lunedì 28 febbraio 2011

Presbiopia e lungimiranza


E' ufficiale, da vicino non ci vedo più. Da lontano, in compenso, la mia vista da falchetto è rimasta inalterata. Ma a farmi percepire il senso degli anni che dolcemente si depositano sulle mie spalle non è la vista, è la visione.
Ascolto storie di amori interrotti, amori disperati, amori senza amore, e prima che il finale mi venga svelato vedo già trama e orizzonte dipanarsi con chiarezza, come il fondale all'alba quando il mare è calmo. E in ogni storia di dolore o di felicità riconquistata leggo sempre un pezzo della mia, di storia. Quella che è stata e quella che avrebbe potuto essere, come se una vita non bastasse e ne avessi anche una di scorta.

domenica 27 febbraio 2011

Amnesia e perdono


Martedì mi sono regalata tre rose. Le ho messe in un vaso, ma senz'acqua. Quando l'indomani mattina me ne sono accorta sembravano già l'esito di un funerale estivo. Colta da senso di colpa le ho immerse in acqua e ghiaccio e messe all'esterno, dimenticandole. Quando le ho ritrovate, fresche e pronte a sbocciare, ho capito che mi avevano perdonato.
Ci guardiamo, queste meraviglie generose e io, che per imparare a perdonarmi ci ho messo più di 40 anni, mentre a loro sono bastati un giorno e una notte.

venerdì 25 febbraio 2011

Le imprese delle donne


Sono belle, le donne che lavorano. Siamo in quattro, oggi, intorno a un tavolo, ciascuna con la sua storia, i suoi progetti e le giornate come valigie troppo piccole per contenere tutto. E indipendentemente dalla possibilità di lavorare insieme, ci ascoltiamo con curiosità, che è l'anticamera del rispetto, e ci ammiriamo per quello che ciascuna sa, vuole o riesce a fare.
E ci salutiamo con lo sguardo complice di chi fa parte della stessa squadra, e gioca pulito.

Saturno dentro


Sono di equilibrio instabile, cado anche da ferma. Eppure, da quando ho trovato il mio baricentro scoprendo che ha la mia faccia, sono diventata contagiosa. O forse solo superba, pensando a quanti anelli mi gravitano intorno. Come quelli di Saturno, che abbraccia simbologie tra cui il dovere, la privazione, la logica, la capacità di concentrazione, la vecchiaia (courtesy of Wikipedia).
Sono un pianeta e non me n'ero accorta.

mercoledì 23 febbraio 2011

Viaggiare leggeri


Tra l'uso e il possesso non ho dubbi, scelgo il primo. Da piccola sono stati furti, rovesci e altre amenità a insegnarmi che gli oggetti vanno e vengono e spesso non tornano. Da grande ci ho messo del mio, lasciandomi indietro cose che avrei recuperato un giorno. Alcune le ho trovate e altre no, ma non rileva.
Se penso agli oggetti ai quali non potrei rinunciare faccio fatica. L'orecchino dell'angelo che chiamavo nonna, che mi protegge da quando lei ha dovuto smettere. I miei vasi con le storie dei fiori che hanno accolto e dissetato. Il mio Vaietto e le chiavette USB in cui è compressa la mia storia. La foto di mia madre a vent'anni, e quella di me neonata tra le sue braccia. Alcuni scatti di mio padre virati seppia. La tovaglia dei miei primi compleanni. Un paio di stivali. La mia giacca da biker, così piena di tasche e anfratti che la borsa non serve più. Tre libri. E poi il mio blog, e quelli di Petulia, Tina e Calzino.
Direi che uno scatolone, al prossimo trasloco, è più che sufficiente.

