Il lavoro è arrivato, tutto insieme, senza farsi annunciare. E sono giorni e ore di scavi nelle nostre memorie, la mia e quella del mio Vaietto, tra idee che prendono forma e si fanno quasi toccare. Oppresso da sollecitazioni inconsuete il mio neurone residuo si vendica, e io mi guardo da fuori e rido, mentre cerco di dominare l'aria condizionata con il cordless, mi aggiro tra bucati impostati all'alba che ricordo di stendere al tramonto, invio mail tronche, mi perdo i pezzi le chiavi e gli occhiali. Il culmine lo raggiungo quando esco di corsa e per strada mi accorgo che manca qualcosa.
E torno indietro, di fronte allo sguardo perplesso di Wish, che lei senza mutande si trova benissimo.
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