giovedì 29 dicembre 2011

Come un topo nel formaggio

Vedendomi da fuori nessuno penserebbe che ho un'indole stanziale. Assomiglio semmai a un incrocio tra una renna e una zingara, carica come sono nei trasferimenti da casa mia a quella di mia madre e poi da lì a qui, nelle campagne a nord di Roma dove non ho radici ma attecchisco subito. E dopo giorni pigri di sole e silenzio le mie ore riprendono a correrre tra parole e nuove cose, fatte e da fare. Sistemata la tana, al risveglio mi aggiro intorno all'Innominabile, che tempesta sulla tastiera frenetico e soddisfatto. E mentre mi preparo una sontuosa colazione alza gli occhi e mi dice "tu riempi veramente la mia vita". Resto fulminata con un mandarino in mano, e penso a come la più piena delle esistenze sia piena di buchi, quando è senza amore.
E tra i cipressi e gli ulivi che dieci anni fa sono arrivati con me, da dannata che ero, torno a essere benedetta.
Amen.

lunedì 26 dicembre 2011

Natale e dintorni

E anche stavolta questa follia collettiva che rende tutti più poveri, grassi e nervosi ce la siamo lasciata alle spalle. C'è di buono che a festeggiare siamo rimaste solo mia madre e io, i parenti che ci restano sono abbastanza evoluti per capire che la lontananza alimenta gli affetti. Il negoziato, in due, è più facile, ma grazie alla delirante programmazione televisiva e alla scoperta che a 84 anni mia madre ha un debole per i cartoni animati resto spiaggiata di fronte alla Sirenetta mentre cerco di chiudere i conti dell'anno. Mi consolo con l'immagine di questa bovara, in cui mi imbatto nel corso di una breve incursione su librofaccia. Non è la mia Wish, che è già partita con l'Innominabile, ma è irresistibile e la faccio mia, nella speranza che san Silvestro sia più benevolo di santo Stefano.
 Immagine: courtesy of Barbara Miserocchi

mercoledì 21 dicembre 2011

C'è sempre una prima volta

Salvo rare eccezioni in cui ho citato o linkato post e altre opere dell'ingegno non ho mai usato le parole di altri, gelosa come sono delle mie, ma questi auguri vanno proprio condivisi. Ne approfitto per invitare l'autrice a riaprire il suo vecchio blog o inventarsene un altro visto che ha perso le password, perchè migliorerebbe la qualità della mia vita. E anche della sua, tra l'altro.

Buon Natale e Felice Anno Nuovo!



Vi auguro sole, primavera, cioccolato, vino rosso, un piumone soffice, il caldo sulla pelle, un bel paio di occhiali da sole, le big babol, una mozzarella doc, un libro emozionante, un film avventuroso (e per le signorine romantico), una coca cola ghiacciata, le scarpe comode, ore al telefono con vecchi amici, risate, risate, risate, un biglietto vincente di win for life e del superenalotto, cento euro trovati per strada, una corsa senza dolori ovunque, un buon caffè e sigaretta, un bacio rubato, una cena a lume di candela per festeggiare un evento speciale, il blackberry che non lampeggia, mysky che funziona, tanti fiori colorati, bagni nell'acqua turchese, la sabbia bianca, gratitudine per un bel gesto, estate, un camino scoppiettante con la neve dietro ai vetri, un abbraccio dalla persona che amate, un maglione di cachemire a 18 fili, recite dei vostri bambini, una carbonara come si deve, regali azzeccati dalle suocere, un massaggio a quattro mani, mille vittorie a calcetto, i conti che tornano, l'incontro con l'altra metà della mela, l'addio a tutte le allergie, il ritardo delle rughe, viaggi romantici/avventurosi/colti/itineranti/esotici/esploranti, le zingarate, il bicchiere della staffa, una birra ghiacciata, il bombardino sulle piste da sci, lo scondinzolio di un cane, una tonnellata di lindor, la pace dentro, gli affari a gonfie vele, i sorrisi dentro casa, i bambini ubbidienti, passeggiate in bicicletta, un disco vecchio che smuove ricordi lontani, un ritmo gioioso per affrontare momenti difficili. musica, pace, dolcezza, armonia come se piovesse, calore, leggerezza, un mare di amore, sogni, arte, tanta tanta fede, qualche poesia e un futuro meraviglioso.

martedì 20 dicembre 2011

Uomini e topi

E' con un timing degno di Monsieur Hulot che la spia del motore inizia a lampeggiare. Vorrei ignorarla ma non c'è tempo, e dopo un'ora e pochi chilometri approdo dal mio meccanico di fiducia e gli affido l'auto che dopodomani porterà a Roma Wish e l'Innominabile. Il meccanico mi richiama dopo un paio d'ore: il problema riguarda la sonda lambda - che già mi sembra fantascienza - ma in campagna è abbastanza comune. Insomma, i topi si sono mangiati tutto. Peccato che la macchina stazioni abitualmente in un cortile metropolitano con molto cemento e un'intenzione di verde, ma evidentemente l'urbanizzazione coinvolge uomini e topi in egual misura.
E penso con nostalgia allo spot preferito della mia infanzia, "metti un tigre nel motore", quando ancora credevo che inserire un gattone nel pieno fosse consentito, oltre che dal gattone medesimo, anche dalle associazioni animaliste, e bastasse per scomparire in un turbinio di ottani. Oggi, invece, a fermarmi bastano gli spuntini notturni di una famiglia di pantegane.
Non c'è più poesia.

