giovedì 30 settembre 2010
Paradossi culinari
Inviti
Mi sento quasi una socialite.
Gnicchi gnocchi con la coda
E oggi, che oltretutto è giovedì, ho voglia di gnocchi che sanno di patate e di me bambina.
L'insostenibilità della pausa caffè
Guardo Wish che catafottendosene delle sua ciotola di acqua fresca beve con gusto l'acqua dai sottovasi in terrazzo, e mi rendo conto che il mio cane è sostenibile.
La natura è perfetta, e si rispetta da sè.
mercoledì 29 settembre 2010
Cleptomania
Autunno/2
Tutta sua madre
Io una tiratardi analitica e dietrologica, lei una sintesi che vive tra presente e futuro. Ma siamo inseparabili, e quando la chiamo per raccontarle l'incontro ridiamo come le pazze.
E da figlia unica auguro a Beatrice di trovarla anche lei, una sorella elettiva che non ti lascia mai sola.
Corsi e ricorsi
martedì 28 settembre 2010
Da pari a pari
La fame
lunedì 27 settembre 2010
No, gli occhiali no
Coi capelli bianchi ho imparato a convivere, la mia pellaccia ha ancora più o meno ragione delle rughe, sono in forma e, cosa inedita, mi piaccio davvero, ma la mia vista da falchetto che mi abbandona mi mortifica proprio.
Oggi ho dovuto modificare le impostazioni dello schermo per riuscire a decrittare la posta e il mio stesso blog. A peggiorare il tutto, un sms dell'ottico con un'offerta per lenti correttive e relativa montatura.
Salmoiraghi, non avrai il mio scalpo. Al massimo il mio cadavere, quando scambierò un tir per il mio cane.
Il sole bacia i belli
Buon segno
Tornando a casa
sabato 25 settembre 2010
Campagne e castagne
Segreti e desideri
venerdì 24 settembre 2010
Il mezzanino
Come vivere senza
Quello che ho amato
Oggi giochiamo a famiglia/2
Gli dirò di coprirsi che fa freschino.
Il manifesto
Oggi giochiamo a famiglia
Carrozza 7, posto 41
Meno male che si parte
E poi tutti i miei pensieri, grevi come pietre.
E i miei sogni, impalpabili come nuvole e gonfi di speranza, li metto in fondo perchè non scappino.
Ho paura. Di essere ammalata, di non farcela, di avere sbagliato tutto.
Aiuto!
Wishful thinking
Poi penso alle mie microcertezze, e al centro, finalmente, ci sono io. Devo avere cura di me e diventare il mio centro motore.
La virtù ce la metto tutta. Ora devo solo trovare un po' di fortuna. Chissà se la vendono nel banco dei freschi.
giovedì 23 settembre 2010
Il Cenacolo
Quella del corpo e quella del cuore.
Fashion (week) victim
mercoledì 22 settembre 2010
Un blog tira l'altro
martedì 21 settembre 2010
Ossessione
Ma la follia si conclama nella seconda parte, quando pontifica lieve sulle modalità di fruizione della ricetta appena descritta. Sposta con mossette impercettibili ma continue alzate e bicchieri a motivi entomo-ornitologici che neanche in una portineria, e sorridendo compiaciuta ti spiega perchè un cartoncino di invito è meglio di un sms o una mail.
Eppure, non riesco a farne a meno. La terrina di verdure per lo snack di mezzanotte mi aspetta.
Inadeguata a chi?
Dove ci sediamo, mi chiedono tutti. Dove volete, dico a voce sempre più bassa, avvertendo il peso della mia incapacità come regista di conversazioni.
Carne, radicchio, pannocchie e formaggio vengono pronti insieme, e piazzo i piatti in mano ai convitati che si mettono in fila in ordine di cottura: prima quelli che la carne la vogliono al sangue, poi la cottura media e poi il carbone. Sembra un self service.