Corteggiamenti in ordine sparso


Due giorni che rimugino sul post di una Petulia prossima al trasloco, e dai cui armadi sbucano vestigia di amori che furono o che avrebbero potuto essere, e parte l'amarcord. Lui che baciandomi la prima volta mi dice che sono la donna più bella di Milano, io che lo racconto emozionata a mia madre e lei che replica "bel complimento, avesse almeno detto della Lombardia". E lui che mi manda in ufficio un cesto di peonie talmente grande che bisogna svitare le cerniere della porta per farlo passare. E lui che il giorno prima dell'esame mi lascia un trionfo di frutti di bosco in portineria per non distogliermi dal ripasso. E lui che mi dice che assomiglio a qualcuno, anzi, a un fumetto, ma non gli viene il nome. Poi si illumina ed esclama "ma sì, dai, il cane di Topolino. Pluto, ecco, sei identica a Pluto".
E io che mi innamoro di lui e ancora non mi è passata.

I sogni son desideri


Eccolo, uno dei miei oggetti del desiderio. Quando l'ho visto, ed è stato amore a prima vista, era molto caro, adesso è pure introvabile. Lo smoking di Yves Saint Laurent, qui in uno scatto di Helmut Newton. Due titani per un'opera perfetta.
E quanto è femminile un vestito da uomo quando si posa sulle forme più fragili di una di noi.

Le brutte notizie


Scorro rapidamente le notizie in rete, e mi si gela il sangue. Noi nel fango tra puttane e prosseneti, gli altri nel sangue. Vorrei prenderlo tra le braccia, questo mondo malato, e restituirgli la sua bellezza.
A vent'anni volevo fare la rivoluzionaria, a trenta la cittadina del mondo, e ora l'infermiera.
Povero mondo, abitato da gente piena di propositi ma non di progetti.

martedì 22 febbraio 2011

Compagni di viaggio


Il vero problema, con i problemi, consiste nell'accettarli. Sono come squali che visti da terra ti fanno passare la voglia di entrare in acqua. Poi ti butti, li incroci, ci nuoti accanto e te li lasci alle spalle, in attesa di incontrarne di nuovi. Così è stata la mia vita, e se la leggo al contrario a volte non ci credo. Era uno squalo l'amore mentre finiva, la malattia che mi cresceva accanto, la barbarie nel lavoro, la volgarità di comportamenti che avrei voluto esemplari.
Squali con cui ho imparato a convivere, mentre insieme nuotiamo verso riva, io in cerca di pace, e loro di prede.

domenica 20 febbraio 2011

Te li dò io i Jalisse


Nel lungo weekend che passo a casa di mia madre benedico Sanremo, che ci regala parole e suoni e fiori e risate. Mi riconcilio con la musica, che per troppo dolore mi sono lasciata alle spalle anni e anni fa, sapendo che se non stai attenta una canzone può ucciderti. E sono sinceramente felice del verdetto finale, so e sento che questa canzone mi resterà nelle orecchie e forse mi entrerà nel cuore, come Luci a San Siro, che mi commuove senza un perchè.
Guardo il tempo sulla faccia di Vecchioni e penso che da ragazzo in estate suonava la chitarra con l'Innominabile, e che la sua donna è stata un grande amore di chi amavo nella mia vita precedente.
Strano pensiero, che lega quest'uomo all'adolescenza degli uomini che hanno cambiato la mia vita quando io non avevo ancora attraversato la loro.

Le mani delle donne


Quelle dell'angelo d'acciaio, che fanno brillare la casa della mamma come uno specchio, riempiendola di luce, bellezza e cose buone. Quelle della vicina, che mi portano doni meravigliosi, inattesi e beneauguranti. Quelle di mia madre, che stringono le mie mentre guardiamo Sanremo e hanno il tocco lieve dell'ala di un passero. E poi quelle della Socia, che infornano il pane ai cereali appena in tempo per porgermi quattro forme perfette, morbide e profumate mentre torno a casa mia. E poi le mie, che non stanno mai ferme, e ora danzano sulla tastiera a rendere grazie.
Le mani delle donne lasciano sempre un'impronta.