Cena, donne, Natale

Organizzatrice impeccabile di qualunque cosa, creativa ai fornelli, esteta a casa, ballerina di talento, e poi sportiva, viaggiatrice, subacquea, sempre allegra e sorridente. Madda é così, talmente perfetta che potrebbe risultare molesta, invece ti contagia con l'entusiasmo e la levità che mette in ogni cosa. Bionda, di una bellezza che prima ti schianta e poi ti accarezza, l'ho conosciuta in una vita precedente e mi ha seguito anche in questa. Abbiamo condiviso separazioni e rinascite, giorni romani pieni di sole e milanesi carichi di pioggia, e adesso che si trasferisce un'altra volta ci sentiamo tutte un po' orfane. E siamo tante, diciotto direi, e puntualmente ci incrociamo intorno alla sua tavola dove brindiamo e raccontiamo e ridiamo fino al rito immancabile della foto di gruppo, che il mattino dopo ci arriva con la prima mail della giornata. Siamo tante e una sola, con le nostre storie uniche che a volte un po' si assomigliano. E io, che il Natale aspetto solo che passi e non che arrivi, a casa sua cambio idea per qualche ora, e alberi e ghirlande, luci e candele, pandori e panettoni li guardo di nuovo con gli occhi dei bambini.
E quanto mi piace essere amica di una donna che di amiche ne ha così tante e così diverse.

sabato 17 dicembre 2011

Un giorno per me

Eccomi qua, in una casa inondata di luce, davanti al lusso di un sabato infinito che sembra un gomitolo di cui devo solo trovare il bandolo. Per sveglia, la voce dell'amica gemella e le nasate di Wish. Per colazione, cioccolata bollente e densa, rabboccata dopo la spesa da spremuta di arance e mandarini e cantucci alle mandorle. Rassetto pigramente la casa, avvio un bucato, raccolgo la solita matassa di peli misti alle foglie secche che arrivano da scorribande condivise su viali autunnali. Ho dodici ore di lavoro davanti, e non vedo l'ora. Non ho talenti, dai miei genitori ho ereditato le cose sbagliate, ma il mio lavoro non lo faccio solo per vivere. Lo faccio perché mi piace da morire, per quello mi è mancato tanto. E oggi i miei progetti planano sui bit ma atterrano sulla carta, e a sera voglio toccarli e annusarli come se venissero dalla terra e non dai miei pensieri.

venerdì 16 dicembre 2011

16 dicembre 1999

Sono arrivate tutte tra l'autunno e l'inverno, le mie nipotastre, come se il sole avesse deciso di mandare un anticipo di primavera. Lei a dicembre, il 16, che brivido il messaggio in segreteria che mi annunciava la sua nascita. Beatrice e Costanza, i nomi che suo padre e sua madre, che poi è la Socia, hanno scelto per lei. E dodici anni fa si è affacciata al mondo che era già lei, discreta, sintetica e dritta al punto. Fa battute di una comicità devastante, che mi godo al telefono con sua madre, e quando la vedo le accarezzo i capelli, lunghi e lucidi di seta, unica concessione alla vanità di questa bambina che gioca a tennis e a pallone, legge e pensa pensieri saggi. Io adoro lei, che mi considera un animale strano, fuori categoria come sono rispetto al suo mondo, e lei adora Wish, che considera un'amichina del cuore. E sono bellissime, quando corrono insieme ai giardini, una in monopattino e l'altra a quattro zampe, mentre la Socia e io pensiamo con una vertigine a com'era il mondo prima che lei mettesse un po' d'ordine.
Buon compleanno, BC.

giovedì 15 dicembre 2011

Oi dialogoi/2

Lei: Non trovi che io sia un po' rincoglionita, ultimamente?
Lui: Ma va'.
Lei: (contenta)
Lui: Sei così da quando ti conosco.
Lei: Ah. Però sono più pesante.
Lui: E' vero. Pesantissima.
Lei: E allora perché stai con me?
Lui: (ridendo) Per il fisico...
Devo ricordarmi di mangiare un po' meno, altrimenti trovarsi single è un attimo.

martedì 13 dicembre 2011

La strana coppia

Quasi metà della mia vita l'ho passata in coppia. Dieci anni di vita precedente e quasi altrettanti di vita quella adesso. Guardo le coppie degli altri, in cerca d'ispirazione. Quelle che fanno tutto insieme, perchè non sanno o non vogliono fare altrimenti. Quelle che hanno tutto in comune, manie, passioni e denari. Quelle che non hanno bisogno di parlare e quelle che non hanno niente da dirsi. Quelle che litigano e poi fanno pace, si tradiscono e poi si perdonano. Quelle che condividono, quelle in cui uno comanda e l'altro obbedisce, quelle che invecchiano insieme e quelle che scoppiano. L'Innominabile e io, invece, restiamo due individui a orientamento autistico che quando s'incontrano recitano a soggetto. Amici, fratelli e amanti, specchi in movimento delle nostre vite, quando per caso facciamo cose da coppia ci guardiamo perplessi e ci viene da ridere. Come ieri notte, quando un Frecciarossa inadempiente lo riporta sotto questo cielo contumace e lo accolgo con una zuppa bollente, e la colazione al mattino gliela porto a letto. Lui rilancia, portando Wish ai giardini al posto mio. E sembriamo davvero una coppia, ma un caffè in piedi non riusciamo a condividerlo, che all'insiemità non siamo abituati. Anche per questo lo amo, quest'uomo che legge i miei pensieri perchè a volte è me, ma soprattutto è lui, e non è mai mio.

martedì 6 dicembre 2011

Message in a bottle

Volevo solo dire che non mi trovo più. Probabilmente sono rimasta sullo sfondo.
E poi ci sono ancora le zanzare.
Tutto qui.

lunedì 5 dicembre 2011

11 anni

11 anni che rende il mondo un posto migliore, questa cucciola che ha i lineamenti di suo padre e il carattere indomito di sua madre, che sarebbe poi la mia amica gemella. Di un'intelligenza quasi sfrontata, creativa come un'artista, il mondo è la sua casa. Ti conquista con il suo sguardo limpido e diretto, con la sua risata ancora bambina e con le cose che scrive. E io che l'ho vista quando ancora era un'intenzione l'ho amata subito e oggi, mentre la guardo crescere, le auguro che un destino lieve l'accompagni nelle sue avventure.
Buon compleanno, Clarice, bella come il sole e unica come le cose veramente preziose.