Mi alzo in continuazione perché Fernando latita, interrompendo conversazioni che non riprendo perchè troppo ubriaca per ricordarle.
Quando tutti se ne vanno penso che sono stata bene, anzi mi sono proprio divertita. Mi guardo negli occhi che amo e quello che vedo mi piace. E pure tanto.
Se sono nata inadeguata non ha senso cercare di adeguarsi.
Io sono fatta così. Punto.
Lusso (quello vero)
lunedì 20 settembre 2010
Autunno
Shopping addiction
domenica 19 settembre 2010
Maldon
No, tu no
sabato 18 settembre 2010
Una come noi
Guardo Csaba su MySky mentre lavoro al PC: tortine di mele con la sfoglia pronta e un affogato con la coppa del nonno che però si chiama Caffè di Liegi. Inquietante.
Sbaglia tutto, dalle dimensioni della teglia, sostituita in un'inquadratura successiva, al numero delle tortine, preparando la base per sei ma avendo il ripieno per cinque. Anche le dosi di burro e zucchero vengono corrette in corso d'opera. Mi dà l'idea di una puntata di scorta, del tipo massì dai, e mi sento defraudata.
Poi, con un golfino a trecce rosa chiappa di macaco si tramuta in consulente matrimoniale: dopo gli entusiasmi iniziali, sembra suggerire, cosa c'è di meglio di una colazione su una tavola apparecchiata con cura? Nel mio piccolo avrei dei consigli, e non oso pensare alla risposta del maschio italiano medio.
Ciliegina finale: mentre consumate la vostra colazione, fate in modo di godere della vista sul panorama, o sui tetti, o al limite sulla casa della vicina, se siete in un appartamento.
Cara Csaba, capisco che hai grattato il fondo della pentola, ma ti serve un nuovo autore. C'è il fidanzato di una mia amica che farebbe proprio al caso tuo.
venerdì 17 settembre 2010
La faccia come il culo
Interpello aziende per finanziare un progetto in cui la Socia e io crediamo moltissimo. Risposta: abbiamo deciso di sponsorizzare con una partecipazione a titolo gratuito.
Perfetto, ora vado all'Esselunga e alla cassa spiego che intendo acquistare la mia spesa, ma a titolo non oneroso. Poi da Hermes, per un'acquisizione temporanea. L'esproprio proletario lo faccio da Roger Vivier, anche se i miei piedi nelle loro scarpe non ci entreranno mai.
Il mio ex marito aveva ragione: bisogna rivedere il concetto di suffragio universale.
giovedì 16 settembre 2010
La sindrome di Csaba
Se domani sera non sto attenta, servendo il sushi all'Imprevedibile e alla Principessa, dirò pure bon appetit.
Abbattetemi.
Facebook/2
Mi scrive la mia compagna di banco delle elementari, congratulandosi per la foto sul profilo. Ne sono commossa, mi sentivo un'intrusa, tra le fanciulle del collegio, e questo complimento annulla retroattivamente il mio disagio infantile.
Guardo la sua, e dopo più di 30 anni le confesso che io i suoi ricci color miele, e i suoi denti candidi e la sua pelle ambrata li invidiavo tanto. E poi era l'unica più alta di me, essere l'ultima è una forma deviata di eccellenza, ma second best proprio non mi piace.
E soprattutto, aveva le tette e le mestruazioni mentre io, a 11 anni, giocavo con il Giovannino perchè il Cicciobello mi sembrava troppo avanzato tecnologicamente, con il ciuccio e il bibe e il pisello di plastica.
Ma tu pensa.
Non ci sono parole
Stai uscendo? mi chiede.
No che non esco, dove lo trovo un sosia di Sean Connery che mi porta i fiori alle sette?
Te li ho fatti mandare, ma ho incrociato il fioraio davanti al portone, così li ho presi io.
Ah.