martedì 15 febbraio 2011

Cicca cicca


Essendo figlia unica, ero obbediente per forza: senza alleati non si va lontano. E così, di Carosello vedevo solo la prima parte, e di Canzonissima a malapena la sigla. Sanremo non prevedeva eccezioni, e la mattina dopo mi limitavo a chiedere il nome del vincitore. Finchè, grazie alla progressiva sordità dell'anziano avvocato del sesto piano che vedeva la tv sopra la mia stanza, una sera Sanremo l'ho seguito dall'inizio alla fine, e la mattina, a colazione, ho esordito con "tanto lo so, che ha vinto Nicola di Bari anche stavolta".
Un bello scoop, per una nativa analogica.

lunedì 14 febbraio 2011

domenica 13 febbraio 2011

Piccoli riscatti


Erano più di vent'anni che non le mangiavo. Ricordo un pomeriggio di lavoro in cucina con mia madre, alle prese con una crema da sedici uova, e poi l'arrivo trionfale di questo arcipelago di isole galleggianti nel loro mare caramellato. Adolescente ed emozionata, avevo ottenuto la concessione di partecipare a una festa di "ragazzi grandi" in quanto amica della sorella del festeggiato. Quando ci siamo accorti che non eravamo tanti, ma troppi, i vandali se n'erano già andati. La cucina devastata, piatti ed elettrodomestici lanciati in cortile, e le mie isole preziose inquinate da cenere e mozziconi.
Ieri, invece, mia madre e il suo angelo custode le hanno rifatte, e questa sera mi sono riconciliata con la magia di questo dolce che sa di cose buone, di donne in cucina e di festa che viene.

sabato 12 febbraio 2011

Fatti e cifre


Siamo inesorabilmente due single accoppiati, l'Innominabile e io, e di fronte al weekend in contesti non abituali siamo perplessi come vestiti in prestito. Ci chiediamo continuamente cosa vogliamo fare oppure proponiamo cose ma anche no. Alla fine optiamo per un intervento manutentivo del terrazzo: lui poterà le rose, e io sistemerò gli arredi da esterno nella speranza di poterli usare presto. Ma nessuno dei due osa dare inizio alle grandi manovre, per timore di spezzare questo incantesimo fatto di luce, di brezza e sospensione.
E penso al privilegio di una felicità scalabile, che riesco a godere da sola, in coppia o in famiglia, quando la Principessa, il Grande o il Preferito si uniscono a noi.

venerdì 11 febbraio 2011

Fenomeni che la scienza non può spiegare


Per colazione ho inondato di panna un muffin al cioccolato con le dimensioni di un fungo atomico. Per merenda la panna l'ho dirottata su una tazza di cioccolata fumante. E per dessert, dopo cena, una coppa di geleato al cioccolato, gusto sacher ai lamponi, di Biancolatte.
Allora, il consumo smodato di zuccheri innalza la glicemia, quello di grassi il colesterolo, mentre il consumo smodato di entrambi innalza il mio livello di benessere portandolo ai confini della felicità.
E' evidente che il cacao è un alimento magico.

Sociologia di parchi e giardini


Girelliamo, io e Wish che è in calore per l'ennesima volta, seguendo i percorsi meno battuti. Parchi e giardini non sono posti per anime solitarie, tutti accompagnano qualcuno: un cane, un bambino o una persona anziana. Poi ci sono le coppie, quelle di giovanissimi, di immigrati e clandestine, le amiche che camminano a braccetto, i turisti, gli studenti che hanno balzato scuola e fumano canne seduti in cerchio.
E chi ci viene da solo attraversa veloce questo polmone verde, come se non volesse farsi scoprire.

giovedì 10 febbraio 2011

Gestire la complessità


La mia complessità è semplice. E' il sacchetto della spesa che si attorciglia al polso impedendomi di infilare le chiavi, mentre Wish, ispirata dai sentori di un bassotto, tira dall'altra parte, la borsa scivola dalla spalla, e io resto fuori dal portone impacchettata nel mio poncho pieno di frange. Sembro un incrocio tra uno spaventapasseri e un totem, innalzato alla mia natura discinetica e monotasking.