venerdì 2 dicembre 2011

Polivalenze

Una coperta di Linus ce l'hanno tutti, io invece ho un divano. Luce e leggerezza, bianco nei cuscini e trasparente nella struttura, a ben guardare l'ho scelto con velleità stilistiche. E' piaciuto molto anche a Wish, che l'ha trasformato nel suo quartier generale. Allora l'ho coperto con teli dell'Ikea che cambio più spesso delle lenzuola, ma l'effetto minimalismo postavanguardista ha subito un tracollo. Poi ci ho trasferito l'ufficio che non c'è, ovvero il mio Vaietto che mi porta la voce della Socia via skype mentre io mi accoccolo tra i cuscini, enormi, che ho aggiunto in quantità. Poi ho iniziato a mangiarci quando sono sola, e infine a scavarmici la tana nelle notti in cui senza Innominabile il letto mi fa tristezza. E l'idea di partire lasciandolo qui, il mio baricentro polivalente, mi fa già venire l'orticaria.

giovedì 1 dicembre 2011

Tiriamo le somme

Dice un saggio, non so quale: "vivi come se fosse l'ultimo giorno, pensa come se non dovessi morire mai". Ho spesso fatto il contrario, lasciandomi scivolare addosso le giornate e scansando le ipotesi di futuro, ma tanto ero giovane. Bellissimo.
Adesso cerco di dare un senso ad ogni giornata, fingendo di crescere sono diventata saggia davvero. E così, mentre dal letto mi separano ancora almeno due ore, faccio l'appello del giorno, in cerca di bellezza. Che oggi si palesa in un gigantesco bouquet di tulipani, arancioni d'autunno tra foglie di quercia. Nel batticuore di Wish ogni volta che ci ricongiungiamo. Negli occhi in cui mi specchio da quasi dieci anni. Negli imprevisti cui mi adatto invece di resistere. Nelle parole che scrivo, nei pensieri che penso, nelle speranze che nutro contro ogni buon senso. Nel cibo condiviso, nel letto che mi attende, nella semplicità dei miei desideri. Nelle mie calze rotte che tanto il buco non si vede. E nella mano che accarezza i capelli che mi sono tagliata da sola.
Amen.

martedì 29 novembre 2011

Fuga per la vittoria

La trasparenza dell'istinto è meravigliosa. Precipitato di intenzioni purissime al netto di ogni sovrastruttura, nonostante gli sforzi didattici dell'Innominabile, Wish ne è una conferma inconfutabile. Il suo amore, sicuramente costante, raggiunge picchi siderali quando mi identifica con la soddisfazione del bisogno (pappa acqua gioco uscita coccola).
Per quanto riguarda i bisogni quelli che raccolgo per strada, invece, il discorso è diverso. Lo stimolo si manifesta con una fregola motoria che parte da un'accelerazione impercettibile e si trasforma in una corsa trionfale verso la meta. E corre, corre e corre, poi si ferma come a pregustare la festa che viene, e quindi si slancia, definitiva, per colpire. E così ieri rimango con guinzaglio e collare in mano mentre lei parte come un siluro caudato tra passanti attoniti, mentre la inseguo terrorizzata sventolando a mo' di disclaimer il mio sacchettino dell'Amsa e urlando "aspetta, non lì, Wish, non lì. Appunto".
Perchè lo so che lei certe cose le fa solo sulle strisce. Mica per niente è svizzera.

domenica 27 novembre 2011

Edizione domenicale

Economia: sempre più insistenti le voci di un ritorno alla lira con il crollo dell'eurozona. Tornando a fare benchmark sul milione di lire, invece che sui mille euro, ci renderemo conto che un paio di scarpe da 700mila lire non è cosa, deprimeremo ulteriormente i consumi e forse torneremo all'economia reale, detta anche buon senso o misura. Ho detto forse.
Politica: mentre i politici di professione si preparano al rientro, il governo dei banchieri, pardon il governo tecnico, si prepara a varare un pacchetto di riforme. Ispirandosi all'unico caso di pareggio di bilancio ottenuto da Quintino Sella con l'introduzione della popolare tassa sul macinato i contribuenti italiani attendono fiduciosi la tassa sui cani per ripopolare le autostrade di quadrupedi anche a Natale e non solo ad agosto. Auspicata inoltre la tassa sulle chiamate da cellulare, quella sui genitori anziani di figli unici e quella su tacchi e suole, visto l'aumento dei costi di trasporto pubblico e privato.
Cronaca: sembra che forme insperate di pudore stiano limitando la comparsa delle luminarie natalizie, restituendo alla festività il suo prisco significato religioso e attenuando i casi di demenza collettiva registrati in passato di fronte a Tiffany, Moncler e Nespresso. Irriducibili invece i soggetti che si assiepano il sabato davanti ad Abercrombie & Fitch, dove storditi da miasmi psicotropi si contendono felpe e tee-shirt a quotazioni amatoriali.
Meteo: il sole illumina occasionali intenzioni di cielo, riscaldando più lo sguardo che le membra.

venerdì 25 novembre 2011

La magnifica ossessione

Da quando l'ho vista non riesco a levarmela dalla testa. E' la frolla di farina di castagne al cioccolato bianco e crema di cachi che un'amica riemersa dal passato (compagna delle medie che ora ha un figlio maggiorenne, il dolore mi piega) si è inventata per un food contest della Cucina Italiana.
E' questo il punto: non l'ha eseguita, che già non sarebbe banale, l'ha proprio inventata. Insomma, prima non c'era.
L'operazione più ardita di cui è teatro la mia cucina è lo scongelamento di cibi pronti, e non sempre mi riesce. In compenso sono circondata da cuoche di tutti i generi: cuoche di pancia, cuoche seriali,impeccabili esecutrici di ricette, sperimentatrici indefesse, e anche un paio di supponenti, che prima o poi qualcuno glielo dovrà pur dire che stare sei ore ai fornelli sfogliando Sale & Pepe non basta.
Lei invece per la cucina ha talento, è creativa, intuitiva e geniale. Ed è questo che mi spiazza: io che del talento sono figlia di talento non ne ho, ma negli altri lo riconosco sempre.
E quest'opera d'arte che fonde colori sapori e profumi dell'autunno me la sogno anche stanotte.
Photo: courtesy of www.kitcheninthecity.it

lunedì 21 novembre 2011

Dieci!