Via giacca e cravatta, si accende un sigaro di fuori. Lo seguo, e sfodera un pacchettino. Lo scarto e trovo un filo di cuoio con una mini-Wish e un osso d'argento.
Io su una sequenza del genere posso vivere di rendita fino alla vecchiaia. Niente cofana da Doris Day, da domani chiamatemi Sandra. Dee.
mercoledì 15 settembre 2010
Casalinga dentro
Non appena conferma il suo arrivo metto il burro ad ammorbidire, conto le uova residue per una crostata di benvenuto e decido di comprare dei fiori da metterle sul comodino.
Per tanto così mi faccio anche la cofana platinata. Come Doris Day.
Ma pur di non fare le cose che devo fare aggiorno la foto del profilo, creo due album fotografici sul mare e su Wish e poi, non paga, chiedo l'amicizia a due compagne delle elementari, un relatore, un ex fidanzato del liceo, una ex collega, il veterinario e pure la figlia di una mia amica.
Gli amici su Facebook sono come i parenti ai matrimoni: svelano le tue origini. Leggo rapidamente la mia storia attraverso facce che non vedo da più di vent'anni e mi ritrovo.
Devo smettere di farmi un bianchino prima di cena. Da domani solo tè freddo.
martedì 14 settembre 2010
Missing you
E avrebbe pure ragione.
Domani quasi quasi mi compro del testosterone. Chissà come sto con i baffi.
Colpo di frusta
Bastardi e puntuali, ci sono fili invisibili che mi strattonano quando mi allontano, sorrido una volta di troppo, accarezzo l'idea di tirare il fiato.
E' un attimo, e sono di nuovo in mezzo ai miei fantasmi. A settembre, poi.
Rivivo la mia passione banale e senza croce, mi rivedo sorridere convinta delle mie sorti magnifiche e progressive mentre mi imbarco sul Titanic, e poi con i piedi a filo della striscia gialla, la sera, sui binari della metropolitana.
Tante immagini di una me che non esiste più ma che mi è rimasta dentro con la sua storia. L'unica che riesce ancora, e sempre, a farmi piangere.
10+10=0
Il 14 ottobre 2000 è finito tutto, a Parigi, in una serata tiepida e dolcissima. Tra un mese l'andata e il ritorno avranno la stessa intensità, e si compenseranno in una definitiva elisione.
Sono stata sempre seduta sulla riva del fiume, e nell'acqua che scorre ho visto gorghi terrificanti e il riflesso di fiori e di nuvole.
Credo che lascerò il mio osservatorio e inizierò a camminare. Ho voglia di andare incontro al destino, basta aspettarlo. Perchè se sbaglia strada poi si fa tardi e viene buio.
Oggi orario continuato
Ho in lista una serie di cose che mi intrigano abbastanza, e un paio che mi infastidiscono e basta. Se fossi saggia me le leverei subito dai piedi, invece decido di partire da quello che mi va di fare con un corredo di senso di colpa. E' quello il mio carburante, un gigantesco, totalizzante senso di colpa che mi fa sentire inadeguata anche quando sono la prima fan di me stessa.
E' buffo non capire bene per chi e per cosa lavori ma avere lo stesso un'agenda che assomiglia a quella di una persona con uno stipendio.
lunedì 13 settembre 2010
Zapping
Faccio zapping sulla TV, tanto lo so che io la finale di Miss Italia non me la perdo, e sul mio Vaietto, controllando polvere e lacrime e rispondendo alla Principessa.
Poi coccolo via cavo l'Imprevedibile, che si interroga sull'accrocchio di futuri possibili dei suoi Gracchi. Vorrei avere tutte le risposte e mettergli le ali, invece mi sento un'ancora che lo incaglia. E invece di rimuginare sull'equilibrio fragilissimo della mia esistenza cerco di godermi questi momenti di pace. Il cambiamento incalza, e io ho deciso di non resistere, sia quello che sia.