A ciascuno il suo


Sono incistata su un business plan per un cliente infido, e per evitare l'ennesimo furto di proprietà intellettuale devo essere chiarissima ma anche criptica, dettagliata ma non troppo, tutto e il suo contrario. L'esercizio del rivelare senza svelare, per un libro aperto come me, è soverchiante, e vengo colta da sonnolenza molesta. Per un gioco di luci il display mi rimanda l'immagine della mia faccia attraversata da paragrafi indecisi e corsivi, e mi vedo perplessa e stropicciata. Sono davanti a un bivio: un sonnellino o una cioccolata. Opto per la seconda ipotesi, e come Braccio di Ferro dopo l'ingestione degli spinaci torno al PC che sembro una dattilografa impazzita.
Ci volevano le endorfine liberate dalle fave di cacao a mettere in riga pensieri bifronti, mascherando da affermazioni adamantine enunciati sibillini.

Plastiche infermità


Le mutilatine, come le chiama Dagospia. Donne che hanno rinunciato all'identità del loro volto per una sequenza artificiale di vuoti e di pieni. Fanno già storia, queste facce plasmate da aghi e bisturi invece che dal tempo, dall'effetto profilo di cernia dei primi lifting agli sguardi stuporosi incastonati in zigomi da criceto. Oggi, invece, il botox elimina le zampe di gallina donandone l'espressione. Fissa, invariata e arcigna, spesso sormontata dal corno risultante dalla distensione innaturale delle rughe alla base del naso.
E io, che quando incontro la mia faccia stanca in una vetrina ci leggo anni, schiaffi e sorrisi, mi consolo pensando che se col tempo finirò con l'assomigliare a un animale, sarò uno sharpei.

mercoledì 9 febbraio 2011

Siamo uomini o caporali?


Il mondo va abbastanza al contrario, ultimamente, almeno il mio. Esposta dalla nascita a situazioni cui non sento di appartenere mi sono costruita la mia piccola roccaforte di certezze. Niente di eccezionale, solo un paio di valori incrollabili e qualche osservazione della sequenza causa-effetto, sui quali ho fondato un'ottimistica fede percettiva. Invece no, il mio castello va sgretolandosi ogni giorno, costringendomi a camminare a testa in giù. E io, che ai piedi per terra non rinuncio, mi chiedo se preferire le miserie della nobiltà o cercare una traccia di nobiltà in questa tracimante, lurida e pervasiva miseria.

martedì 8 febbraio 2011

Scoperte


I piaceri semplici sono l'ultimo rifugio della gente complicata, dice Wilde. Devo essere un mostro di complessità, visto che non desidero altro che sprofondare nel mio letto che sa di bucato, correre scalza nell'erba e bere acqua fresca.
Devo solo procurarmi uno scendiletto erboso, e sarò una donna realizzata.

Sinestesie


Sono meravigliosi, i due gigli che l'angelo di acciaio ha regalato a me e alla mia mamma. Il mio lo porto a casa e lo metto in cucina. Al risveglio il profumo mi acceca e la bellezza mi stordisce, e la mia spremuta la bevo in piedi, al cospetto di questo fiore superbo e maestoso e dei ricordi che accende, quando un mazzo candido e il suo profumo che rotolava per le scale mi raccontava che mio padre non c'era più.