Come i comandamenti, come le dita delle mani, come gli anni del mio primo vero amore. Come il voto che oggi la mia figlioccia prende in greco. E che dopo la pelle d'oca, l'emozione e la devastante reazione di entusiasmo che mi assimila a un tacchino con relativi bargigli mi fa riflettere sul senso profondo di un risultato formale. E mi accorgo che quest'orgoglio così forte che quasi brucia è solo la punta della smisurata tenerezza che provo per questa cucciola che fa cose da donna e sorride come una bambina, decide i suoi obiettivi e, da sola, li raggiunge.
E il tempo che passa non lo misuro sull'orologio, ma sulle orme che i suoi passi leggeri disegnano sul mondo.

mercoledì 16 novembre 2011

Senza prezzo

Dovendo commisurare le entrate alle uscite ho smesso di spendere, ed esco direttamente senza borsa. Vado, torno e vivo a mani vuote, ma le mie autogratificazioni me le prendo lo stesso, penso scavandomi la tana sul divano a fine giornata. Alzarsi senza affanno, io che al mattino non ingrano nemmeno con l'ipnosi, perchè ho fatto tutto la notte prima. Portare Wish al parco all'ora di pranzo e vederla galoppare su tappeti di foglie gialle e tra vie senza traffico la sera, correndo insieme nella nebbia. Le bacche di rosa, salvia e rosmarino che ho colto e trasformato in bouquet. La millefoglie con la crema per merenda, la padellata di verdure abbrustolite per cena, la Nutella a cucchiaiate per aiutare la concentrazione, le telefonate con le mie sorelle elettive, l'Innominabile e la Principessa che su skype mi presentano Margot, tre mesi di Jack Russell che riempiono lo schermo.
E le mie incertezze sul domani le stabilizzo con le mie piccole felicità di oggi. Alla faccia di spread, crisi e sacrifici.

lunedì 14 novembre 2011

Un sussulto inaspettato

Ci sono valori di cui sono in grado di ricostruire perfettamente la formazione. Ad esempio, ho smesso di sottrarre oggetti a terzi verso i tre anni, quando mia madre, con una sintesi mirabile, mi ha spiegato i rudimenti del contratto sociale, del rispetto della proprietà e della pacifica convivenza tra i popoli: "e se ti rubassero la tua, di bambola, come ci rimarresti?".
Di altri, invece, non saprei dire come si siano radicati nella mia coscienza. Ci rifletto oggi, dopo l'ennesima conversazione sugli studi e i futuri internazionali di figli degli altri. Lo capisco, tre maschi in esubero rispetto a primogenito e femmine i miei bisnonni li hanno salutati una mattina d'inverno e poi, dall'Argentina, non sono tornati più. Eppure ci trovo qualcosa di dissonante, in questa voglia di andarsene finita la festa, e scopro di essere abitata da un patriottismo che non conoscevo.
Forse sono solo vigliacca, vecchia o pigra, ma io questa nave che fa acqua da tutte le parti non la lascio, anzi. Con quel poco che ho lustro gli ottoni e lavo la coperta e tappo le falle, resto in Italia ma lontano ci vado lo stesso.

sabato 12 novembre 2011

La sindrome del mulo

Dei miei tanti difetti, la pazienza è il più pernicioso. Credo si tratti di una forma di pigrizia corroborata da un'immotivata tendenza all'allegria, dall'attrazione per i caratteri forti e dall'eccesso di esposizione a una madre allevata dalle suore. Completa il quadro il fatto che essendo incapace di gestire i conflitti li rifuggo con consumata perizia. E così perpetuo i silenzi, chino la testa e tiro avanti. Da qualche tempo, però, come mulo valgo poco, e resto schiacciata dal peso infinito di parole non dette.
Che voglia di esplodere, come un incendio nella notte, un temporale in estate, un urlo nel silenzio.

giovedì 10 novembre 2011

L'ora delle donne

Nell'attesa che qualcuno riesca dire qualcosa di sinistra, ma vista la gravità dell'ora va bene anche di destra o di centro, purchè abbia un senso, propongo un governo di sole donne.
Estranee alla politica e avvezze alla gestione multitasking di lavoro, famiglia e amiche in crisi, le candidate non devono far altro che trasferire le competenze acquisite su scala più ampia, collaborando in vista di un obiettivo comune.
Perché le donne lo sanno, che collaborare vuol dire lavorare insieme a, non per o a favore di qualcuno, e che un obiettivo è comune quando appartiene alla comunità, non a un gruppo, partito o fazione.

