venerdì 28 settembre 2012

L'amore, di nuovo.

E così succede che megli ultimi mesi sono finita sullo sfondo, a furia di non voler pensare, trascinata in un gorgo di cose da fare ricordare realizzare. Vivo come una selvaggia, mangio quel che c'è, se c'è, spesso in piedi. Di me non mi curo, e nemmeno mi ricordo. Sempre così, la mia vita, fatta di alternanze tra vuoti e pieni, che non riesco mai a equilibrare.
E questo pieno che mi sovrasta lo svuoto la sera, quando riesco ed è buio. Passo a prendere Wish  che girella con me per vie silenziose che riempio di voci, come quella del mio fratello perso che da giorni mi parla d'amore. E sono attimi di felicità totale e inaspettata, domande e risposte da adolescenti consapevoli, e tu cos'hai detto e lei cos'ha fatto, che spezziamo ridendo per non commuoverci. Gliene rubo un po', di questa felicità inattesa e contagiosa, cancello il passato e scordo le offese, rido, sorrido e sto bene, testimone invisibile di un amore che nasce.

domenica 23 settembre 2012

22 settembre 2012

Marta era fatta a modo suo, un paradosso con gli occhi più azzurri del mondo. Quando l'ho vista la prima volta avevo vent'anni, lei qualcuno meno di me oggi. Non riuscivo a incasellarla nel mio immaginario di mamma, sembrava piuttosto una di noi ma decideva da sola. Adoravo la sua voce, che vestiva le sue parole di sogno e stupore, e ogni frase terminava con un sorriso. Sempre elegante, mai banale, l'incontravo ogni volta che nella sua famiglia succedeva qualcosa di bello e importante: un matrimonio, una nascita, un compleanno. Mi ha chiamata a marzo, quando la mia famiglia è finita, per offrirmi ancora una volta la sua. Era già oltre il tempo che i medici le avevano accordato, ma la sua voce era la stessa. Adorava, come me, i suoi ritmi e i suoi spazi, e restava a Milano anche in estate, tra le sue cose e i suoi alberi.
Adesso è altrove, forse dovunque, e io mi dò tutto il tempo che serve per imparare a crederci.