sono, sei tornata a controllare come sto. grazie per averlo fatto.
se mi sono sbagliata tento meglio :) è che nel tuo post precedente parlavi di indifferenza, anche se in buona fede, da pare di qualcuno, e mi era dispiaciuto...
RispondiEliminahai ragione, non so chi sei, però ti seguo sempre con interesse, e mi era sembrato normale riaffacciarmi un momento a vedere come andava! :D
Rieccoti, bentornata.
RispondiEliminaDa quel poco che posso averti letta, credo che ora tu sia un po' più te stessa, quella vera.
Per il mio lavoro vedo spessissimo gente che ha problemi seri, ma veramente seri, specialmente perché riguardano quello che hanno di più caro al mondo: i figli. E vedo che tra loro, vedendo chi sta peggio, trovano da soli la dimensione del loro problema.
Però, alle mamme che mi dicono: "Sai,mi vergogno di stare male solo perché mio figlio non cresce, se penso alla mamma del bimbo sordocieco..." io rispondo così: "è giusto ed umano che ognuno veda e si occupi del suo problema. Dio ti ha dato un bimbo che cresce poco, tu devi preoccuparti di quello. La mamma del bimbo sordocieco deve occuparsi di lui. Nessuna preoccupazione è troppo piccola da non meritare attenzione."
Nemmeno la tua.
Sei una guerriera, come me.
Pia
IRE: scusami, non mi ero resa conto che nel commento facessi riferimento al post precedente. In effetti una porticina in faccia me la sono presa, ma gli abbracci sono stati talmente tanti e forti e inaspettati che non ci bado nemmeno più. Ma capisco e condivido le tue parole, e no, non è semplicemente normale riaffacciarsi. E' proprio bello. Grazie
RispondiEliminaPIA: mi sa che se io sono una guerriera tu sei Alessandro Magno. E grazie per quello che dici, contestualizzare è il primo passo per affrontare.
Che bello, non ho mai detto grazie così spesso come negli ultimi giorni. Ma ne ho motivo, e lo considero un privilegio.
Grazie a te. Mai visto un potere di autoguarigione più rapido. Lo so, guarigione è un parolone, ma diamo tempo al tempo...
RispondiEliminaSe sei su FB cercami, la foto è la stessa. Se mi mandi un messaggio con il titolo del tuo blog saprò che sei tu.
Bacioni
Pia
ma belle che siete :) fa bene al cuore leggere certe cose...
RispondiEliminabaci a tutte e due!
Grazie, un bacio anche a te
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