martedì 8 novembre 2011

Il deserto dei tartari

Che là fuori ci fosse di tutto e il suo contrario l'avevamo intuito, ma così tutto e così contrario non me l'aspettavo. La Socia e io, da qualche tempo sostenute dalla Terza con il claim "tri gust is megl che du" ci imbattiamo in fenomeni indescrivibili e ai confini dell'immaginazione, come in un racconto di Buzzati. Mediamente, i progetti che ci presentano sono accomunati da due elementi: la follia dell'intuizione fondante e la certezza che mentre a noi vengono richiesti obbligazione di mezzi e possibilmente di risultati, l'obbligazione del compenso viene considerata del tutto secondaria. Come se accompagnare per un tratto un'armata Brancaleone fosse di per sè un piacere e un onore.
Interrogo smarrita la Socia chiedendole se secondo lei sono io che ho un Alzheimer particolarmente precoce, e quasi ci conto, perchè la mia ultima speranza non è più quella di aver capito, ma capire di non aver capito.
Andiamo avanti, tenente Drogo, la fortezza ci attende.

lunedì 7 novembre 2011

Lunedì

Che svegliarsi alle cinque del mattino per l'azione congiunta del baccano di questa pioggia arrabbiata e dei becconi di una zanzara official sponsor delle teorie darwiniane non è il massimo. Me ne faccio una ragione e mi alzo, lavo i miei maglioni, raccolgo un chilo di peli di Wish e preparo una succulenta colazione per entrambe. Per lei un osso nascosto nella pappa, per me pancakes affogati nello sciroppo d'acero, una spremuta di mandarini e una tisana bollente. Accendo la mia candela alla tuberosa, dono dell'amica sorella (a me fa schifo, se vuoi prendila altrimenti la butto), la stufetta e il computer, e la settimana può anche incominciare.
E inizia bene, alla faccia del governo, di questa cortina d'acqua che ha sostituito il cielo e dell'indigenza intellettuale che ci circonda. Buon lunedì a tutti.

sabato 5 novembre 2011

Senza titolo

E siccome è stata una brutta giornata e domani non promette niente di meglio, non posso viaggiare e tantomeno comprarmi dei fiori il mio giro al blomenmarkt di Amsterdam lo faccio mischiando ricordi e desideri. E mi riempio gli occhi di ortensie e tulipani, delphinium e girasoli, rose e crisantemi e peonie e casablanca e se lo trovo mi prendo pure il ginger.

venerdì 4 novembre 2011

Per favore, basta

Perchè gente che ha superato l'esame di giornalismo, evidentemente con la spintarella, deve intitolare il servizio su una città in emergenza "Genova in ginocchio"? Perchè negli approfondimenti su Sky Tg24 (non sulle reti generaliste o ipnotiche, sul canale delle informazioni), i direttori dei quotidiani nazionali dibattono sul fatto se l'Italia sia considerata dall'Europa un sorvegliato speciale o addirittura un Paese commissariato e si chiedono se la Spagna in fondo non sia peggio di noi? Perché l'intervento al cuore di un calciatore ha la dignità della prima pagina mentre una città conta i suoi morti, l'Occidente si chiede se esiste, le Borse bruciano ricchezza e questa pioggia incessante assomiglia sempre più a una punizione?
Se qualcuno ha una risposta per dare un senso e un suono all'indignazione, per favore, lo dica.
Non voglio fare la rivoluzione, mi accontento di un'evoluzione.

Cavalli indignati

 Della mia trascorsa frequentazione con il mondo equino ho conservato molti sogni e un paio di lezioni, una delle quali descrive alla perfezione il mio stato d'animo di questi giorni. Il cavallo è un animale gregario per necessità, il branco è la sua salvezza e la punizione più temuta per chi non ne rispetta la gerarchia è l'estromissione. Ma il vero incubo per il cavallo consiste nel trovarsi davanti a un pericolo senza via di fuga: è quello il momento in cui la follia può trasformare un animale meraviglioso da preda in una furia incontenibile. Così mi sento io, esposta da un lato e senza alternative dall'altro. E non lo so se mi limito a rampare o se inizio a tirare doppie.

giovedì 3 novembre 2011

L'Occidente e il bosco

Leggo il post di Calzino che si interroga su sfascio e indifferenza e a mia volta mi chiedo cose. Non serve scomodare Marx per capire che quando finiscono i soldi c'è poco da stare tranquilli. E io, che sono agli sgoccioli, sono in effetti preoccupata. Però non ho paura, la mia è curiosità. Cosa succede varcata la soglia della consapevolezza? L'abbiamo finalmente metabolizzata l'insostenibilità complessiva di esistenze come le nostre, protette, ovattate e intatte da guerre, miserie e paure sociali che riguardano sempre gli altri?
E penso a una lezione che ho imparato in un parco americano, chissà quale, ero troppo impegnata a essere felice per ricordarmene. Avevo appena rischiato il linciaggio a San Francisco per aver parcheggiato accanto a un idrante, e l'atteggiamento dei guardaboschi che osservavano pacificamente gli incendi in corso mi sembrava singolare. Ma è normale, mi dissero, per rigenerarsi il bosco prende fuoco e rinasce sulle sue ceneri, noi studiamo come accade ma senza intervenire. La natura non ha bisogno di noi.
Così è questa parte di mondo che sembrava quella giusta, in fiamme per rinascere. E spero solo di avere abbastanza tempo per vederli crescere e trasformarsi in alberi, questi germogli di buon senso che si fanno strada nella terra bruciata, che altrimenti, persi tra i fusti imponenti della superbia e della follia, continuiamo a calpestarli.

sabato 29 ottobre 2011

Il mio ponte

Così è il mio ponte, e mi assomiglia, campata come sono a guardare  acque generose che scorrono tra vortici e anse.
Mi muovo indolente, senza pensare alle cose che potrei o dovrei fare ma facendo quelle che voglio. E un po' lavoro e un po' penso, godendomi la progressiva rarefazione di questa città che si svuota. Il tempo scorre più lento, come i pensieri, forse lo sa che domani si dorme di più, e per quello non si affretta.

giovedì 27 ottobre 2011

Buon compleanno, Petulia

Zucche, gialle come le margherite sul tuo blog e i divani della casa nuova, buone come quelle delle tue ricette, belle come l'autunno che si fa strada, per dirti buon compleanno.
E ti auguro giorni fatti della bellezza infinita di Olmo, del sorriso timido di Bianca, della leggerezza dei passi di Nube, delle irresistibilità del tuo brusco compagno, di nipotine rosa, di porte colorate, di luce e voci e risate e meraviglie da leggere mangiare e mettersi addosso.
E soprattutto di te che ti guardi allo specchio e ci trovi le cose che vedi negli altri.