lunedì 7 febbraio 2011

8 febbraio 1998


Sei arrivata tredici anni fa in un giorno che assomiglia a questi, quando a metà inverno la luce sa già di primavera. Ti ho portato un mazzo di tulipani angelique, e prendendoti in braccio ho notato, nella perfezione dei tuoi lineamente simmetrici, che avevi lo stesso ciglio ribelle di tua madre.
Sei entrata nella mia vita molto prima di venire al mondo, ma quando ti ho visto sono impazzita d'amore. E tu, piccolo pozzo di speranza, che eri all'inizio la figlia di Monica, crescendo sei diventata Costanza e basta. E abbiamo giocato, e parlato, e dormito insieme nel lettone, e fatto cose da bambini e da grandi.
E senza condividere il DNA ci assomigliamo, io e te, amiamo le stesse cose e abbiamo gli stessi ritmi, condividiamo il culto dell'amicizia, l'amore per i libri e il bisogno di solitudine.
Ho tante cose di te, i tuoi regali e il tema che mi hai dedicato, ma le più preziose sono le immagini di te che cresci, e ogni volta mi regali un sorriso diverso. E io, che come te amo le parole, non ne ho abbastanza per dirti quanto ti amo.
Buon compleanno Coccinella, occhi di bimba e cuore di donna.

Testimone muta


La Socia e io siamo indaffaratissime, tra costituzione della società, apertura del conto, brief a grafici e web designer e soprattutto acquisizione di clienti. E Wish, col suo nome che dice già tutto, assiste paziente e interrogativa a tutte le operazioni, seguendoci dal notaio, in banca e alle riunioni.
E io l'amo così tanto che vorrei darle la delega su tutto, firmando con l'impronta della sua zampa queste carte in cui abbiamo riposto il nostro futuro.

domenica 6 febbraio 2011

Dinamiche di coppia


Incontro una coppia di amici che non vedo da tempo, infatti mi riconoscono dal cane. Sono stati fuori a pranzo, poi a prendere i biglietti per il cinema di stasera, e stanno pensando di farsi un giro in bici in una Milano senza traffico. Il lavoro di entrambi, mi raccontano, li ha tenuti lontani per un po', e ora recuperano, facendo insieme cose che ho fatto anch'io all'inizio dell'amore o con un'amica in tempi di singletudine. Loro invece sono sposati da quindici anni. Si chiama manutenzione di coppia, penso.
Più tardi chiamo l'Innominabile, che preferisce richiamarmi più tardi, ma avendo io una botta di sonno clamorosa decidiamo di sentirci domani. E io, che considero il compromesso l'unione di due mezze infelicità, vado a letto tranquilla.
Non faccio manutenzione perchè nella coppia non mi sono mai sentita l'altra metà di una mela. Io sono una mela intera, non c'è niente da fare.

Prove tecniche di primavera


Mi alzo in una giornata silenziosa, le auto non circolano. E' tiepida e azzurra, e mi prendo il lusso di uscire senza calze, girellando senza meta con Wish libera, tra strade che sembrano immense e percorse senza fretta. Torno a casa dopo quattro ore, che mi sono scivolate addosso ma all'improvviso si fanno sentire. E che bella questa stanchezza costruita su passi camminati e non su pensieri che non mi piace pensare.

sabato 5 febbraio 2011

Let's party!


Oggi, cadesse il mondo, si festeggia. Tre generazioni con l'aggiunta di un cane si chiuderanno in cucina e si dedicheranno alla realizzazione di tagliatelle, tagliolini, chiacchiere e se ci gira anche di tortelli alla crema. Apparecchiatura delle grandi occasioni, fiori e vino rosso, e un moscato freddo per il dessert. E di un giorno qualsiasi faremo un giorno speciale.
Augh.

giovedì 3 febbraio 2011

Assoluto imperfetto


Le mamme sono come gli uomini, non ci vanno mai bene. Si sentono sbagliate quando siamo piccole, e quando cresciamo fanno sentire sbagliate noi. Sono figlia dell'idea iperuranica di mamma, e considero atipiche le mamme che restano donne, le mamme critiche e quelle severe, o peggio anaffettive. Ma nel mio intorno ce ne sono tante, di figlie con madri così, e tutte ne pagano le conseguenze. Premesso che non conosco nessuno senza pendenze con i genitori, mi chiedo dove sia il baco nel sistema. Nell'equilibrio impossibile tra aspettative incrociate e disattese? Nell'illusione di onnipotenza regalata da un amore assoluto? O nella nostra natura umana e imperfetta di donne, per cui l'amore è sempre così più grande di noi che non arriviamo mai a capire fino in fondo di cosa è fatto?

