domenica 23 settembre 2012

22 settembre 2012

Marta era fatta a modo suo, un paradosso con gli occhi più azzurri del mondo. Quando l'ho vista la prima volta avevo vent'anni, lei qualcuno meno di me oggi. Non riuscivo a incasellarla nel mio immaginario di mamma, sembrava piuttosto una di noi ma decideva da sola. Adoravo la sua voce, che vestiva le sue parole di sogno e stupore, e ogni frase terminava con un sorriso. Sempre elegante, mai banale, l'incontravo ogni volta che nella sua famiglia succedeva qualcosa di bello e importante: un matrimonio, una nascita, un compleanno. Mi ha chiamata a marzo, quando la mia famiglia è finita, per offrirmi ancora una volta la sua. Era già oltre il tempo che i medici le avevano accordato, ma la sua voce era la stessa. Adorava, come me, i suoi ritmi e i suoi spazi, e restava a Milano anche in estate, tra le sue cose e i suoi alberi.
Adesso è altrove, forse dovunque, e io mi dò tutto il tempo che serve per imparare a crederci.

4 commenti:

  1. bentornata Gio...mancavi! spero tu stia bene, un abbraccio

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  2. grazie Ire, no, non sto molto bene, ma ci sto lavorando.

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    1. mi spiace...davvero...ma lavorarci è già un grande inizio, e credo ce la farai! ti abbraccio

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  3. mi spiace per il fraintendimento. ero molto triste per la scomparsa della donna che vedi nella foto, io sono devastata dal lavoro, ma sto bene. grazie però.

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