Basta così poco

Faccialibro, come lo chiama la Terza, lo frequento poco e lo uso male. Mi cerco e non mi trovo, anzi mi perdo. Ma ieri a X che chiede un in bocca al lupo per una cosa che le sta molto a cuore riesco a rispondere. E mentre aderisco ipotizzo, i miei pensieri sfumature di grigio.
E' da settembre che vivo circondata da diagnosi infauste e notizie nefaste, e oggi cerco lumi. Ovviamente ci sono ma io non li trovo, e le chiedo notizie. Mi risponde che il provino è andato bene, e che forse tra i suoi mille impegni troverà il tempo di cantare in un gruppo.
E il pensiero che l'energia che le ho mandato non servisse per derubricare una cosa brutta ma per sostenere una cosa bella mi allunga i respiri, mi distende i muscoli e mi stampa sul muso un sorriso stupito e prezioso.
Che bello, congiurare a fin di bene invece che scongiurare il male. Devo farlo più spesso.

mercoledì 26 ottobre 2011

In-competenze

L'ufficio che non c'è si materializza oggi a casa della Socia, dove l'idea è quella di un pranzo al volo. E infatti si vola, planando tra fette di pane ai cereali sfornato giusto in tempo per accogliere la gelatina d'uva portata dalla Terza insieme ad altre prelibatezze per sostenere le nostre tempeste cerebrali. Sul più bello la Socia deve uscire, e sua figlia viene accolta al rientro da scuola da due zie e un cane. In assenza di indicazioni specifiche le prepariamo la solita pasta in bianco, sembriamo due dementi. Olio o burro, mi chiede la Terza, mentre io entro in crisi di fronte alla salatura dell'acqua e al momento di calare il fusillo mi aggiro smarrita, chiedendomi quanti ne mangerà. Ci consultiamo su tutto, controllando il tempo di cottura come a Cape Canaveral, cerchiamo la grattugia mentre la piccola, alta come noi, sfodera la busta di parmigiano già pronto osservandoci perplessa.
Se di fronte ai figli i genitori si sentono inadeguati le zie è meglio che si sparino subito.

sabato 22 ottobre 2011

La bellezza siamo noi

Siamo in tre, diverse per passato, presente e futuro, ma unite dai nostri blog che scriviamo, leggiamo e rileggiamo come una droga. E a furia di leggerci finiamo col conoscerci come se a legarci non fossero i bit dei pensieri condivisi ma gli atomi delle cose fatte. E così viene il giorno in cui decidiamo di conoscerci davvero, e mentre Petulia prepara meraviglie nella sua capsula di cottura io e Wish andiamo a prendere Calzino che arriva al binario, il 15. E l'emozione da adolescente al primo appuntamento cede il passo al benessere della consuetudine, come se ognuna facesse parte dell'orizzonte quotidiano delle altre due. E sediamo alla stessa tavola, tra mille discorsi che si aprono e sovrappongono e restano sospesi, tanto li riprenderemo sul blog, o tra i portici di Bologna, o sulla via Emilia dal nome di donna, o in un cortile di Milano.
Guardo me e guardo loro, tre donne con i loro destini, che si scambiano libri, simboli e fette di cuore.
E che belle che siamo.

venerdì 21 ottobre 2011

Dissenso e pietà

Lavoriamo come somarelli, le mie socie e io, tre teste e tre pc in un ufficio che non c'è eppure funziona. I nostri percorsi mentali si snodano tra schermate in sequenza, google, power point, excel, word, finché non mi imbatto nell'immagine di Gheddafi, morto e insanguinato.
Ma come si fa a sbattere un cadavere in copertina? A prescindere dagli atti, dai pensieri e dalle opinioni che hanno abitato quel corpo,
credo che davanti alla morte dovremmo fare tutti un passo indietro, abbassando lo sguardo e la voce. Non "credo" nel senso di "penso", ma nel senso di "sono fermamente convinta". Credo che il rispetto dei morti sia una legge umana che vale prima ancora di qualunque forma di contratto sociale (che da queste parti dev'essere ancora fermo allo stato di bozza, tra l'altro).
E contro la violenza bestiale di quest'immagine inguardabile recupero nella memoria il Cristo del Sanmartino, dove la mano pietosa dello scultore, per coprire la morte, ha strappato alla pietra un velo leggero.

mercoledì 19 ottobre 2011

Dell'utilità della sfiga, ovvero dell'inutilità assoluta

E' brutta, la notizia che mi raggiunge a metà giornata, e mi colpisce come una sberla nel sonno. Brutta e definitiva, di quelle che non ci sono gesti o parole, solo conseguenze. Sono piena di rabbia, e mi fermo in mezzo alla strada col cuore a pezzi e e il cervello che va a mille.
Non sto nemmeno a chiederlo, se posso fare qualcosa, perché la risposta la conosco già.
Nessuno può cambiare il destino.
Ed è questa consapevolezza che, paradossalmente, allevia il mio senso di inutilità. Quante sberle ho già preso. Una diagnosi che spegne la luce sui ricordi, un cuore che non batte in un'ecografia, la morte di un amore che era la mia vita. Sono caduta e mi sono rialzata. Apparentemente da sola, in realtà sorretta da chi, per sangue o per scelta, mi ha rubato ogni giorno un pezzo di dolore, l'ha lavato con le parole, l'ha nascosto tra le pieghe di una risata inattesa, e alla fine l'ha allontanato da me.
Solo questo posso fare, sorellina, rubare il tuo dolore e nasconderlo lontano.
Da oggi sono una ladra.

