mercoledì 27 aprile 2011

Gesti e parole


Le parole sono tutto quello che ho. Vivo scrivendo e parlando e parlo e scrivo per vivere. Poi arriva la Pasqua e le parole, invece di rimanere sospese, diventano gesti. Quelli dell'Innominabile, che mi regala tutto quello che pensa mi possa servire o piacere, dalla gelatiera al costume da bagno. Quelli della Principessa, che per festeggiare il mio compleanno mi prepara un pranzo di Pasqua meraviglioso, e mi mette tra le mani libri e marmellate e dolci e rielabora sull'Ipad la foto più bella che ho di Wish. E le mani delle mie amiche che digitano messaggi, e compongono il mio numero, e impastano e impacchettano e infiocchettano.
E la sintesi la fa Laura, che mentre mi aiuta a sparecchiare e sembra me allo specchio mi dice che le mani delle amiche sono sempre vicine.

mercoledì 20 aprile 2011

Delirio


Tra la luna piena, la primavera anticipata e l'ennesima gravidanza isterica della mia cagnona il mio intorno si è trasformato in una sala parto. Sono circondata da nascite a getto continuo: i gelsomini che hanno già iniziato a fiorire, le rose, che pensavo mutilate dall'intempestivo intervento dell'Innominabile, mai così rigogliose e struggenti e profumate, l'erba che sfonda la pietra, il giallo della ginestra che sfida il cielo, i cuccioli immaginari di Wish. Mi sento la febbre, in questa vertigine di sole già caldo, di felicità e paura, come se il travaglio del mondo fosse solo mio.
E quando vedo una lucertola sul balcone penso che la follia inizia così, semplicemente, con un'allucinazione. Lo dico alla Socia, che sono davanti ad un rettile, come a chiederle aiuto, e lei serafica mi risponde di stare tranquilla, che è normale. E la sua calma mi dice che questa emozione malarica che mi lascia sfinita di fronte a troppa bellezza è solo la primavera, e io, che sono una figlia di aprile, mi preparo a rinascere.

venerdì 15 aprile 2011

Ecco perché


Era un sacco che non ci passavamo una serata da sole, io e lei. La vado a prendere a scherma e la porto a casa, zigzagando tra il verde e le strade. Non è uscita dalla mia pancia e non è un pezzo del mio quotidiano, semplicemente c'è, immanente come la certezza che il sole si alterna alla luna. E facciamo le stesse cose che facevamo quando lei, che conosceva solo gli oggetti, davanti a un concetto mi chiedeva: cos'è?
E' metà donna e metà bambina, la mia coccinella adorata, che viene con me a curiosare nell'armadio, si prova i miei vestiti, si mette i miei orecchini, e giochiamo parliamo mangiamo e ridiamo, e abbiamo gli stessi capelli e lo stesso sguardo, indomite e indifese come anime belle.
Mi allontano un istante, e quando la rivedo è come se fosse stata sempre nel mio orizzonte, e finalmente capisco che se non ho figli è solo perchè di amore si può anche morire.

giovedì 7 aprile 2011

Attese


Ognuno ha il Godot che si merita. Quello che aspetto io dovrebbe portarmi una gomma magica per cancellare quest'ansia prospettica e tridimensionale, che affastella incombenze e ottimizza percorsi in cerca di pace. Vivo tra onde fatte di doveri e d'incerto, e sogno di sdraiarmi sulla terra a sentir l'erba che cresce. Vorrei giornate ininterrotte e un tempo davanti fatto di passi, non di gradini. Vorrei vivere seguendo l'istinto e la luce, e vorrei imparare il presente, dimenticando passato e futuro.

mercoledì 6 aprile 2011

Banalità a scopo catartico


Che la vita non sia il collegamento più breve tra due punti lo sappiamo fin dall'infanzia. Evidentemente non rientro in un programma di evoluzione darwiniana, perché tutte le volte che mi imbatto nella sinusoidale mi stupisco come la prima volta.
Come ieri sera, quando alle otto vengo colta da sindrome-della-geisha ed esco per comprare frutti di bosco, colomba e un regalo per l'Innominabile e quando rientro carica come una renna lo trovo spalmato di fronte alla Champion's, lui che il calcio non sa nemmeno cosa sia. E mi sorride come se non mi vedesse da anni, e mi dice di fare con calma, trasformando la serata in una magia di movimenti misurati e rotondi, di prima cena in terrazzo e di uccellini che attraversano le nostre parole. Sono così disabituata alla perfezione del benessere che mi sento onnipotente, e mi godo l'abbraccio di stelle benevole. Vado a dormire sorridendo alla notte, e finisco in un videogioco. Soccombo nella lotta con orde di zanzare, materializzate da caldo e irrigazione precoce, mi gratto, mi rigiro e non mi addormento, o forse sì perchè a un certo punto mi sveglio, carica di pensieri fuligginosi. E la mia giornata è una sequenza di storture, di errori e di spigoli, di simboli infranti.
Me ne frego, mi metto in costume, prendo il mio Vaio e lo racconto al mio blog. Forse le mie dinamiche dell'apprendimento iniziano a funzionare. Domani è un altro giorno, e anche se a zig zag un pezzo di strada l'ho fatto anche oggi.

martedì 5 aprile 2011

Natura, potenza, bellezza


Quattro giorni di estate travestita da primavera incipiente sono bastati per scardinare l'interno e l'intorno, dal mio metabolismo impazzito a questa esplosione di bellezza che mi circonda e stordisce. L'assaggio nel lungo week end a casa di mia madre, scoprendo parchi e giardini fuori dai miei percorsi consueti dove Wish e io affondiamo in un mare di trifoglio intervallato da isole gialle, bianche e azzurre. E me la godo tutta quando tornando a casa vengo accolta da rose, azalee e glicini in fiore, un esercito di formiche e il merlo, che dopo una lunga latitanza è ritornato nella siepe col suo harem.
Cerco e trovo ciuffi d'erba e di fiori che si sono fatti strada tra le lastre di pietra, seguo i percorsi dei semi di ginestra che portati dal vento si sono insediati sul frontone della chiesa qui accanto, rivolto la terra nei vasi, pianto e raccolgo.
E perdo peso e perdo il sonno come se mi fossi appena innamorata, mi sento una foglia ma anche un albero, volo e ho le radici, complice e vittima della forza che ha la natura quando si sveglia.