Storie con la coda


Se riesco, all'ora di pranzo porto Wish ai giardini. Faccio lunghi giri evitando l'area riservata ai suoi simili, vista la sua scarsa propensione alle relazioni sociali, mentre io socializzo con tutti gli accompagnatori di cani anziani, convalescenti o incidentati, di cui ascolto gesta e vicende. E sono storie di grande tenerezza e amore infinito, come il labrador vecchissimo e infortunato che viene portato dall'omeopata veterinario tutte le settimane ma ha finalmente ripreso a fare qualche passo, o la retriever che non vuole saperne di svezzare i suoi cuccioli e soffrirà di più quando le verranno tolti, e il cagnino abbandonato che ha perso una zampa e trovato una seconda famiglia che lo adora. E mentre Wish parte al galoppo lanciato verso una magnolia che ha scambiato per me, mi volto a guardarli, questi cani dignitosi per i quali il tempo è sempre troppo breve.

Crescere


Non è vero che il tempo passa, il tempo resta. Se lo cerco lo trovo nella mia carne, nel mio sguardo, sulla mia faccia. Percorre le mie mani e ispessisce i miei pensieri, così densi che li posso toccare.
Amo il mio tempo, e ogni giorno lo passiamo insieme. Come oggi, che in assenza di risposte ho smesso di farmi domande. E adesso andiamo a dormire, il tempo e io, e la notte ci abbracciamo.

mercoledì 2 febbraio 2011

Flashback


Ho smesso di trastullarmi nei ricordi, il presente mi basta e del futuro non ho notizie. Però l'archivio è lì, e ogni tanto un ricordo lo recupero, come questo che sa d'estate.
Agosto, Wyoming. Entriamo in un bosco, accolti da due tacchini selvatici che ci attraversano la strada, e io, cresciuta con la terra nel cuore ma con i piedi sull'asfalto, mi agito per la contentezza. Ci muoviamo circospetti verso un rumore di rami spezzati, ma troviamo solo il corpicino immobile di un cerbiatto. Spontaneamente arresto il cavallo, e non faccio a tempo a lasciare la staffa che una saetta scompare tra gli alberi. Si era finto morto per scoraggiare il predatore, quel cucciolo a pois bianchi, ma io preferisco pensare a un piccolo miracolo.
E passo dal lutto alla più pura delle felicità.

martedì 1 febbraio 2011

Io non ci arrivo


Allora, succede questo. Tra le barre del valore assoluto sto passando uno dei periodi più straordinari della mia esistenza. Sono spesso felice, anche quando non ne ho motivo. Sto bene nella mia pelle, e l'opinione che ho di me stessa è in ascesa.
Poi mi relativizzo, e mi si gela il sangue nelle vene. Mi sento una foglia tra vento, pioggia e fiamme, che non sa dove andare per durare più a lungo.
Qualcuno sa dirmi cos'è? Bipolarismo, schizofrenia, sindrome di Jekyll & Hyde? O forse sono solo diventata più importante del mio intorno, che finalmente è andato al suo posto.
Sullo sfondo, là dietro.

Le potenzialità del nulla


Quando il senso ti sfugge, ho imparato a mie spese, è inutile cercare di afferrarlo. E' nel nulla che può ancora succedere di tutto. A fregarti è sempre il qualcosa, se ci pensi.

Righe, bianco, blu


Come un marinaio, mi vesto domani. E se invece delle onde sfido solo il clima e il buon senso, pazienza.