martedì 7 febbraio 2012

Uso, possesso e custodia

La perdita del mio telefonino, bianco come la neve, dentro la neve stessa, mi ha fatto riflettere sul concetto di possesso. La perdita dell'apparecchio in sè l'ho superata subito, oltretutto avevamo un rapporto complesso. L'orrore per la perdita dei miei numeri telefonici è stato abissale, ma si è attenuato quando ho ritrovato un backup, parziale ma significativo. L'unica cosa che ho perso veramente sono foto e messaggi, quasi due anni di albe e tramonti, frasi d'amore e scambi d'affetto, di fiori che ho visto sbocciare, di volti che amo. E mi sono resa conto che le cose quelle che si toccano non le possediamo mai veramente, perchè finiscono prima di noi o dopo di noi, mentre l'unica cosa che veramente ci appartiene, perché vive e muore con  noi, sono pensieri e ricordi.
E in questa luce la mia condizione di nullatenente acquista il sapore di una straordinaria libertà.

1 commento:

  1. tante volte certi ricordi sono ancora più belli delle cose in sè.

    credo che le cose, le foto ad esempio, servano solo a ravvivare il ricordo, per evitare che cada nell'oblio.

    ma nulla di più.

    e si, la libertà si apprezza solo quando si spezza il legame con il superfluo.

    RispondiElimina