lunedì 17 ottobre 2011

Sospendiamo la sospensione

Provo con il self test, non sarò poi tanto più complicata di una stampante.
Che cos'ho? Sono sospesa, emozioni assenti, perplessità evidenti, complesso di colpa pronto a colpire e affondare, magone in agguato, senso di inadeguatezza tendente a infinito.
Poi arriva wish, 40 chili di istinto ricoperto di peli neri e pervasivi, che con la levità di uno tsunami atterra sul divano e si incunea con la testa sulla mia gamba. Le carezze meccaniche e occasionali offerte dal mio avambraccio mentre digito soddisfano la sua domanda di attenzione, e penso a come dev'essere meravigliosa una giornata vissuta nel presente, senza il carico del passato e l'ansia del futuro. Nanna, pappa, cacca. Quasi quasi accetto il consiglio e vado a comprarmi dei biscotti.

Possibile?

Come si fa a essere circondati da una bellezza che ti lascia senza fiato ed essere attraversati dalla disperazione?
Se la bellezza può salvare il mondo perchè su di me non ha più effetto?
Non posso, non voglio essere diventata refrattaria alla perfezione che mi circonda, alle tempeste dell'amore, allo splendore di questo raggio di sole che mi accarezza le tempie.
Così non ha senso.

venerdì 14 ottobre 2011

Che la musica inizi

E' lucida e malaticcia come me, la mia giornata che si inerpica tra pensieri veloci e azioni lente. A sera, esaltata da una sequenza inattesa di belle notizie, esco con Wish, e tra i vicoli il mio sorriso si spegne, cancellato da malesseri rabbiosi e alieni.
Mi rifugio tra i post di Petulia, ciliegie mature fuori stagione, e poi mi spalmo sull'ultima calzinata, e la leggo prima e l'ascolto poi, le sue parole sono musica e mi portano lontano.
E dopo Chopin faccio quello che non devo fare, cerco e trovo Rachmaninov, quanto tempo che lo evito.
Il 14 ottobre è arrivato anche quest'anno, e queste note che porto incise nella carne sono cicatrici e si spaccano in un attimo, anche se il dolore non lo sento più.

giovedì 6 ottobre 2011

La prossima rivoluzione digitale

E così anche Steve Jobs se n'è andato, dimostrando che il mondo si può cambiare, il destino no. Non ho il Mac, l'Iphone, l'Ipad o l'Ipod: le aziende per cui ho lavorato, salvo fare un pacco di soldi cavalcando la rivoluzione digitale, erano tecnologicamente fossili, e oggi che le mie tecnologie posso sceglierle io i soldi per queste mele filosofali non li ho.
Ma a prescindere dai mezzi che uso per navigarci, la rete è il mio Paese, e per una cittadina digitale, anche immigrata, Wikipedia oscurata significa oscurantismo e basta.
Che bello sarebbe se la prossima rivoluzione digitale non passasse per un nuovo device, ma attraverso la protesta di tutti noi che nella rete troviamo risposte e liberiamo pensieri.
Ciao Steve, e grazie. Sit tibi terra levis.
Immagine: courtesy of Davide Besana

mercoledì 5 ottobre 2011

Frustrazioni e aspettative

Sotto la pressione congiunta di questo caldo innaturale e delle matrioske di cose fatte, da fare e da rifare le mie sinapsi cedono, sono una donna ma col multitasking ho un contenzioso aperto. La sera scende e io sono ancora in alto mare, penso con un inizio di frustrazione. E invece no. Le mie donne adorate le chiamo mentre porto fuori Wish, non andiamo ai giardini ma a rimirare la sede che abbiamo scelto per il primo convegno che porta il nostro nome. E quando torno metto un bianco in freezer e una parmigiana di melanzane in forno, aspetto l'Innominabile e la cassata che mi porta dalla Sicilia, prenoto Il discorso del Re su Sky e della crisi me ne frego.
Anzi, se mi gira mi compro anche un fiore.

Le conseguenze di una lunga estate calda

Che svegliarsi alle due di notte perchè sei diventata il piatto forte delle zanzare non è proprio quello che si dice l'esito di un sonno ristoratore. Il tutto dopo esserti addormentata in un'atmosfera da cripta inquietante, visto che gli zampironi li hai finiti da un pezzo, e a dormire ci vai con le candele di geranella accese, nella speranza che non accendano anche te e le suppellettili.
Rivoglio l'ottobre della mia infanzia, quando tornavo a scuola già vestita di lana e le caldarroste confermavano l'autunno e annunciavano l''inverno. E la prima castagna matta della stagione la raccoglievo e la mettevo in tasca, per proteggermi dal raffreddore.
Chissà gli alberi cosa ne pensano, di questo clima posticcio e snaturato che riflette la follia di noi poveri umani.

martedì 4 ottobre 2011

Parole, parole, parole

Mi capita spesso di perdermi le parole per strada, e quando le ritrovo, a volte, non mi bastano. Cerco sfumature scampate a queste combinazioni di lettere e sillabe e accenti, oppure suoni, sento stridere consonanti, avverto armonie dove cerco contrasti. Vorrei allora inventarmele io, le mie parole, come facevo da piccola, e parlare una lingua primordiale fatta di intenzioni prima che diventino concetti.

