Marta era fatta a modo suo, un paradosso con gli occhi più azzurri del mondo. Quando l'ho vista la prima volta avevo vent'anni, lei qualcuno meno di me oggi. Non riuscivo a incasellarla nel mio immaginario di mamma, sembrava piuttosto una di noi ma decideva da sola. Adoravo la sua voce, che vestiva le sue parole di sogno e stupore, e ogni frase terminava con un sorriso. Sempre elegante, mai banale, l'incontravo ogni volta che nella sua famiglia succedeva qualcosa di bello e importante: un matrimonio, una nascita, un compleanno. Mi ha chiamata a marzo, quando la mia famiglia è finita, per offrirmi ancora una volta la sua. Era già oltre il tempo che i medici le avevano accordato, ma la sua voce era la stessa. Adorava, come me, i suoi ritmi e i suoi spazi, e restava a Milano anche in estate, tra le sue cose e i suoi alberi.
Adesso è altrove, forse dovunque, e io mi dò tutto il tempo che serve per imparare a crederci.
bentornata Gio...mancavi! spero tu stia bene, un abbraccio
RispondiEliminagrazie Ire, no, non sto molto bene, ma ci sto lavorando.
RispondiEliminami spiace...davvero...ma lavorarci è già un grande inizio, e credo ce la farai! ti abbraccio
Eliminami spiace per il fraintendimento. ero molto triste per la scomparsa della donna che vedi nella foto, io sono devastata dal lavoro, ma sto bene. grazie però.
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