E' evidente che questo stato di grazia non può durare, ma che bello esserci passata.
L'allegria
Sarò anche una Pollyanna de noantri, ma finchè sono immeritatamente sana, amata e in attesa di capire che ci faccio qua, quasi quasi io me la godo...
Pausa pranzo
Telelavoro
domenica 12 settembre 2010
Che strada faccio?
In galleria nenache, troppa gente. Porta Romana ha i marciapiedi stretti. Moscova non mi va, verso Garibaldi c'è sempre un po' di deteriorità milanese.
Penso ai sentieri di ghiaia che l'Imprevedibile ha previsto a Sutri, dove conosco ogni zolla e ogni odore, e mi viene il magone.
Poi mi vengono in mente i vicoletti intorno a Brera, dove non passano le macchine e possiamo anche togliere il guinzaglio, e decido che l'acciottolato della mia città va benissimo. Scarpe comode, telefonino e un soldino nel caso volessimo fare tappa da Grom per un gelato.
Si esce!
A cena da Petulia
La comunicazione diventa una sorta di buffet meraviglioso da cui prendere un assaggio di tutto e poi fare il bis di quello che ti è piaciuto di più. Apriamo mille discorsi con incisi a grappolo, io mangio come se fosse l'ultima volta. Salame, arrosto, patate al forno che mi fanno pensare alle madeleinettes (quelle di Proust, non quelle di Csaba).
Non resisto, inclino il piatto come faceva mia madre quando ero piccola, un filo di olio e poi intingo il pane fatto in casa come in una cerimonia rituale.
Farcisco di gelato le brioche con il tuppo, prima mi occupo del bordo cremoso schiacciando leggermente, poi attacco sistematica la brioche.
Sono lucida ma incantata, i fagotti hanno le mani più belle del mondo, accarezzo Nube la lince che gatteggia per casa, annuso il lievito madre, parlo, ascolto e sto bene.
A fine serata Petulia e l'upbdm (avercene!) scortano me, il mio cestino nuovo di zecca e il suo prezioso contenuto di pane e salame verso Karlotta.
Prendo la strada che mi piace di più, trovo parcheggio sotto casa, salgo e per le scale mi chiama l'Imprevedibile. Parliamo per più di un'ora, come due innamorati che devono ancora conoscersi e quando ci salutiamo parte la sessione di coccole con Wish sul divano.
Sigaretta della staffa, un bicchiere d'acqua fresca e uno sguardo all'ulivo illuminato. A volte la vita è meglio di un film.
La domenica
Wish mi guarda con il muso da cane al confino, dovendo smaltire la cena di ieri e il muffin di oggi penso che ci faremo una decina di chilometri a piedi, così poi lei dormirà tutto il giorno mentre io mi prendo l'ultimo sole.
Nel frigo ho datterini e ricotta, e nel mio cestino nuovo di zecca il pane di Petulia. Credo che una bruschetta sia doverosa.
E rendo grazie al fatto di essere donna, di trovarmi irresistibile e di avere un uomo che c'è sempre ma non è quasi mai tra i piedi.
martedì 7 settembre 2010
To do list
Poi decido di usare i post it, che attacco sul frigo divisi per categoria. E così, accanto alle deadline da cardiopalma - commercialista banca raccomandate badante medicine assicurazione medico idraulico - trovo compiti degni di Csaba, che profumano di more e di benessere. Crostata, picolit, marmellata: impasto, raffreddo e infiocchetto le cose da portare a chi ci invita a cena domenica sera.
E poi orchidee con un bel punto esclamativo, che significa cercare un coprivaso per quella, bellissima, che ci hanno regalato.
Così va meglio.
A casa
In poco più di quattro ore, contro ogni previsione, siamo a casa, e ho un pomeriggio intero che mi aspetta. Facciamo a Milano le stesse cose che abbiamo fatto finora, ma è tutto in miniatura. E siamo felici lo stesso.