Notizie flash

Lavorare con una bovara bernese spampanata accanto a te, che riesce in un colpo solo a prenderti a braccetto, grattarsi, provvedere alla sua igiene intima e trasformare un divano immacolato in un truogolo peloso è fonte di grande ispirazione professionale. E soprattutto, è bellissimo.
Incredibile come si possa amare qualcuno con cui non scambierai mai una parola.

lunedì 3 ottobre 2011

Percorso benessere

Abbrustolire una focaccia toscana cosparsa di stracchino e tocchi occasionali di gorgonzola
Mentre dalla padella si levano gli aromi rassicuranti del formaggio che fonde affettare una pera matura
Estrarre il gelato al cioccolato dal freezer e la panna dal frigo
Pregustare con gli occhi, poi col naso, quindi addentare
Perdersi nell'incontro tra la croccantezza carboncina della focaccia e la morbidezza del formaggio colante
Abbandonarsi al contrasto tra la dolcezza della pera e la nota amara del fondente
Raccogliere i resti del gelato al cioccolato con ciuffi di panna
Disporsi alla serata lavorativa con animo pacificato
Ripetere l'esperienza appena possibile

venerdì 30 settembre 2011

Casi di casa

Arrivo da mia madre trafelata e puntuale, pronta per officiare l'ultimo atto del capitolo piede rotto. Mi imbatto in T., jeans e camicia bianca immacolata: "settimana prossima Max entra in comunità, e oggi è il mio compleanno, 68 ne faccio". Mi limito ad abbracciarla, cosa vuoi dirle di un figlio che era un raggio di sole e adesso è buio come la notte. Scompiglio i capelli dell'angelo di acciaio, che la sua perdita ce l'ha incisa nello sguardo, e parto, sentendomi utile come una lampada a casa di un cieco. Torno e incrocio M., che precede la mia domanda: "il funerale è stato ieri". La guardo in silenzio, non so cosa dirle. Seguo mia madre, tornata bambina anche nei passi sempre più incerti, e arriva S., 40 anni portati con la grazia e le fattezze di un'adolescente. Quanto dolore in questa casa, le dico. E' la vita, Giò, mi risponde, scappo in redazione che stasera esco prima. Ho quasi paura a chiederle perché, ma me lo dice lei, che va fuori a cena perché è il suo anniversario di matrimonio.
Finalmente una bella notizia, che celebro trasferendo  un piccolo ulivo sopravvissuto in un vaso più grande. E nelle sue foglie risorte trovo un barlume di pace.

giovedì 29 settembre 2011

Upside down

In assenza di certezze mi accontento di succedanei, e interrogo i tarocchi in rete.
Escono prevalentemente immagini capovolte che si contraddicono e, ovviamente, non dicono. Mi limito a guardare le figure come un'analfabeta, identificandomi in quelle a testa in giù e chiedendomi se a girare al contrario sono io o il mio intorno.
Eppure non mi dispiace, questa prospettiva rovesciata che mi insegna cose che aspettavano solo la scusa di essere imparate per uscire allo scoperto.
E i miei sogni assurdi diventano intuizioni di futuri che non fanno più paura.

martedì 27 settembre 2011

Cominciamo bene

Riesco ad andare a letto a un'ora decente e mi sveglio di conseguenza, dopo una serata di bellezza e indolenza. Sono sola, l'Innominabile latita e Wish con lui. Percorro veloce i resti del giorno e della notte, rifacendo il letto, rimuovendo bicchieri e posaceneri e giornali. E quando arrivano ci sorridiamo tutti e tre, lui che mi ha portato le brioche alla crema, Wish con un bell'appetito argentino e io che dismetto, almeno temporaneamente, la sindrome di Atlante. E la giornata parte prima e col piede giusto, con un sacco di cose già fatte, insieme.
Quanto sono grandi le cose piccole.

giovedì 22 settembre 2011

Il mio tempo

Non ce l'ho il mio tempo. Di notte lo rubano i sogni, e di giorno ha sempre un nome diverso dal mio.
Vorrei in regalo ore su misura, personali e non cedibili. Altro che cane, se rinasco faccio la lancetta.

lunedì 19 settembre 2011

Aridatece la mezza stagione

Sabato giornata di grandi pulizie. Al termine, sudata come una maratoneta, mi sposto in poggiolo a prendere un raggio di sole, pensando che sia l'ultimo della giornata. E invece è l'ultimo della stagione, scopro sotto la tempesta mentre torno da una spesa anacronistica di gelati e sorbetti.
Li mangio lo stesso, abbracciata alla stufetta mentre guardo le gocce che sui miei vetri appena lavati disegnano prospettive autunnali.

domenica 18 settembre 2011

Wish in the sky with diamonds

L'amo alla follia, la mia svampita con la coda, ma questo non mi impedisce di vederla per quello che è: una cagnona asociale, indolente, maldestra, ingombrante e pure zoppa. Il combinato disposto della sua avversione per la spazzola e della mia avversione per la toelettatura canina determina inoltre che il suo pelo oscilli tra il lurido e l'incolto.
Beatrice Costanza, la figlia della Socia, invece la vede così:
Wish ha un corpo muscoloso, il suo manto è morbido e lucente.... Quando cammina è un po' irruente soprattutto con la coda, forte e dura come il ferro che muove quando è contenta anche se lo si capisce già grazie allo sguardo penetrante e ai suoi occhi brillanti... Quando la vado a trovare e la porto a spasso tutti la guardano e sembra di camminare con dei diamanti.
La poesia è il risultato di uno sguardo d'amore.
Grazie Bea.



mercoledì 14 settembre 2011

From Merano with love

Inquilino dell'altrove da quando lo conosco, sotto la spinta degli ultimi eventi l'Innominabile si è trasformato ufficialmente in meteora. Non parte e non arriva, è solo di passaggio. Come poco fa, quando passa a scambiare la macchina con la moto e proseguire per la stazione, o forse l'aeroporto. Scendo a salutarti, gli dico. No, salgo io, ti ho portato un regalo. Un libro sullo strudel. E uno sui canederli.
Ah.
E il cioccolato, fondente e alla mela verde. E i canederli quelli veri.
E lo strudel quello vero non me l'hai portato?
Non ci ho pensato, ma tanto c'è quello di Picard che è buonissimo.
Lui è fatto così.